Maria tu mi sostieni fin da piccolino, dammi forza e illuminami sempre, mio faro di luce
31 dicembre 2007
Maria Santissima Madre di Dio
1 gennaio
Maria figlia di Adamo, acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù e, abbracciando con tutto l’animo e senza peso alcuno di peccato la volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa quale Ancella del Signore alla persona e all’opera del figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di Lui (LG, 56). Nel Concilio di Efeso (431), dove venne affermata la natura umana e divina dell’unica persona del Verbo in Gesù Cristo, venne affermata anche la maternità divina di Maria.
Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico
Martirologio Romano: Nell’ottava del Natale del Signore e nel giorno della sua Circoncisione, solennità della santa Madre di Dio, Maria: i Padri del Concilio di Efeso l’acclamarono Theotókos, perché da lei il Verbo prese la carne e il Figlio di Dio abitò in mezzo agli uomini, principe della pace, a cui fu dato il Nome che è al di sopra di ogni nome.
24 dicembre 2007
19 dicembre 2007
La bufala d'oro
La bussola d’oro è solo una «saga fantasy», «gnostica» e per giunta presentata «in salsa sessantottina» che mostra un mondo «disumanizzato» in cui a trionfare è il «vuoto» dell’«amore vivificante», cioè quello di Dio. All’Osservatore Romano non sono affatto sfuggiti i pericoli nascosti nella pellicola che in America ha già registrato feroci critiche da parte del mondo cattolico.
«Fuor di metafora: secondo Pullman - si legge sul giornale d’Oltretevere - bisognerebbe chiudere le scuole cristiane e l’insegnamento della religione a scuola, per non parlare di quella violenza che è il battesimo dei bambini. Questo, in sintesi, del primo episodio della saga» dove la felicità «risiede nell’indipendenza e non nella relazione» umana.
Ma il giornale diretto da Vian si spinge ancora più in là citando Peter Hitchens che sul New Yorker ha definito Pullman «il più pericoloso scrittore della Gran Bretagna». «Non sappiamo se Pullmann sia pericoloso, certo è che nel mondo cosi’ rapresentato» si sente la mancanza della salvezza. «Non c’è salvezza perché non c’è un Salvatore: ognuno è lasciato solo con le sue capacità e l’obiettivo da raggiungere, che per Pullman è vivere liberi e indipendenti».
18 dicembre 2007
13 dicembre 2007
Solidarietà per i ragazzi del Darfur
Verona (Agenzia Fides) - Il tradizionale Concerto di Natale, che per tredici edizioni si è tenuto in Vaticano, si è tenuto a Verona il 9 dicembre e sarà trasmesso su RAI 2 la sera del 24 dicembre alle 21. La Raccolta Fondi legata al Concerto di Natale è a sostegno della Fondazione Don Bosco nel mondo. Il ricavato andrà a favore delle Missioni Salesiane, soprattutto per i bambini e i ragazzi profughi del Darfur che, scappando dalla guerra, cercano di costruire il proprio futuro con il sostegno dei Salesiani. “I ragazzi in fuga dal Darfur hanno bisogno di case e scuole: aiutaci a costruirle!” La Raccolta Fondi avviene tramite il Numero Unico Solidale 48585, attivo dal 22 al 26 dicembre compreso, che permetterà di donare 1 euro per ogni SMS inviato da tutti i cellulari (Tim, Vodafone, Wind, 3) e 2 euro per ogni chiamata da rete fissa Telecom Italia. E’ un facile gesto di solidarietà per i ragazzi del Darfur, che si rifugiano presso le missioni salesiane in Sudan.
12 dicembre 2007
Locanda dei Girasoli
L'indirizzo è:
Locanda dei Girasoli - via dei Sulpici, 117/H
T 06.7610194
www.lalocandadeigirasoli.it
Paolo Zanghieri
cell: +39 333 168 58 33
15 novembre 2007
Zenit presenta Madre Trinidad
Video in Internet della fondatrice de L’Opera della Chiesa
“Aiutami ad aiutare la Chiesa Santa di Dio”
ROMA, lunedì, 12 novembre 2007 (ZENIT.org).-“Aiutami ad aiutare la Chiesa Santa di Dio”. Con queste parole conclude madre Trinidad della Santa Madre Chiesa il suo appello in un video che si può vedere e scaricare su www.laobradelaiglesia.org.
Il titolo completo della sua testimonianza è “Anima amata, aiutami ad aiutare la Chiesa mostrandola tale qual è e Dio l’ha voluta nel suo pensiero divino” e consiste in un’esposizione teologica sulla bellezza e la ricchezza della Chiesa, sia divina che umana in virtà del suo Capo regale, Cristo.
Madre Trinidad, nata a Dos Hermanas (Siviglia, Spagna) nel 1929, è fondatrice e presidente de L’Opera della Chiesa, istituzione ecclesiale di diritto pontificio. Il suo carisma principale è la diffusione dell’amore per la Chiesa di Cristo.
Madre Trinidad vive da anni a Roma, malata. Il 15 dicembre 1996 Giovanni Paolo II le ha fatto visita e l’ha benedetta nella sua casa, in quello che lei ha definito il giorno più importante della sua vita.
Il video fa parte di un grande patrimonio: più di 300 video, 800 discorsi e 50 volumi.
03 novembre 2007
Dalla parte di chi chiede scusa di esistere
È morto ieri a 82 anni, don Benzi, per un arresto cardiaco che lo ha colto nel cuore della notte. Poche ore prima, come sovente amava fare, era stato in discoteca. Non ci era andato per ballare, ma semplicemente per dire la sua ai giovani, per parlare con loro della propria fede. Poi l’acutizzarsi di quel dolore al petto che da tempo lo tormentava, fino a quelle parole dette ai suoi collaboratori stretti attorno al suo capezzale: «Muoio, muoio».
Don Oreste ha dedicato tutta la sua vita agli ultimi, a chi non ha niente. Lo ha detto anche Benedetto XVI, ieri mattina, in un telegramma inviato al vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi: è stato un «infaticabile apostolo della carità a favore degli ultimi e degli indifesi». Lo ha ricordato, sempre ieri, anche il presidente Napolitano: don Benzi è stato un «testimone della speranza e della volontà di riscatto di tante donne e tanti giovani».Il motivo di una vita consumata per gli ultimi lo si deve ricercare nella sua infanzia: «I miei genitori - scrisse un giorno -, appartenevano a quella categoria di persone che ritiene talmente di non valere nulla, che sembra sempre chiedere scusa di esistere. Quando incontro il povero, l’ultimo, il disperato, il barbone della stazione, la prostituta, in me si rifà presente l’immagine dei miei che pensavano di non valere nulla. Per questo non mi metto mai dalla parte dei potenti, ma dalla parte dei “nessuno”, di quelli che la società non fa esistere».
Erano gli anni ’30. Oreste, settimo di nove figli, viveva a San Clemente, un paesino a 20 chilometri da Rimini. La madre era casalinga mentre il padre si barcamenava con lavori saltuari. Ma l’aria, in famiglia, era sempre allegra: «Non si muove foglia, che Dio non voglia», ripeteva sempre mamma. Sono ricordi che hanno formato la personalità di don Oreste, che lo hanno portato a decidere di darsi a tutti attraverso il sacerdozio. [leggi tutto]
22 ottobre 2007
Festa di Nostra Signora di Valme
Contemporaneamente 250.000 persone partecipano alla Romeria de Valme a Dos Hermanas...
11 ottobre 2007
Si scrive Myanmar, si pronuncia Cina
I cinesi sono già in Birmania, "colonizzano" alcune regioni tribali di confine che sono autonome. Ne ho visitato una nel 2002, con la loro piccola capitale Mong Lar invasa dai cinesi: scritte cinesi, taxi cinesi, moneta cinese, ristoranti cinesi, lavori cinesi che modernizzano la città con palazzi mai visti da quelle parti, canalizzano l'acqua, assicurano elettricità e acqua corrente. È facile capire perché Cina e Russia si oppongono alle sanzioni decretate dall'Onu. Oltre all'interesse economico e strategico di queste due potenze c'è il fatto, di cui assolutamente non si parla, che il colpo di stato che il 2 marzo 1962 ha portato le forze armate al potere assoluto non era fatto solo da "militari", ma da militari "socialisti", cioè in pratica "comunisti", che si ispiravano ai modelli di sviluppo della Russia staliniana e della Cina maoista. L'hanno dimostrato subito quando hanno varato in quell'anno 1962 il Lanzin, cioè "la via birmana al socialismo", un socialismo "ispirato al buddhismo", anche se poi di buddhista non ha assolutamente nulla. Nel "Programma" del Lanzin, tra le idee di base da cui partire per una società nuova, si legge: «Al posto di dio (minuscolo) bisogna mettere l'uomo, che è l'essere supremo... La filosofia del nostro partito è una dottrina puramente mondana e umana. Essa non è una religione... La storia dell'umanità è non solo storia di nazioni e di guerre, ma anche di lotta di classe. Il socialismo intende mettere fine a questo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. L'ideale del socialismo è una società prospera, ricca, fondata sulla giustizia. Non c'è posto per la carità. Noi faremo di tutto, con metodi appropriati, per eliminare atti e opere di falsa carità e assistenza sociale. Lo stato pensa a tutto. Nutrire ed educare i figli dei lavoratori sarà esclusiva responsabilità dello stato, quando ci saranno abbastanza risorse economiche. L'attività di imprese sociali fondate sul diritto di proprietà privata è contro natura e non fa che sfociare in antagonismi sociali. La proprietà dei mezzi di produzione deve essere sociale... Un'azione può essere considerata come retta, morale, solo quando serve agli interessi dei lavoratori. Per un uomo, lavorare tutta la vita per il benessere dei suoi concittadini e per quello dell'umanità in spirito di fratellanza è il "Programma delle Beatitudini" per la Società dell'Unione Birmana». [leggi tutto]
Celebrazioni per un assassino
di Fausto Carioti
Alla voce “Vittime di Che Guevara in Cuba” appaiono oltre duecento esecuzioni. Quattordici nemici, o presunti tali, furono eliminati dal comandante, direttamente o su suo ordine, in Sierra Maestra, durante la guerriglia contro gli uomini di Fulgencio Batista, tra il 1957 e il 1958. Dal 1 al 3 gennaio del 1959, appena catturata la cittadina di Santa Clara, mandò a morte altre 23 persone. Ma il grosso del sangue il futuro idolo dei pacifisti lo versò in qualità di comandante della Cabaña, la fortezza dell’Havana adibita a prigione. Tra il 3 gennaio e il 26 novembre del 1959 sono attribuite a Guevara ben 164 esecuzioni. Vista la metodologia dell’indagine, si tratta di numeri necessariamente approssimati per difetto: altre fonti parlano di almeno quattrocento uccisioni solo nel carcere dell’Havana.
Va da sé che il processo riservato a quei disgraziati era un abominio giuridico.
Lo confermano le parole del giurista José Vilasuso, che all’epoca faceva parte del tribunale di La Cabaña: «Le direttive del Che stabilivano che dovessimo agire nel modo più risoluto, vale a dire che [gli accusati] erano tutti assassini e che il modo rivoluzionario di procedere doveva essere implacabile». Un ex comandante delle truppe di Guevara, Jaime Costa Vázquez, ha raccontato che i suoi ordini erano chiarissimi: «Nel dubbio, fucilare».
Alvaro Vargas Llosa, nel suo libro “Il mito Che Guevara e il futuro della libertà”, appena pubblicato in Italia da Lindau, ha raccolto una piccola antologia di citazioni dai diari e dagli altri scritti del Che. Il quale nel gennaio del 1954, appena arrivato a Cuba, scriveva alla moglie di sentirsi «vivo e assetato di sangue».
Non era per impulso che cedeva all’odio e alla violenza. Guevara teorizzò con lucidità il ricorso a simili strumenti. Nel messaggio che inviò nel 1967 alla Tricontinentale, l’organizzazione rivoluzionaria afro-asiatico-latinoamericana, spiegava così quale dovesse essere il motore degli eserciti rivoluzionari: «L’odio come un elemento del conflitto; un odio implacabile nei confronti del nemico, che spinge l’uomo oltre i suoi limiti naturali e lo trasforma in un’efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere».[leggi tutto]
09 ottobre 2007
L'UNICEF a sostegno di una nuova campagna ONU per l'aborto
Una nuova iniziativa globale, che include un invito a legalizzare l’aborto, è stata lanciata a New York la scorsa settimana da diverse agenzie dell’ONU e Organizzazioni non governative (ONG). Tra i patrocinatori dell’iniziativa – denominata Deliver Now for Women and Children (Agisci ora per donne e bambini) – c’è anche il Fondo delle Nazioni Unite per i bambini (UNICEF), un’agenzia che ufficialmente continua a negare ogni proprio sostegno all’aborto sotto qualsiasi forma esso sia.
Il sito web di Deliver Now presenta questa durissimo slogan: “Oltre 10milioni di morti l’anno. Troppe per poterle ignorare”. Questa enorme cifra è la sintesi di due dati: il numero di bambini morti ogni anno per qualsiasi causa, all’incirca 10 milioni, e il numero di donne morte per cause legate alla maternità, una cifra (altamente sospetta) che diverse agenzie dell’Onu fissano a 500mila.
I sostenitori dell’aborto spesso legano “aborto insicuro” e mortalità materna per spingere alla legalizzazione del cosiddetto aborto “sicuro”. I critici fanno notare che in Polonia, dove l’aborto è stato drasticamente limitato nel 1993, il paese ha mostrato da allora un rapido calo nel tasso di aborto e anche della mortalità materna. In Irlanda, dove l’aborto è tuttora illegale, si registra uno dei più bassi tassi di mortalità materna al mondo. Al contrario, negli Stati Uniti, dove dal 1973 è possibile l’aborto su richiesta, quest’anno c'è stato un aumento della mortalità materna.
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21 settembre 2007
La Cina è sempre leader nelle persecuzioni religiose
Saudita, anche se «le restrizioni sono ancora eccessivamente
rigide». Il Vietnam esce dall'elenco dei «sotto osservazione»
Denunciati «soprusi e arresti immotivati» dei cattolici. Otto i Paesi nella lista nera Usa, entra anche l'Uzbekistan
Si allunga la lista nera di Washington. La libertà religiosa nel
mondo è sempre in pericolo e le persecuzioni contro i credenti di
ogni fede sono fonte di instabilità e di violenze.
Lo attesta l'edizione 2007 del Rapporto sulla libertà religiosa
diffuso ieri nel corso di una conferenza stampa a Washington,
presente anche il segretario di Stato, Condoleezza Rice.
Illustrando il documento, l'ambasciatore e curatore del Rapporto,
John Hanford III, ha voluto spiegare che «l'impegno per la libertà
religiosa nel mondo non è un tentativo di esportare semplicemente un
metodo americano», quanto invece il riconoscimento della «libertà
religiosa come un diritto inviolabile dell'uomo».
Entrando nel dettaglio, Hanford ha sottolineato in particolare la
situazione critica per i cristiani e i cattolici in Cina e per le
minoranze in Iran, due degli otto Paesi che rientrano a pieno titolo
nella lista nera che comprende anche Myanmar, Nord Corea, Sudan,
Eritrea, Arabia Saudita e, dall'edizione 2007, l'Uzbekistan.
Malgrado le pressioni esercitate in più occasioni dallo stesso
presidente Bush su Hu Jintao e l'appello nel novembre del 2006 ad
Hanoi del segretario di Stato Rice, la libertà religiosa a Pechino
continua a essere schiacciata sotto il macigno delle pressioni
politiche e questo nonostante - si legge nel rapporto - «la
Costituzione cinese garantisca libertà di credo e di religione».
Oltre alla questione del Tibet, alla persecuzione dei fedeli del
Falun Gong e degli uiguri, al divieto per i bambini di avere
un'educazione alla fede, e alla repressione delle chiese
protestanti «illegali», il Dipartimento di Stato denuncia i soprusi,
la scia di arresti e di incarcerazioni immotivate riservati ai
cattolici e ai vescovi della Chiesa locale.
Un trend che non accenna a diminuire, è la conclusione amara del
Dipartimento di Stato.
In Iran la comunità ebraica e i gruppi cristiani sono tenuti di
fatto ai margini della società mentre negli ultimi tempi si è
radicalizzato il clima di tensione contro chiunque non faccia parte
dell'universo sciita.
In Eritrea diverse Ong hanno stimato in almeno 1900 i «prigionieri
religiosi» custoditi nelle carceri del Paese.
Mentre Myanmar ha costituito una vera e propria rete sofisticata di
spie per controllare e monitorare dall'interno i raduni e le
attività di tutte le organizzazioni, comprese quelle religiose.
Bacchettate anche per l'Europa, dove Romania e Slovacchia sono sotto
la lente per le leggi discriminatorie contro le minoranze religiose
approvate lo scorso anno.
Ma vi sono anche notizie in controtendenza.
Passi avanti sensibili verso la tolleranza sono stati compiuti in
Vietnam - fino allo scorso anno incluso nella lista nera - dove sono
stati allentati i controlli sui movimenti religiosi. E segnali
positivi vengono anche dal Bangladesh e dal Turkmenistan.
Ottimismo, ma credito ancora limitato, invece per quanto accade in
Arabia Saudita.
L'ambasciatore Hartford ha precisato che il governo ha preso
decisioni importanti per sradicare l'intolleranza e consentire ai
non-musulmani di poter possedere libri e icone religiose.
Piccoli e timidi passi che non hanno permesso al governo di Riad di
essere depennati dalla lista nera visto che, dice il rapporto, «le
restrizioni alla pratica religiosa sono ancora eccessivamente
rigide».
Dal Nostro Inviato A Washington Alberto Simoni – Avvenire 15-09-2007
Notizia del 19/09/2007 stampata dal sito web www.lucisullest.it
14 settembre 2007
Benedetto XVI, Al-Bashir, Prodi e polemiche
In proposito, la nota vaticana sottolinea la necessita' che si prenda atto "dell'aspetto regionale della crisi". "In un clima molto rispettoso", come sottolineato in un briefing dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, sono stati affrontati anche "altri temi di interesse comune, come la difesa della vita e della famiglia, il rispetto e la promozione dei diritti umani, come quello fondamentale della libertà religiosa, l'importanza del dialogo interreligioso e della collaborazione tra i credenti di tutte le religioni, in particolare cristiani e musulmani, per la promozione della pace e del bene comune". "In questo contesto - conclude la nota - si e' ribadito il ruolo e il contributo positivo della Chiesa cattolica e delle sue istituzioni nella vita della societa' sudanese, specialmente nel campo educativo".
Il Vaticano sta facendo tutto il possibile per porre fine alla crisi umanitaria del Darfur, quello che Benedetto XVI ha definito come un «orrore». Ma i rapporti del Vaticano con il Sudan nel recente passato sono stati tesi.
Quando Benedetto XVI ha incontrato i diplomatici musulmani un anno fa allo scopo di disinnescare la polemica sul discorso di Ratisbona, il Sudan era l'unica nazione musulmana che non ha partecipato all’incontro.
Il Papa, che ha citato la “situazione del Darfur” anche nel discorso alle autorità politiche e al corpo diplomatico, lo scorso 7 settembre a Vienna. Lo scorso primo giugno poi, in occasione della presentazione delle lettere credenziali del nuovo ambasciatore del Sudan presso la Santa Sede, Benedetto XVI aveva avuto modo di sollecitare una soluzione del conflitto: “Non è mai troppo tardi – ha detto – per fare con coraggio le scelte necessarie” perché il Paese esca da questa crisi attraverso il dialogo e la cooperazione e nel rispetto delle minoranze, culturali, etniche e religiose.
Nel 35mo anno di rapporti diplomatici tra Santa Sede e Sudan, è la seconda volta che il presidente al-Bashir incontra un Papa ma è la sua prima volta in Vaticano e con Benedetto XVI. Nel 1993 aveva infatti incontrato Giovanni Paolo II nel corso del viaggio apostolico di quest’ultimo in Sudan. Dal 1989 è anche la prima volta che un capo di Stato africano viene in Vaticano
Ad ogni modo questo nuovo incontro con un pontefice non può essere speso dal dittatore come "riconoscimento" ma al massimo come "mediazione" disperata per evitare altri lutti ai cristiani del Sudan.
Durante il successivo colloquio con Prodi, Omar Hassan El Bashir, ha annunciato la "disponibilita'" del suo governo "per un cessate il fuoco dall'inizio dei negoziati", che coinvolga anche i ribelli che finora non hanno accettato le trattative.
Bashir sembra però non ricordare che un cessate il fuoco è stato concordato nell'aprile 2004, ma è stato spesso violato da entrambe le parti.
Il presidente del Sudan, ha spiegato che questo incontro servira' a creare "un clima positivo" in vista della conferenza di Tripoli che ha auspicato poter essere "l'ultima necessaria a portare la pace in Darfur". Bashir ha anche chiesto all'Italia di intervenire presso i paesi europei che ospitano "i ribelli, soprattutto in Francia" perche' si adoperino per convincerli a partecipare ai negoziati. "Il Sudan ha manifestato la sua disponibilita' ad andare a un negoziato con i gruppi ribelli - ha detto il presidente sudanese - ma occorre fare pressione per convincere tutti a partecipare". Il dittatore nella sua falsa veste diplomatica, sembra non ricordare che appena due settimane fa, il 25 agosto, il Governo del Sudan ha ordinato l'espulsione del Capo della delegazione della Ue, Kent Degerfelt, e dell'ambasciatore del Canada. Persone non gradite, ha detto il ministro degli Esteri sudanese per via della loro "partecipazione ad attività di ingerenza negli affari interni del Paese": il rappresentante europeo e l'ambasciatore canadese sono stati cacciati perché cercavano di occuparsi di Diritti dell'uomo
Il presidente della Repubblica del Sudan ha anche chiesto all'Italia di intervenire sui Paesi donatori affinche' mantengano gli impegni assunti ad Oslo, oltre che per sospendere le sanzioni e annullare i debiti del suo Paese. "Questo consentirebbe di avviare progetti di sviluppo nel Sud del Sudan, cosa utile in vista del referendum sull'unita' del Paese". Bashir ha anche riferito che "in Darfur si sono registrati miglioramenti sul terreno sul piano della sicurezza. Ci sono inoltre stati miglioramenti sul piano della situazione umanitaria, gli aiuti alimentari tramite il Wfp raggiungono tutti i profughi ed e' migliorata anche la situazione umanitaria". Questo, ha riferito Bashir, "sta permettendo a molti profughi di rientrare nelle loro terre". La verità però è un po’ diversa, attualmente non sono i profughi che rientrano nelle loro terre, ma nuovi "inquilini graditi al governo" che le occupano, come succede dopo ogni genocidio degno di questo nome.
Il leader sudanese parla con la doppiezza tipica di tutti i rais arabi, ma le false promesse di Bashir sembrano comunque aver convinto Prodi che ha salutato la dichiarazione del dittatore come un segnale forte e importante.
Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, al termine dell'incontro con il presidente sudanese Bashir, riferisce che si e' trattato di un confronto "lungo e approfondito, durante il quale si e' discusso con franchezza ma anche con spirito di cooperazione" sui problemi del Sudan e del Darfur.
Prodi ha riferito di aver discusso "in modo costruttivo sulle possibili soluzioni politiche" a partire dagli sviluppi delle ultime settimane che hanno portato alla decisione Onu di formare una missione ibrida di peace keeping e alla convocazione di una conferenza di pace a Tripoli per il 27 ottobre.
Anche l'Italia, ha assicurato Prodi, fara' la sua parte con "la partecipazione non solo finanziaria alla missione ibrida".
La partecipazione sara' composta di contributi (l'Italia e' tra i maggiori donors) ma anche con una messa a disposizione di mezzi di aerotrasporto e strutture logistiche come richiesto dall'Onu, a cui si aggiungono programmi di addestramento del personale impegnato nel peace keeping. Questo impegno si somma a quello gia' in atto sul piano umanitario nei campi profughi.
Infine si sta lavorando alla partecipazione a un fondo europeo per il mantenimento della pace che coinvolgera' Darfur e Corno d'Africa. Ancora non e' stato deciso quale sara' l'entita' di questo fondo, ma la cifra, decisa insieme al ministero degli Esteri e dell'Economia, dovrebbe essere fissata entro la prossima settimana.
L’incontro tra Prodi e il presidente della Repubblica del Sudan era stato preceduto da reazioni e proteste. Nei giorni scorsi, infatti, venticinque europarlamentari, guidati dalla laburista Gleyns Kinnock, hanno scritto una lettera a Napolitano e Prodi per metterli in guardia sul modo in cui avrebbero accolto Bashir. Nel testo si legge: “come parlamentari europei abbiamo ripetutamente chiesto un intervento d aparte dei nostri governi: il primo ministro Brown e il presidente Sarkozy si sono pubblicamente impegnati per mettere la parola fine alle violenze in Darfur. Nel frattempo il vostro governo è stato decisamente in silenzio”.
l'Italia e' l'unico Paese occidentale che ha accettato negli ultimi anni di incontrare Bashir, capo del governo che, secondo la comunita' internazionale, arma le milizie arabe dei janjaweed, responsabili dei massacri dei civili della regione occidentale sudanese. Secondo l'ufficio europeo di Amnesty International, e' "singolare" che il governo italiano abbia deciso di accogliere il presidente sudanese, nonostante "la crisi umanitaria in Darfur continui a essere una delle piu' drammatiche nel mondo e senza ancora un responsabile effettivo".
La visita in Italia del presidente sudanese - ha ammonito il vicepresidente della commissione Esteri del Senato, Alfredo Mantica (An) - "sia la manifestazione di un impegno forte italiano e un'assunzione di responsabilita' primaria per il processo di pace in Sudan". Mantica ha auspicato che "l'apertura improvvisa" dell'Italia al contestato presidente africano abbia finalita' esclusivamente umanitarie e non commerciali ("Voglio ricordare che il Sudan e' un Paese ricco di petrolio"). Gli ha replicato il sottosegretario agli Esteri, Famiano Crucianelli, il quale ha chiarito che la visita "fa parte della strategia italiana per porre fine al genocidio in Darfur e sostenere una presenza internazionale forte". Perche', ha incalzato Mantica, "il gioco dei sudanesi si protrae da troppo tempo e duecentomila morti pesano sulla coscienza di tutti noi".
Crucianelli ha quindi smentito "che vi possa essere alcun intento di tipo commerciale di fronte a problemi cosi' tragici che si sono consumati in Sudan, e in particolare in Darfur".
Di certo la missione italiana di Bashir e' anche di carattere economico: il presidente sudanese e' accompagnato da una delegazione di nove ministri che incontreranno, tra gli altri, i ministri per lo Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, e dei Trasporti, Alessandro Bianchi.
Mantica e Crucianelli hanno espresso posizioni opposte anche in merito all'assegnazione al presidente ruandese Paul Kagame del premio 'Abolizionista 2007' di 'Nessuno Tocchi Caino'. Mantica ha detto di essere “rimasto perplesso non solo del riconoscimento ma della ritualita’ e dell’impegno del presidente del Consiglio nel dare il premio. Credo che Nigrizia e soprattutto padre Giulio Albanese abbiano sollevato, piu’ che delle critiche, le attenzioni necessarie. Voglio ricordare che il Ruanda ha ancora truppe nel Congo, che c’e’ un problema legato allo sfruttamento delle miniere di coltan e che ancora e’ difficile immaginare questo paese come allineato agli standard accettabili da parte dell’Occidente quando si parla di democrazia, di diritti civili o stato di diritto. Mi pare che questo premio, soprattutto il modo con cui e’ stato dato, sia leggermente sopra le righe”. Attacchi a Bashir anche da Franco Moretti, coordinatore di Nigrizia, la rivista missionaria che già aveva criticato il premio di Nessuno Tocchi Caino consegnato da Prodi a Kagame. “Bashir sta cercando di farsi vedere all'estero sotto una buona luce. Dipende quindi da cosa Prodi gli dirà. Ma oltre a questo l'Italia dovrebbe impegnarsi per una conferenza internazionale e fare pressioni sulla Cina, grande protettore di Khartoum al Consiglio di sicurezza. Lo chiedessero ai profughi sudanesi cosa va detto a Bashir”. Profughi (rifugiati in Italia) che per altro hanno scritto al premier chiedendo un incontro e un impegno per un “accelerato il dispiegamento delle forze di pace, piena applicazione della nuova risoluzione Onu” e “costituzione di una no-fly zone sul Darfur”. Anche Padre Giulio Albanese non ha dubbi su quello che Roma dovrebbe esigere da Bashir. Con lui, che il fondatore di Misna definisce un “malavitoso golpista, responsabile di crimini indicibili” bisogna comunque trattare. “Nondimeno – aggiunge – se è giusto dialogare, sempre e a 360 gradi, bisogna essere chiari. Khartoum promette e non mantiene mai e se l'accettazione della forza ibrida Onu-Ua è una buona notizia, bisogna esigere garanzie. Le parole non bastano, ci vogliono segnali chiari”.
Stesse perplessita espresse da Sergio D’Elia di Nessuno tocchi Caino. Per il parlamentare della Rosa nel Pugno, il governo sudanese “è il responsabile di quanto è accaduto. Se non in prima persona, magari coprendo i miliziani Janjaweed” le dichiarazioni di Sergio D’Elia sembrano comunque totalmente incoerenti con il riconoscimento da lui stesso attribuito ad un altro tiranno africano quale Kagame. Infine Noury di AI ha accusato al Bashir “di essere il responsabile di centinaia di migliaia di morti e decine di migliaia di stupri in Darfur”. “Non stiamo incontrando un amico ma un uomo arrogante e violento”, ha proseguito l’esponente di Amnesty. Il presidente sudanese ha cercato di “ostacolare in tutti i modi la missione di peacekeeping oltre a negare l’accesso ai campi profughi alle Ong in Sudan, cercando di internazionalizzare la crisi coinvolgendo il confinante Ciad”. Da un lato ha ripetuto nella recente visita di Ban Ki-moon in Sudan il proprio sostegno alla missione Onu-Ua, e dall’altro ha nominato il suo ministro per gli Affari umanitari, Ahmed Haroun, a capo della Commissione d’inchiesta sulle violenze in Darfur. Peccato che Haroun sia stato accusato dal procuratore della Corte penale internazionale di crimini di guerra insieme ad un altro leader delle milizie Janjaweed, Ali Kosheib. “Il governo sudanese continua a rifiutarsi di collaborare con la Corte negando l'estradizione dei due uomini. L’Unione africana – conclude Noury - e il resto della comunità internazionale dovrebbero fare in modo che i mandati di arresto, emessi il 2 maggio nei confronti dei due accusati, possano essere effettivamente eseguiti”.
il governo del Sudan ha recentemente lanciato la più imponente offensiva militare da oltre un anno nel Darfur settentrionale, nella regione stanno avendo luogo bombardamenti su vasta scala, questa offensiva è caratterizzata da gravi violazioni del diritto umanitario, tra cui attacchi indiscriminati e sproporzionati e attacchi diretti contro i civili
12 settembre 2007
Olimpiadi del genocidio
Una lettera aperta agli attivisti ed ai sostenitori del Darfur
Eric Reeves
Cosa succederebbe se 1.000 studenti e sostenitori dimostrassero
davanti all’ambascaita cinese di Washington dichiarando con striscioni, cartelloni e tshirt
che la Cina verrà giudicata responsabile per la sua complicità nel genocidio nel
Darfour? Cosa succederebbe se tali dimostrazioni continuassero e crescessero e
avessero luogo davanti alle ambasciate cinesi di altri paesi? Cosa succederebbe se
ovunque, davvero ovunque, i diplomatici ed i politici cinesi si trovassero a fronteggiare
coloro che denunciano il ruolo della Cina nel genocidio nel Darfur?
Ecco alcuni suggerimenti sulla complicità della Cina nel genocidio nel Darfur
LA CINA, NAZIONE OSPITANTE DEI GIOCHI OLIMPICI DEL 2008, È COMPLICE DEL
GENOCIDIO NEL DARFUR:
HA LASCIATO LA POPOLAZIONE CIVILE NEL DARFUR A RISCHIO
•La Cina si è astenuta dalla risoluzione 1706 (agosto 2006) del Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite compromettendo il sostegno internazionale ad un’operazione di
pace di vitale importanza nel Darfur.
HA SOSTENUTO IL REGIME DI KHARTOUM
•La Cina ha ripetutamente e completamente sostenuto le pretese di sovranità
nazionale di Khartoum, rafforzando il regime nella sua sfida alle Nazioni Unite ed alla
comunità internazionale.
HA IGNORATO LE ATROCITÀ IN TUTTO IL SUDAN
• La Cina per sfruttare le ricchezze petrolifere del Sudan, ha per molti anni ignorato
abusi di massa dei diritti umani e atrocità criminali del regime di Khartoum in tutto il
Sudan
HA FORNITO LE ARMI
•La Cina è stata il maggiore fornitore di armi nell’ultimo decennio ed anche prima;
molte di queste armi sono state usate nel Darfur
HA DATO IL SUO ASSENSO AL GENOCIDIO
•La Cina ha mandato segnali diplomatici che, data la loro tiepida natura, hanno
convinto Karthoum che può completare la sua opera di sterminio dei movimenti
antigovernativi nel Darfur senza subire serie conseguenze. [leggi tutto]
11 settembre 2007
05 settembre 2007
Caino, Kagame e dintorni
Kagame, inoltre, ha avuto un ruolo importante nella caduta di Mobutu e nella conquista del potere da parte di Laurent-Désiré Kabila, padre dell’attuale presidente dell’Rd Congo. Ricordo solo il campo profughi di Goma (nella regione del Kivu, nell’Rd Congo) dove erano ammassati due milioni di rwandesi fuggiti alle stragi dell’esercito di Kagame. Nel 1997 furono attaccati e inseguiti per tutto il territorio congolese. Solo poche migliaia riuscirono a rifugiarsi nel Congo-Brazzaville e nella Repubblica Centrafricana, attraversando fiumi e foreste... a piedi (mi dicevano i rwandesi rifugiati a Bangui), perché le scarpe si consumavano in fretta.
E oggi il presidente del Rwanda viene in Italia ed è ricevuto con tutti gli onori, come se nulla fosse successo nel suo paese in questi ultimi vent’anni. Come se in quel suo paese ci fosse una vera vita democratica. Sono inorridito ed esterrefatto! Un uomo che ha sulla coscienza milioni di morti, che dirige il suo paese con il pugno di ferro e richiama alla mente i dittatori di storia recente o passata, riceve addirittura un premio da chi si definisce difensore dei diritti umani e della pace.
Sono senza parole.
Padre Tonino Falaguasta Nyabenda [leggi tutto]
28 agosto 2007
Aborto selettivo a Milano
Il recente caso, drammatico sotto tutti gli aspetti, dell'aborto selettivo praticato a Milano, presso il San Paolo, sta suscitando polemiche e contrasti.
Ieri è giunta, forte e chiarta, la condanna dell'Osservatore Romano, che ha definito il caso in questione (ovviamente tecnicamente parlando) un caso di "eugenetica".
«Nessun uomo ha diritto di sopprimere un’altra vita - scrive appunto l’Osservatore - nessuno uomo ha il diritto di sostituirsi a Dio. Per nessuna motivazione. Eppure innocenti continuano a morire. Le loro parole non dette, i loro sorrisi mai espressi, i loro sguardi mai accolti continuano a non suscitare sdegno o almeno le necessarie, profonde, serie riflessioni». «È così che sono morte due bambine, a Milano. Uccise nelle conseguenze di un aborto selettivo. Una delle due gemelline, arrivate alla trentacinquesima settimana di gestazione, aveva un’alterazione cromosomica. I genitori - ricorda il quotidiano - hanno deciso di effettuare l’aborto per tenere solo la gemella "sana". Un terribile errore ha portato invece a sopprimere quest’ultima bambina. Una scelta radicale ha poi portato a ripetere l’aborto per la sorellina rimasta in vita». [Leggi tutto]
22 agosto 2007
Salvare la vita anche se è frutto di violenza
“Bisogna salvare la vita anche se è frutto di violenza”: così ha detto il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, in una intervista rilasciata in esclusiva alla nostra emittente, a margine del Meeting di Rimini, commentando la svolta di Amnesty International che ha inserito tra i diritti umani l’aborto in caso di stupro. Il porporato ha affrontato questo e altri temi, come la verità, argomento al centro del meeting, l'azione di satana nel mondo e l'immagine della Chiesa, a volte deformata dai mass media. L'intervista è stata realizzata da Luca Collodi.
Qualuno vorrebbe ridurre la Chiesa ad un’Organizzazione non Governativa...
"E’ assurdo. Basta vedere la storia della Chiesa, l’identità originale della Chiesa, lo spessore istituzionale della Chiesa come soggetto di diritto internazionale e basta vedere gli studi anche dei grandi internazionalisti. Ricordo uno studio molto bello di Balladore Pallieri, un grande professore dell’Università Cattolica di Milano, degli anni ’50. La Chiesa ha una consistenza giuridica tale che non può essere declassata ad una semplice organizzazione non governativa".
Amnesty International, dall’altra parte, apre all’aborto come diritto umano per quelle donne che abbiano subito uno stupro ...
"Abbiamo sentito ripresentare in questi giorni questa posizione e abbiamo già ascoltato il netto rifiuto da parte di uomini e donne di Chiesa e da parte anche di altri pensatori. Non si può aggiungere ad omicidi altri omicidi, l’uccisione di altre persone. Anche se sono persone all’inizio del cammino della vita, sono persone, sono soggetti umani, con tutta la loro dignità di esseri umani. Bisogna certamente lottare contro la violenza sulle donne, contro questa forma disumana di violenza che è lo stupro e lottare tutti, e difendere la dignità delle donne, di qualsiasi donna. Ricordo le grandi encicliche, i grandi messaggi, i documenti della Chiesa sulla dignità della donna. Vorrei citare un bel documento che è passato sotto silenzio, il documento della Congregazione per la Dottrina della fede, firmato dal cardinale Ratzinger e dal sottoscritto: “La collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nella società”. Bisogna salvare la vita, anche se è frutto di una violenza. Non si può eliminare la vita come tale, anche se è frutto di una violenza".
La Chiesa fa del bene, lo abbiamo appena detto. Molti missionari lo testimoniano anche con il sacrificio della vita. Ma se noi sfogliamo qualsiasi giornale, italiano ed europeo, abbiamo un’immagine dubbia della Chiesa, spesso legata a fatti di cronaca. Sono i giornalisti che non capiscono la Chiesa o che altro?
"Certamente, questo è un modo falsificante di presentare la Chiesa, come se si presentasse un frammento oscurato nella grande Cappella Sistina restaurata, che è uno splendore e che ha riacquistato i colori originali di Michelangelo, specialmente il grande affresco del Giudizio Universale. Ci sono dei ritagli di affresco che hanno mantenuto il colore rovinato, viziato dalle candele di secoli, dalle celebrazioni. Quindi, ci sono dei ritagli, dei rettangoli oscuri. Se uno puntasse la telecamera per riprendere la Cappella Sistina su questo angolo oscuro e non lo puntasse sullo splendore della Cappella Sistina, sarebbe una falsificazione. Anche quella è Cappella Sistina, certamente, ma non è il grande capolavoro. La Chiesa è un grande capolavoro di Dio e degli uomini e delle donne di Chiesa, dei giovani, di milioni di uomini e donne di Chiesa, nel passato della sua storia gloriosa e nell’attualità di un volume immenso di bene che la Chiesa produce in ogni parte del mondo. Ed io devo dire che nella esperienza che ho come segretario di Stato, ricevo presidenti, capi di governo di tutti gli Stati, anche non a maggioranza cristiana, Stati musulmani che riconoscono il bene che fa la Chiesa, il volume di carità sociale che svolge la Chiesa in ogni nazione. Allora, dico che questo modo di presentare la Chiesa, di chiunque sia, o qualunque sia l’intenzione o la colpa, è un modo mistificatore, non presenta la vera Chiesa, la vera Chiesa cattolica, la vera Chiesa di Cristo".
Secondo lei questo comportamento è casuale o forse c’è un disegno preciso?
"In qualche momento sembra ci sia un disegno, perché ad esempio, mentre ero negli Stati Uniti, mi hanno informato che per una settimana sui giornali italiani è comparso un istituto educativo, che ha una grande tradizione, per un fatto che è tutto da accertare, che è in mano alla magistratura, e appariva come un istituto dove si commettono chissà quali nefandezze. Questa è una falsificazione. Per una settimana, sui giornali o al telegiornale, vedere sempre la facciata di questo istituto è veramente vergognoso e mistificante. E’ da condannare assolutamente". [leggi tutto]
embrioni ibridi citoplasmatici
La comunità scientifica accolse con un certo scetticismo la notizia, ma questo non ha impedito che nel dicembre 2005, nell’ambito del VI programma quadro, l’Unione Europea finanziasse con 600.000 euro CHIMBRIDS, un intero progetto per “analizzare le problematiche scientifiche, etiche, filosofiche e giuridiche sollevate dall'utilizzo di chimere e ibridi nell'ambito della ricerca europea e internazionale”., a cui partecipano 15 Stati membri dell'Unione europea, insieme a Canada, Cina, Israele, Giappone, Svizzera e Stati Uniti. Nella presentazione del progetto si rassicura la comunità internazionale: gli “horror-scenarios” di possibili creature mostruose uomo/animale non sono reali, anche perché nessuno scienziato è intenzionato a far sviluppare queste creature fino a farle nascere. Lo scopo della ricerca sarebbe sempre quello: lo studio di malattie come l’ Alzheimer, il Parkinson e la Sclerosi Multipla, mediante cellule staminali embrionali.
E adesso hanno chiesto di poterne fabbricare anche loro, gli inglesi. Hanno presentato domanda due gruppi di ricerca, per la creazione di “cibridi”; l’HFEA, l’autorità britannica che ha il compito di regolare le procedure per la fecondazione assistita e la ricerca sugli embrioni, è sempre stata orientata a dare la licenza, ed ha aperto una consultazione pubblica che terminerà il prossimo 20 luglio. Il governo inglese, dal canto suo, in un primo tempo ha cercato di frenare, preoccupato dei numerosi pareri contrari raccolti. Immediata la risposta: cinquanta scienziati, fra cui tre premi Nobel, hanno firmato una lunga lettera, pubblicata dal Times, in cui si motiva la ricerca sugli embrioni umani/animali, e se ne chiede il supporto.
Successivamente la Commissione Scienza e Tecnologia della Camera dei Comuni ha dato parere favorevole alla creazione dei mix uomo/animale, ma soprattutto nell’attuale proposta di revisione di legge che regola fecondazione assistita e ricerca sugli embrioni in Gran Bretagna, si prevede che i laboratori di ricerca possano chiedere di creare tre tipi di questi embrioni: embrioni ibridi citoplasmatici, innanzitutto, e poi embrioni umani transgenici – cioè embrioni umani con geni animali inseriti in un primo stadio di sviluppo – e ancora embrioni chimerici umani, cioè embrioni umani in cui sono inserite cellule animali, sempre nel primissimo sviluppo. Entro quattordici giorni dalla creazione tutti questi embrioni andrebbero distrutti, e per ora rimarrebbe il divieto di creare veri e propri ibridi, cioè creature nate mischiando direttamente i gameti animali con quelli umani. [da leggere tutto]
27 luglio 2007
Funerali religiosi per Nuvoli. Mons. Sgreccia: è stata una scelta giusta
26 luglio 2007
Lo stato di sofferenza della famiglia
Attualmente, una madre single che lavora 16 ore a settimana, al netto dei crediti d’imposta, guadagna 487 sterline a settimana (726,6 euro), ha spiegato Field. Per contro, una famiglia con due genitori, a reddito minimo, deve lavorare 116 ore per guadagnare la stessa cifra, in quanto il sistema fiscale non prevede esenzioni per il secondo adulto.
Gli effetti negativi di un simile sistema sulle famiglie sono stati confermati dai dati pubblicati qualche mese fa dal British Office for National Statistics (ONS). Secondo un servizio dell’11 aprile, pubblicato sul quotidiano Independent, il 24% dei bambini in Gran Bretagna ha vissuto, nel 2006, con un solo genitore, rispetto al 22% del 2001.
Questi bambini vivono solitamente in abitazioni in affitto e in condizioni “indecorose”, secondo l’ONS.
Il rapporto dell’ONS ha inoltre rilevato che sin dal 1971 la percentuale delle persone che vivono in famiglie tradizionali, composte da coppie con figli a carico, è crollata dal 52% al 37% della popolazione. Per contro, la percentuale delle persone che vivono insieme, ma senza figli, è aumentata dal 19% al 25%. [leggi tutto]
24 luglio 2007
Obblighi senza reciprocità
I Cus, ipotesi bislacca. Un atto a senso unico
Dai Dico ai Cus (Contratti di Unione Solidale) cambia il nome ma
non la sostanza: proprio mentre si afferma di voler eliminare le
discriminazioni verso i conviventi, in realtà la vera
discriminazione colpisce i coniugi. Infatti essi si assumono dei
doveri inderogabili, la cui trasgressione è sanzionata, talora
anche penalmente.
Per esempio gli obblighi di curarsi reciprocamente, di educare il
figlio anche se è «solo» del coniuge e non è proprio, di
contribuire alle necessità della famiglia, di versare gli
alimenti in caso di separazione o di divorzio, di coabitare.
Per limitarci solo all'obbligo di coabitazione, i coniugi non
possono lasciarsi da un momento all'altro senza conseguenze: se
uno dei due abbandona il tetto coniugale, può essergli addebitata
la separazione, il che può precludere l'assegno di mantenimento.
Invece nei Cus i conviventi non hanno nemmeno l'obbligo della
coabitazione e viene menzionato in modo molto generico solo il
dovere di aiutarsi reciprocamente e di contribuire alle necessità
della vita, ma con la clausola che "il contratto di unione
solidale può prevedere i tempi e i modi dell'attuazione" dei
doveri.
Quindi, non solo i coniugi hanno molti più doveri, ma hanno
inoltre degli obblighi definiti, diversamente dai conviventi che,
nei Cus mantengono un'autonomia molto ampia rispetto ai doveri.
Insomma, i conviventi, coi Cus, hanno diversi diritti, per
esempio il trasferimento di sede per i lavoratori, il diritto di
succedere nel contratto di locazione per l'alloggio comune,
quello di ereditare automaticamente (se sono passati nove anni
dalla registrazione del Cus) e quello di percepire (dopo il
riordino della normativa previdenziale) la pensione di
reversibilità.
Pertanto, se lo Stato istituisse i Cus, attuerebbe un atto
giuridico a senso unico, perché si assumerebbe degli obblighi nei
confronti dei conviventi, quando questi ultimi non se ne assumono
nessuno o quasi. E riconoscerebbe loro i diritti che abbiamo
menzionato, senza esigere in cambio i doveri che invece chiede ai
coniugi di assolvere.
Né si può parlare di discriminazione verso i conviventi in merito
ad alcuni diritti reclamati per i conviventi e contenuti nei Cus
(quello di prendere decisioni di carattere sanitario in favore
del convivente o quello di succedergli nel contratto di
locazione), dato che (Avvenire lo ha documentato varie volte)
essi sono già oggi garantiti dal nostro ordinamento.
Ma con la differenza (rispetto ai Cus) che essi sono attualmente
concessi ai singoli e non alle coppie, perché fino ad oggi lo
Stato ha conferito uno status speciale al matrimonio, laddove
invece i Cus li assegnerebbero alle coppie conviventi,
«avvicinandole» a quelle sposate.
Oltre che per quanto detto finora, contrapporsi ai Cus non
significa discriminare i conviventi: discriminare significa
trattare in modo diverso cose uguali.
Dunque è vero che ogni singolo uomo deve avere gli stessi
diritti; ma ci sono giustamente differenze nei diritti
particolari, legate alle funzioni delle persone (per esempio, un
parlamentare ha il diritto di votare le leggi, un semplice
cittadino no).
Ciò significa che le relazioni interpersonali devono essere
trattate dallo Stato in modo diverso quando sono tra loro
diverse.
Ora, la relazione dei conviventi è diversa da quella dei coniugi,
per lo meno perché i conviventi non si assumono le responsabilità
e gli obblighi a cui i coniugi si impegnano.
di Giacomo Samek Lodovici
(C) Avvenire 15 luglio 2007
18 luglio 2007
In coma, conteso tra Italia e Svizzera
Antonio Trotta, 39enne italiano di Albizzate (VA), ma domiciliato in Svizzera, due anni fa resta in coma a seguito di un incidente verificatosi in territorio svizzero.
L'ospedale ticinese che lo ospita è orientato ad interrompere le cure parlando di "trattamenti ritenuti futili in medicina intensiva o addirittura atteggiamenti di accanimento terapeutico, senza possibilità reale di guarigione o raggiungimento di una qualità di vita accettabile".
I genitori di Antonio non sono di questa idea e vorrebbero assisterlo con una terapia riabilitativa, consigliati anche da degli esperti italiani, secondo i quali il paziente "è indubbiamente sveglio ed estremamente recettivo nei confronti di stimoli affettivi con importante valenza emotiva". [leggi tutto]
17 luglio 2007
16 luglio 2007
Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
La Tradizione racconta che già prima del Cristianesimo, sul Monte Carmelo (Karmel = giardino-paradiso di Dio) si ritiravano degli eremiti, vicino alla fontana del profeta Elia, poi gli eremiti proseguirono ad abitarvi anche dopo l’avvento del cristianesimo e verso il 93 un gruppo di essi che si chiamarono poi ”Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo”, costruirono una cappella dedicata alla Vergine, sempre vicino alla fontana di Elia.
Si iniziò così un culto verso Maria, il più bel fiore di quel giardino di Dio, che divenne la ‘Stella Polare, la Stella Maris’ del popolo cristiano. E sul Carmelo che è una catena montuosa che si estende dal golfo di Haifa sul Mediterraneo, fino alla pianura di Esdrelon, richiamato più volte nella Sacra Scrittura per la sua vegetazione, bellezza e fecondità, continuarono a vivere gli eremiti, finché nella seconda metà del sec. XII, giunsero alcuni pellegrini occidentali, probabilmente al seguito delle ultime crociate del secolo; proseguendo il secolare culto mariano esistente, si unirono in un Ordine religioso fondato in onore della Vergine, alla quale i suddetti religiosi si professavano particolarmente legati.
L’Ordine non ebbe quindi un fondatore vero e proprio, anche se considera il profeta Elia come suo patriarca e modello; il patriarca di Gerusalemme s. Alberto Avogadro (1206-1214), originario dell’Italia, dettò una ‘Regola di vita’, approvata nel 1226 da papa Onorio III.
Costretti a lasciare la Palestina a causa dell’invasione saracena, i monaci Carmelitani, come ormai si chiamavano, fuggirono in Occidente, dove fondarono diversi monasteri: Messina e Marsiglia nel 1238; Kent in Inghilterra nel 1242; Pisa nel 1249; Parigi nel 1254, diffondendo il culto di Colei che: “le è stata data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron” (Is 35,2).
Il 16 luglio del 1251 la Vergine circondata da angeli e con il Bambino in braccio, apparve al primo Padre Generale dell’Ordine, beato Simone Stock, al quale diede lo ‘scapolare’ col ‘privilegio sabatino’, che consiste nella promessa della salvezza dall’inferno, per coloro che lo indossano e la sollecita liberazione dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte. [leggi tutto]
Darfur, arabi nelle terre degli africani
ROMA
Oltre 30.000 arabi provenienti da Ciad e Niger hanno attraversto negli ultimi due mesi il confine con la regione sudanese del Darfur, carichi dei loro beni e con i loro greggi al seguito, per insediarsi nei villaggi abbandonati negli ultimi anni di guerra dalle tribù africane. Stando a un rapporto interno dell’Onu, ottenuto dall’Independent, si tratta di uno spostamento «senza precedenti», in una regione dove gli arabi sono pastori nomadi in continua ricerca di nuovi pascoli, che potrebbe avvalorare la tesi di quanti ritengono che il governo di Khartoum stia cercando di ripopolare l’area. Soprattutto in vista delle elezioni in programma tra due anni.
Un funzionario dell’Onu ha parlato di un processo «apparentemente ben programmato», sottolineando che si tratta di un trasferimento «molto consistente». «Non abbiamo mai visto così tante persone arrivare finora nel Darfur occidentale», ha aggiunto. L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) ha inviato alla fine di maggio una propria squadra al confine con il Ciad per intervistare i nuovi arrivati e stabilire se si trattasse di persone in fuga dai combattimenti in corso nel paese vicino. Ma sono stati pochi quelli che hanno chiesto assistenza. «La maggior parte di loro sono stati sistemati dagli arabi sudanesi negli ex villaggi degli sfollati e più o meno invitati a rimanere», ha detto un funzionario Onu. I nuovi arrivati hanno anche ricevuto cittadinanza e documenti d’identità sudanesi. [leggi tutto]
13 luglio 2007
Socci e il Concilio Vaticano II
Anche Paolo VI, promulgando la Costituzione conciliare Lumen Gentium, dichiarava: “questa promulgazione nulla veramente cambia della dottrina tradizionale. Ciò che Cristo volle, vogliamo noi pure. Ciò che era resta. Ciò che la Chiesa per secoli insegnò, noi insegniamo parimenti”.
Il tesoro della Chiesa infatti è il suo “depositum fidei”, la rivelazione portata da Cristo, Dio fatto uomo, e il compito assoluto dei pastori è conservare quel “deposito”. Non possono disporne a piacimento o cambiarlo, ma devono custodirlo intatto a costo della propria stessa vita. [leggi tutto]
12 luglio 2007
Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale
Thomas E. Woods, Jr., giovane storico americano, nel suo nuovo saggio Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale, smonta pezzo dopo pezzo tutto l'edificio di falsità messo su dalle correnti illuministiche radicali, secondo cui il cattolicesimo, prevalente soprattutto nell'epoca medievale, sarebbe stato portatore di oscurantismo e regresso. Al contrario, egli mette bene in evidenza come lo stesso cattolicesimo e la Chiesa cattolica romana siano stati i massimi fautori e protagonisti del fiorire della civiltà europea e poi di quella insediatasi nelle Americhe in coincidenza con le nuove scoperte geografiche. Occorre allora fare piazza pulita delle bugie fattesi sistema ad opera della sinistra laicista ed anticlericale oggi ancora culturalmente egemone, la quale pretende di continuare ad imporre la propria visione ideologica e menzognera di un Medioevo contrassegnato solo da barbarie e «secoli bui» a causa del cattolicesimo, dopo il quale sarebbe sopravvenuto un illuminismo ed una secolarizzazione portatrici di vera luce, progresso, pace ed eguaglianza, frutto appunto della messa da parte della religione. Un simile quadro tanto in voga nell'approccio culturale della sinistra non corrisponde a verità. E' vero semmai il contrario. [leggi tutto]
11 luglio 2007
Fuga dal mondo? (monachesimo)
E' questo quello che il Concilio Vaticano II ha chiamato l'errore e la tragedia del nostro tempo. Recuperare l'integralità della fede e del progetto di vita che da essa nasce e testimoniarlo lietamente nel mondo davanti alla libertà degli uomini, è questa la grande responsabilità dell'oggi e del domani della Chiesa.
Il progetto laicista sulla storia e sul mondo ha mostrato i suoi equivoci ed ha fallito; nel vuoto delle ideologie che è anche luogo di attese e di speranze, la fede può e deve tornare ad essere la proposta di vita autentica e di civiltà per l'uomo. [leggi tutto]
09 luglio 2007
Delegazione italiana in missione in Darfur
Una delegazione della Commissione esteri della Camera parte per una missione in Sudan con l’intento di constatare la gravità della situazione di crisi nella regione del Darfur. Questa iniziativa segue l’audizione di alcune settimane fa a Montecitorio di Ong internazionali, tra cui Oxfam, International Crisis Group e la Caritas, che hanno lanciato l’allarme dell’aggravamento delle condizioni dei campi profughi e della sicurezza nella regione.
La delegazione parlamentare, guidata dal presidente della commissione Umberto Ranieri, è composta dai deputati Tana De Zulueta, Ramon Mantovani e Marco Zacchera.
La missione si svolge alla vigilia della conferenza internazionale sul Darfur che le Nazioni Unite e l’Unione africana hanno convocato congiuntamente in Libia per il 15 e il 16 luglio, a cui è stata invitata anche l’Unione europea. [leggi tutto]
06 luglio 2007
Le bugie della Turco e i catastrofisti battuti
Tutti i commenti si appuntano sulla piccola riduzione di gravidanze: ecco, l'avevamo detto che sarebbe successo, e ora cambiamo la legge. Peccato che quella piccola percentuale anneghi nella voragine di un immenso buco nero: la mancanza di informazioni su circa la metà delle gravidanze. Le coppie infatti tendono a sfuggire al follow up, cioè ai controlli dopo i trattamenti, e del 47,8% delle gravidanze non si sa più niente. Un po' per la voglia di rimuovere l'idea di un figlio concepito in provetta, un po' per evitare viaggi e spostamenti, le mamme non tornano nei centri dove sono state sottoposte alla fecondazione assistita. Manca quindi all'appello la metà dei dati necessari a formulare qualunque ipotesi fondata, e sarebbe onesto avvertire che non si può arrivare a nessuna conclusione certa. Invece si parla di «correlazione» tra l'aumento di gravidanze finite male e l'obbligo di impiantare tutti gli embrioni (al massimo 3) contenuto nella legge. Mentre, come la Turco certamente sa, la legge non obbliga affatto a impiantare 3 embrioni: sono i medici che non si allineano alla tendenza internazionale, che è quella di impiantare un unico embrione per volta, magari congelando gli ovociti. Come si fa a stabilire correlazioni, per spiegare aumenti percentuali minimi, quando si possiede solo una metà delle informazioni? Nella relazione per la verità si accenna al problema che, secondo gli stessi estensori, rende impossibile «dare informazioni significative sulla sicurezza delle tecniche e sui loro esiti», ma quando, nell'introduzione, si traccia il bilancio della legge i dubbi e le cautele spariscono. Ieri il ministro Turco, dopo aver lodato il rigore e lo scrupolo con cui l'Istituto Superiore di Sanità ha raccolto ed elaborato i dati disponibili, si è augurata che «tutte le parti si misurino su quei dati, ne valutino il rigore, e a partire da quei dati il Parlamento valuti che fare». Siamo assolutamente d'accordo: purché lo si faccia con onestà, tenendo conto di quello che i dati effettivamente dicono, e soprattutto di quello che non dicono.[leggi tutto]
05 luglio 2007
Attuazione della legge 40: una lettura ideologica dei dati
Commenti alla relazione al Parlamento del Ministro della Salute
Questo lunedì il Ministro della Salute Livia Turco ha inoltrato ai Presidenti del Senato Franco Marini e della Camera Fausto Bertinotti la relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 40/2004 che regolamenta la procreazione medicalmente assistita (Pma).
Dai dati emerge un aumento nel numero dei centri per la procreazione assistita, così come dei trattamenti e delle donne che vi si sottopongono, e una diminuzione in percentuale dell'efficacia dei trattamenti stessi.
Nel 2005, le pazienti trattate sono state 27.254, contro le 17.125 del 2003, le percentuali di gravidanze sono passate dal 24,8% del 2003 al 21,2% del 2005, con una riduzione di 3,6 punti percentuali.
Ciononostante le donne che hanno fatto ricorso alla fecondazione in vitro (FIV) sono passate da 17.000 a 27.000; la FIV ha prodotto 6.200 gravidanze nel 2005 contro le 4.800 nel 2003. [leggi tutto]
04 luglio 2007
Salviamo i cristiani
Roma 4 Luglio 2007 Piazza SS Apostoli ore 21:00
PADRE BOSSI LIBERO!
Appello per una "Manifestazione nazionale contro l'esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, per la libertà religiosa nel mondo "
Dopo aver ascoltato e fatto nostro l' "accorato appello" del Papa Benedetto XVI ad agire per porre fine alle "critiche condizioni in cui si trovano le comunità cristiane", abbiamo deciso di promuovere una "Manifestazione nazionale contro l'esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente , per la libertà religiosa nel mondo". Noi non possiamo più continuare ad assistere inermi alle barbarie che stanno costringendo milioni di cristiani negli Stati arabi, musulmani e altrove nel mondo a fuggire dalle loro case e dai loro paesi. Al contempo noi denunciamo le violenze contro i religiosi e i fedeli cristiani che pagano con la vita l'impegno e la fedeltà a testimoniare la propria fede. La presenza dei cristiani si va assottigliando sempre più: dalla prima guerra mondiale circa 10 milioni di cristiani sono stati costretti a emigrare dal Medio Oriente. Una fuga simile alla cacciata degli ebrei sefarditi che, da un milione prima della nascita dello Stato di Israele, si sono ridotti a 5 mila. Invitiamo pertanto tutti gli uomini di buona volontà , al di là della loro fede, etnia e cultura, partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà mercoledì 4 luglio a Piazza Santi Apostoli a Roma alle ore 21. Sarà una grande manifestazione per la vita, la dignità e la libertà dei cristiani e per il riscatto dell'insieme della nostra civiltà umana.
Per aderire all'appello e alla manifestazione inviare email agli indirizzi info@salviamoicristiani.com o salviamoicristiani@gmail.com oppure telefonando al numero 338 7113421
03 luglio 2007
La Cina oscura la lettera del Papa diffusa su Internet
Per tutta risposta la lettera è stata oscurata dai siti web. Lo ha comunicato l'agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere, Asianews, che ha raccolto le proteste dei sacerdoti e dei fedeli cinesi.
Secondo quanto riportato dall'agenzia del Pime, alcuni rappresentanti del governo cinese avrebbero imposto ai sacerdoti che gestiscono i portali cattolici ad eliminare la pubblicazione. Secondo una fonte dell'agenzia vaticana "questo episodio conferma come sia vero quanto il Papa scrive sulla mancanza per la Chiesa in Cina della piena libertà religiosa". Inoltre, dalla Cina è impossibile connettersi al sito internet della Santa Sede.
Nonostante la censura governativa, il testo papale è in ogni caso giunto alle comunità cattoliche cinesi via fax, portato a mano oppure scaricato da internet grazie ad alcuni siti civetta.
Intervista a Loretta Napoleoni, esperta di terrorismo
"Più che parlare di Al Qaeda, come era prima dell'undici settembre e cioè l'organizzazione verticale controllata da Osama Billaden, io parlerei più dell'Alqaedismo, questa nuova ideologia antimperialista che oramai ha preso piede non solamente in Inghilterra ma direi un pò in tutto il mondo."
02 luglio 2007
28 giugno 2007
Docenti europei dal Papa
Il cristianesimo non va relegato al mondo del mito o dell'emozione, ma deve essere rispettato per il suo anelito a fare luce sulla verità sull'uomo, a essere in grado di trasformare spiritualmente gli uomini e le donne, e quindi a permettere loro di realizzare la propria vocazione nel corso della Storia. Durante la mia recente visita in Brasile, ho espresso la mia convinzione che "se non conosciamo Dio in Cristo e con Cristo, tutta la realtà si trasforma in un enigma indecifrabile" (Discorso ai Vescovi del Celam, n. 3). La conoscenza non si può mai limitare alla mera sfera intellettuale. Essa include anche una rinnovata abilità di guardare alle cose liberi da pregiudizi e preconcetti e di lasciarci "entusiasmare" dalla realtà, la cui verità si può scoprire unendo l'amore alla comprensione. Solo il Dio che ha un volto umano, rivelato in Gesù Cristo, può impedirci di limitare la realtà proprio quando essa richiede livelli sempre più nuovi e complessi di comprensione. La Chiesa è consapevole della propria responsabilità di offrire questo contributo alla cultura contemporanea.
Il coraggio, le gioie e le rinunce delle famiglie numerose
ROMA, mercoledì, 27 giugno 2007 (ZENIT.org).- E’ appena uscito il libreria un volume controcorrente che ha per titolo “Tutti vostri? Viaggio nel mondo delle famiglie numerose”, scritto da Regina Florio, mamma a tempo pieno di quattro figli e giornalista per passione.
L’altro autore è Mario Sberna, tre figli naturali, uno adottato e uno in affido, amministratore del seminario vescovile della sua città. Nella sua diocesi si occupa anche di migranti, giustizia e pace. Nel 2004 ha fondato l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose (www.famiglienumerose.org).
Per conoscere la storia e le avventure delle coraggiose famiglie numerose, ZENIT ha intervistato Regina Florio che, oltre ad essere coautrice del libro, insieme al marito Fabrizio Maroncelli cura la redazione del sito e del giornale dell’Associazione.
Qual è la vostra realtà di famiglie numerose, e perchè avete sentito il bisogno di fondare un’Associazione?
[leggi tutto]
27 giugno 2007
Se la legge è fuorilegge
Pagare il biglietto? Ma quando mai? Ci vuole un biglietto per salire sul treno? Ma stiamo scherzando? Avanti, si occupino i binari, si paralizzi l’Italia, si tengano in ostaggio i passeggeri. E se qualcuno si sente male, che importa? Lo ricoveriamo in ospedale. Sempre ammesso che l’ospedale non sia chiuso nel frattempo per lo sciopero degli infermieri cui è stato chiesto (udite udite) di allungare l'orario di lavoro. Ma vi rendete conto? Allungare l'orario di lavoro? A un infermiere? Anche qui, come in stazione, la risposta non può che arrivare forte e dura: diserzione di massa, sale operatorie chiuse. E se c'è qualche malato grave? Pazienza. Tanto nessuno è più malato di quest'Italia: moribonda, eppure ancora piena di risorse suicide. [leggi tutto]
Sarkozy: "Il silenzio uccide"
"E' inaccettabile l'assenza di una risposta ed e' inaccettabile l'assenza di una decisione. Vogliamo mobilitare la comunita' internazionale per dire: basta. Non viviamo nel ventunesimo secolo solo per guardare quanto accade", ha detto il presidente francese, che, appena insediato all'Eliseo, ha messo al centro della propria agenda politica la ricerca di una soluzione politica e umanitaria al conflitto. Sarkozy ha ripreso la "fermezza" evocata ieri da Condoleezza Rice per rilanciarla oggi, quando si cerca di trovare un'intesa per trovare i soldi necessari alla missione ibrida Onu-Unione Africana che vedra' 23.000 soldati impegnati nell'area e si lavora a un'intesa politica che coinvolga gli attori riconosciuti del conflitto: il governo e i ribelli, diversi dei quali non hanno firmato gli accordi di pace. "Credo che la fermezza della comunita' internazionale sia l'unica strada per avviare le trattative", ha sottolineato Sarkozy.
Gli ha fatto eco, dalla sala delle Conferenze Internazionali dove si tiene il Gruppo di contatto, il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner. L'obiettivo della Conferenza e' "sostenere le iniziative" dell'Onu e dell'Ue e "non sostituirsi alle Nazioni Unite e all'Unione africana". Il Gruppo di contatto allargato offre l'opportunita' di un "multilateralismo moderno ed efficace, in grado di agevolare lo scambio tra i diversi punti di vista e di farli convergere".
Nel momento in cui Khartum ha accettato il dispiegamento della forza ibrida su una parte del suo territorio, ha sottolineato, si e' realizzato un momento di "svolta" del quale approfittare.
La Francia, tra l'altro, sta considerando l'invio di una forza umanitaria in grado di portare soccorso ai circa 500.000 profughi ciadiani, spesso oggetto delle scorrerie dei predoni e dei ribelli che operano dentro il Paese confinante con il Darfur, e alle migliaia di rifugiati della regione sudanese che oggi vivono nei campi profughi del Ciad orientale. (AGI)
22 giugno 2007
Audizione alla Camera per il Darfur
Sintesi della giornata
Una delegazione di rifugiati del Darfur, guidata dal portavoce Abu Elgasim Mohamed, è stata ricevuta oggi dal presidente della Commissione Esteri della Camera Umberto Ranieri e ascoltata dal Comitato per i diritti umani della Camera dei Deputati. All’audizione erano presenti anche i rappresentanti di ‘Italians for Darfur’, movimento promotore del primo Global Day per il Darfur in Italia, delle Ong ‘Oxfam International’ e ‘International Crisis Group’ e della Caritas.
Nel corso dell’incontro gli esponenti dell’associazione dei rifugiati della martoriata regione del Sudan, dove è in atto da quattro anni una violenta guerra civile, hanno raccontato alcuni degli atroci crimini di cui sono stati testimoni e hanno avanzato delle proposte per porre fine al conflitto in Darfur.
Forte la denuncia delle Ong impegnate nei campi di accoglienza in Sudan, in particolare quella di Oxfam che ha annunciato di essere costretta per questioni di sicurezza a lasciare il campo di Gereida, che ospita 150mila rifugiati, e del rappresentante della Caritas il quale ha raccontato dell’uccisione di un collaboratore sudanese dell’associazione nel sud-pvest del Darfur.
Leo Sorge, membro di Italians for Darfur, ha invece parlato delle iniziative intraprese finora dal movimento, insieme all’associazione Articolo21, per accentrare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei mass-media sulla crisi umanitaria che ormai dura da oltre quattro. Ha anche rimarcato l’importanza di un’informazione corretta, non generica, e che si soffermi anche sulle ragioni del conflitto e, soprattutto, sui ritardi delle istituzioni e della diplomazia nel pressare il governo di Khartoum a permettere il dispiegamento di una forza di interposizione composta da Caschi blu e operatori dell’Unione africana.
I nuovi medici di Nuvoli? Nominati dai radicali
La dottoressa Canu non è l’unica a nutrire perplessità sulla vicenda: «Occorre ribadire – afferma Adriana Cosseddu, docente di Diritto penale all’Università di Cagliari e membro del direttivo locale di Scienza & Vita – che è esclusa dal nostro ordinamento la legittimità di una condotta che abbia come effetto la soppressione della vita umana, anche se motivata dal far cessare pesanti sofferenze, o fosse anche tenuta in ragione di un eventuale consenso del titolare della vita stessa. Che il diritto alla vita sia indisponibile – continua la giurista – si evince dall’articolo del Codice penale che punisce l’omicidio del consenziente. Nel nostro ordinamento la tutela della vita sussiste in quanto bene meritevole di protezione in sé, e non in base al valore che alla propria vita potrebbe essere riconosciuto da ciascuno. Si aggiunga che sono punibili l’istigazione o l’aiuto al suicidio: viene cioè sanzionato l’indurre in altri la determinazione al suicidio, ovvero una condotta che punta a suscitare un proposito prima inesistente, o a rafforzarlo, o ancora ad agevolarne l’esecuzione. Del resto – conclude la Cosseddu – se è vero che la Costituzione nei "Rapporti etico-sociali" tutela il diritto alla salute, ancor prima tutela il diritto alla vita, annoverato tra i "diritti inviolabili" che la Repubblica riconosce e garantisce in base all’articolo 2 della Costituzione. Senza la vita del resto, ogni altro diritto è destinato a decadere». [leggi tutto]
19 giugno 2007
08 giugno 2007
OCCHIO AL DARFUR
31 maggio 2007
VIDEO BBC AD ANNO ZERO: "SCIACALLAGGIO IN TV"
14 maggio 2007
UN DONO CHE VALE UNA VITA
Scriviamo questo appello, concordato con l’ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo), per dare una speranza di farcela a Michela, che ha bisogno del nostro aiuto!
Vi preghiamo di diffondere questo messaggio a chiunque possiate, chiedendo di fare altrettanto.
Stiamo cercando con estrema urgenza un donatore di midollo osseo per Michela. Michela è una ragazza di Asti di 35 anni e da un anno lotta contro un mieloma multiplo di terzo stadio, una forma di tumore del midollo osseo molto aggressiva. I medici che l’hanno in cura hanno detto che l’unica speranza di guarigione per lei è il trapianto di midollo osseo - cellule staminali. Dopo essersi sottoposta a varie chemioterapie e a due autotrapianti di cellule staminali, dovrà sottoporsi al trapianto definitivo entro marzo 2007 o al più presto! | |
Il tempo corre veloce…
VI PREGHIAMO DI AIUTARCI!
Dobbiamo trovare un donatore entro marzo 2007 o al più presto, poiché ad oggi nel mondo non è stato trovato nessuno con il midollo compatibile con quello di Michela!
BASTA UN SEMPLICE PRELIEVO DI SANGUE PER DIVENTARE UN POTENZIALE DONATORE DI MIDOLLO OSSEO - CELLULE STAMINALI E VERIFICARE
DIVENTARE DONATORI DI MIDOLLO OSSEO è oggi un gesto davvero alla portata di tutti!
Oltre, infatti, alla modalità di donazione attraverso il prelievo diretto di midollo osseo, grazie al nuovo protocollo sulle donazioni, in Italia, a partire dal 2005, nella gran parte dei casi la donazione di midollo avviene attraverso il prelievo di cellule staminali da sangue periferico.
DONARE IL MIDOLLO PUÒ SALVARE UNA VITA E NON COSTA NULLA!
Migliaia di adulti e bambini in Italia e nel mondo soffrono di leucemia, mieloma e linfoma, e sono in trepidante attesa di trovare un donatore di midollo compatibile!
Con la speranza che il nostro appello non cada nel vuoto, vi ringraziamo di cuore!
Possono essere reclutati come potenziali donatori tutti coloro che, in buono stato di salute, hanno un età compresa tra i 18 ed i 35 anni. L' iscrizione al “Registro dei donatori di midollo osseo” viene effettuata dopo l'esecuzione della tipizzazione HLA, test eseguito su un comune prelievo di sangue, previo appuntamento, presso uno dei Centri di Prelievo autorizzati, senza prescrizione medica.
Per informazioni più dettagliate potete consultare il sito www.admo.it alla sezione “la donazione” o chiamare il numero Admo Regionale 0761-223155 oppure il numero Admo Nazionale 02-39000855.
Per l’appuntamento rivolgersi ai seguenti centri di servizio di ematologia. Essendo questi i centri di riferimento per l’intera regione Lazio, i tempi di attesa per l’appuntamento sono piuttosto lunghi. Raccomandiamo pertanto di telefonare quanto prima!
D O N A Z I O N E D I M I D O L L O O S S E O - C E N T R I A U T O R I Z Z A T I
OSPEDALE S. EUGENIO
Piazzale dell’Umanesimo, 10 – Ospedale nuovo – Day hospital Clinica chirurgica (6° piano)
06.51002293 - 2550
POLICLINICO UMBERTO I
Via Chieti, 7
06.49976512
OSPEDALE S. CAMILLO-FORLANINI
Via Ramazzini, 15
06.65740283
OSPEDALE MILITARE del CELIO (esegue il servizio anche per non militari)
Via S. Stefano Rotondo, 4
06.777039152
Se non siete residenti nella Regione Lazio potete trovare l’elenco dei CENTRI DI DONAZIONE MIDOLLO OSSEO della vostra Regione consultando il sito www.ibmdr.galleria.it , alla voce “organizzazione”, sezione “cd”. Per qualsiasi altra informazione: www.undonoperlavita.com oppure manda un’e-mail a emanuelafilippetti@hotmail.com