26 aprile 2007

IL GLOBAL DAY FOR DARFUR IN ITALIA



Conferenza stampa sulla situazione in Darfur
Ore 11:00 venerdì 27 Aprile 2007 alla Camera.

Domenica 29 Aprile: corteo dalle 10 alle 14.00 da Piazza Madonna di Loreto, Via dei Fori Imperiali, agli info points nei pressi del Colosseo con la mostra di "Una vignetta per il Darfur".

Per la prima volta in Italia, a Roma, in contemporanea con circa cinquanta Paesi nel mondo, si svolgerà il Global Day for Darfur, grazie all'impegno di Italian Blogs for Darfur, movimento per i diritti umani di cui fanno parte giornalisti, operatori sociali ed esponenti della società civile. Il conflitto in Darfur, nell'arco di quattro anni, ha provocato non meno di 300.000 morti, e ha costretto almeno due milioni di persone alla fuga, destinandole ad una vita da sfollati sia all'interno del Sudan, sia nei campi profughi in Ciad, circostanza che di fatto ha allargato il conflitto anche a questo paese confinante.
Solo assicurando ai cittadini italiani una corretta e completa informazione, possiamo sperare che le istituzioni si mobiliteranno, in tempi utili, per trovare una soluzione al conflitto in corso. Dal Gennaio 2007 l'Italia siede al Consiglio di Sicurezza ONU come membro non permanente e presiede, nella persona dell' On. Marcello Spatafora, ambasciatore dell'Italia presso l'ONU, la commissione per le sanzioni contro il Sudan ( http://www.un.org/sc/committees/1591/index.shtml). Ci aspettiamo quindi che il nostro Paese si adoperi al massimo per porre la questione del conflitto in Darfur all'ordine del giorno della Comunità Internazionale. Per denunciare tutto questo, il prossimo 29 aprile si terrà una manifestazione con partenza alle 10:00 da piazza Madonna di Loreto, lungo via dei Fori Imperiali fino al Colosseo alla quale hanno aderito i Radicali, l'Ugei (Unione Giovani Ebrei d'Italia), le componenti giovanili dei Verdi, le Acli.
Per esporre le ragioni della manifestazione del 29, per sollecitare i mass-media italiani a dare più informazione sul Darfur e per chiedere l'impegno del Parlamento e del Governo italiano, il 27 aprile, alla Camera, si terrà una conferenza stampa, alle 11,00. Saranno presenti gli organizzatori della manifestazione; Marco Beltrandi (Rnp), vice presidente della Commissione di vigilanza Rai, che ha presentato una mozione per chiedere alla Rai di informare di più sul conflitto in atto in Darfur; il Senatore Pianetta (FI), tra i promotori in Senato di un Ordine del Giorno riguardante il Darfur; Irene Panozzo, giornalista e scrittrice esperta di Sudan. Nel corso della conferenza verranno presentate le vignette realizzate da molte firme italiane, tra cui Staino, Vincino e Jacopo Fo, per Italian Blogs for Darfur e che saranno in mostra il 29 aprile nei pressi del Colosseo.

24 aprile 2007

Mons. Rabban: “la Chiesa in Iraq è in grande pericolo"

Gli ultimi attentati al nord, finora zona più sicura nel Paese, fanno scattare l’allarme. Mons. Rabban Al Qas "supplica" il Vaticano: “Intervenite, ormai i cristiani sono in grande pericolo ovunque”. Bilancio aggiornato del kamikaze nel villaggio di Tell-el-skop: almeno 10 i morti, tra i 140 feriti anche due suore domenicane. A Baghdad continua il “massacro” di cristiani e sciiti nel quartiere di Dora.

Erbil (AsiaNews) – Ci sono numerosi bambini e due suore domenicane tra i 140 feriti del kamikaze di ieri a Tell-el-skop, villaggio cristiano a nord-est di Mosul. La diffusione di attacchi suicida anche al nord dell’Iraq fa salire l’allarme tra i responsabili religiosi, che chiedono l’aiuto della Santa Sede. “Trovate una via, un modo per salvarci, la Chiesa in tutto l’Iraq è in grande pericolo, supplichiamo il Vaticano di muoversi e portare la nostra voce al mondo”. Sembra un ultimatum quello di mons. Rabban al Qas, vescovo caldeo di Amadiyah ed Erbil, che rilancia così tramite AsiaNews l’appello diffuso ieri dalle Chiese cattoliche irachene, allarmate per la feroce persecuzione dei cristiani in atto nel Paese.[leggi tutto]

Di seguito approfondimenti indispensabili per capire cosa sta succedendo tra tra Kurdistan, Iraq e Turchia:

Via crucis curda

L'esercito turco entra in Iraq


Turchia, assalto a editore cristiano: 3 morti

Appello dei vescovi: Salvate i cristiani irakeni

23 aprile 2007

Cina, il governo costringe all'aborto forzato 61 donne, anche incinte al nono mese

Youjiang (AsiaNews) – Continua la spietata campagna abortiva del governo cinese: il 17 aprile scorso, nella provincia meridionale del Guangxi, 41 donne sono state costrette ad abortire dalla polizia, che le ha trascinate in un ospedale locale per eseguire l’interruzione di gravidanza. Il giorno dopo, la stessa sorte è toccata ad almeno altre 20 donne.
Lo denuncia la China Aid Association (Caa), un'organizzazione non governativa con base negli Stati Uniti che opera per la libertà religiosa ed il rispetto dei diritti umani in Cina.
Secondo alcuni testimoni oculari, gli agenti della provincia hanno trasportato le donne dentro l’ospedale del Popolo nel distretto di Youjiang, dove è stato iniettato loro un farmaco abortivo. Gli agenti erano guidati dai funzionari dell’Ufficio per la pianificazione familiare nazionale. Nel giro di 24 ore, sono morti 61 feti.[continua]

18 aprile 2007

Darfur bombardato da finti aerei ONU


Il 17 aprile 2007 (NAZIONI UNITE) - Un rapporto non pubblicato delle Nazioni Unite rivela che il governo del Sudan sta trasportando in volo armi ed attrezzature militari pesanti in Darfur in violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza e gli aerei militari sudanesi sono pitturati bianchi per travestirli come le Nazioni Unite o velivoli dell’Unione Africana. In un caso, che il rapporto illustra con immagini in primo piano, le lettere “U.N.„ sono state applicate sull'ala di un aereo delle forze armate sudanesi, riverniciato di bianco che è parcheggiato su una pista militare in un aeroporto di Darfur. Le bombe custodite vicino da soldati, sono presenti nella foto a lato del velivolo. Il rapporto afferma che al contrario delle smentite dal governo sudanese, tali aerei di recente stanno partendo da tutti e tre egli aeroporti principali del Darfur e sono usati per sorveglianza e bombardamento aereo dei villaggi oltre che per il trasporto di armi. Il rapporto è stato compilato da una squadra di cinque persone responsabili di aiutare il comitato di sanzioni del Consiglio di sicurezza nel controllo della conformità alle risoluzioni per il Darfur. È stato reso disponibile da un diplomatico di una delle 15 nazioni del Consiglio di sicurezza, che crede che i risultati dovrebbero essere resi pubblici. Mentre il rapporto focalizza molto la sua attenzione sul governo sudanese, asserisce che il governo di Khartoum è inoltre colpevole di violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza, gli accordi di trattato di pace e dei diritti umanitari. Suggerisce un fissaggio dell'embargo di armi e di altre limitazioni su tutte le attività che coinvolgono le armi illecite. Il rapporto riguarda il periodo dal settembre 2006 al 12 marzo 2007. Il governo di Khartoum ha detto lunedì che accosentirebbe ad una forza di 3.000 ufficiali di polizia militare con sei elicotteri di attacco e l'altro supporto di logistica e di aeronautica. Incerto è se il Sudan alla fine farà cadere la sua resistenza ad una forza UN-Unione Africana di 21.000 unità per sostituire la forza africana dei 7.000 membri che non può porre freno alla violenza continua.
Commentando la “pittura” degli aerei, il segnalatore del rapporto ha dichiarato, “crediamo che l'uso di velivolo bianchi dal governo del Sudan costituisca un tentativo intenzionale di celare l'identità di questi velivoli, tali che da una distanza moderata assomigliano alle Nazioni Unite o agli elicotteri di AMIS Mi-8 utilizzati in Darfur„ Questo fatto ha inoltre compromesso il lavoro delle Nazioni Unite e l'unione africana. Travestendo tali velivoli, il governo stava consentendo ed a volte stava aiutando gli attacchi della gente contro le due organizzazioni messe da tali aerei in cattiva luce agli occhi della popolazione del Darfur.

13 aprile 2007

PIO XII benefattore degli Ebrei

Sulla questione Pio XII e Olocausto, distorta da 60 anni di marxismo e riesplosa in questi giorni, evito commenti personali, perché ritengo assurdo che ci siano pareri personali su una vicenda storica documentata. Lascio appunto che sia la storia, l’unica ad averne diritto, a commentare di seguito gli avvenimenti:

«L'elezione del cardinale Pacelli non è accettata con favore dalla Germania perché egli si è sempre opposto al nazismo»

Berliner Morgenpost (organo del movimento nazista), 3 marzo 1939.

«In una maniera mai conosciuta prima il papa ha ripudiato il Nuovo Ordine Europeo Nazionalsocialista. È vero che il papa non ha mai fatto riferimento al Nazionalsocialismo germanico per nome, ma il suo discorso è un lungo attacco ad ogni cosa che noi sosteniamo ed in cui crediamo ... Inoltre egli ha parlato chiaramente in favore degli ebrei»

Rapporto della Gestapo riportato nel servizio "Judging Pope Pius XII", Inside the Vatican, giugno 1997, p. 12.

«Essendo un amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università sapendo che queste si erano sempre vantate della loro devozione alla causa della verità. Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani che in ardenti editoriali proclamavano il loro amore per la libertà. Ma anche loro, come le università vennero ridotti al silenzio, soffocati nell'arco di poche settimane.
Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità.
Io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa prima, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l'ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale. Devo confessare che ciò che io una volta disprezzavo, ora lodo incondizionatamente».

Dichiarazione di Albert Einstein pubblicata da Time magazine, 23 dicembre 1940, p.40.

«Il Congresso dei delegati delle comunità israelitiche italiane, tenutosi a Roma per la prima volta dopo la liberazione, sente imperioso il dovere di rivolgere reverente omaggio alla Santità Vostra, ed esprimere il più profondo senso di gratitudine che anima gli ebrei tutti, per le prove di umana fratellanza loro fornite dalla Chiesa durante gli anni delle persecuzioni e quando la loro vita fu posta in pericolo dalla barbarie nazifascista».

Attestato delle Comunità israelitiche italiane che si trova al Museo della Liberazione in Via Tasso a Roma.

«Il clero italiano aiutò numerosi israeliti e li nascose nei monasteri e il Papa intervenne personalmente a favore di quelli arrestati dai nazisti».

Gideon Hausner procuratore Generale israeliano nel processo contro Eichmann, il 18 ottobre 1961.

«I ripetuti interventi dei Santo Padre in favore delle comunità ebraiche in Europa evocano un profondo sentimento di apprezzamento e gratitudine da parte degli ebrei di tutto il mondo".

Rabbino Maurice Perizweig, direttore del World Jewish Congress

«Quando il terribile martirio si abbattè sul nostro popolo, la voce dei Papa si elevò per le sue vittime. La vita dei nostro tempo fu arricchita da una voce che chiaramente parlò circa le grandi verità morali. ( ... ) Piangiamo un grande servitore della pace».

Golda Meir, 8 ottobre 1958

«Il mio parere è che il pensare che Pio XII potesse esercitare un influsso su un minorato psichico qual era Hitler poggi sulla base di un malinteso. Se il Papa avesse solo aperto bocca, probabilmente Hitler avrebbe trucidato molti di più dei sei milioni di ebrei che eliminò, e forse avrebbe assassinato centinaia di milioni di cattolici, solo se si fosse convinto di aver bisogno di un tale numero di vittime. Siamo prossimi al 9 novembre, giorno in cui ricorre il venticinquesimo anniversario della Notte dei Cristalli; in tal giorno noi ricorderemo la protesta fiammeggiante che Pio XII elevò a suo tempo. Egli divenne intercessore contro gli orrori che a quel tempo commossero il mondo intero»

Dichiarazione del gran Rabbino di Danimarca, dott. Marcus Melchior, riportata da KNA (agenzia di stampa danese), dispaccio n. 214, 5 novembre 1963


dossier: FAQ su PIO XII



Video intervista e appello di Suliman




Appello Urgente alla Stampa per il Darfur: uccisi a Khartum dieci uomini del Sudan Liberation Mouvement (SLM) – la situazione è drammatica.

Il 24 marzo 2007 la polizia di Beshir ha ucciso dieci uomini del Sudan Liberation Mouvement (SLM) che si trovavano a Khartum per curarsi di gravi ferite della recente (e non ancora finita) guerra del Darfur ed alloggiavano in un appartamento nel quartiere di Omdurman (vicino a cui si trova un importante ospedale, il più grande ospedale militare del Sudan).


Il tutto era iniziato il giorno prima (23/3/07) quando due poliziotti per ordine del Ministro degli Interni si erano recati davanti al palazzo dove –suddivisi in più appartamenti- abitano diverse decine di militanti dell’SLM, confluiti nella capitale sudanese dopo gli accordi di pace di Abuja del 5 maggio 2006, con lo scopo –come detto sopra- di curarsi. I poliziotti avevano aggredito verbalmente i due militanti che stavano di guardia al caseggiato dicendo loro che persone del Darfur non potevano vivere in un quartiere così benestante e che avrebbero dovuto sgombrare entro 24 ore! Passate le 24 ore, a mezzogiorno del 24 marzo, sono arrivate decine e decine di carri armati (sembra fossero 100, o forse addirittura più di 100; qualcuno ha detto che quel giorno Ondurman sembrava la Somalia) e dopo aver ucciso uno dei due uomini di guardia hanno attaccato l’intero caseggiato radendolo al suolo. Il tragico bilancio di questa vigliacca aggressione (dentro gli appartamenti c’erano uomini feriti, alcuni dei quali impossibilitati a muoversi) è stato di dodici morti, dieci militanti dell’SLM e due poliziotti, e decine e decine di feriti.
Il Presidente dell’SLM, Minni Minnawi, avvertito della strage che era avvenuta, ha subito cercato di mettersi in contatto con il Ministro degli Interni (dal momento che il presidente Beshir si trovava a Ryad per un incontro dei paesi arabi) ma non è stato possibile reperire né il Ministro né alcun altro.
Nei giorni seguenti ci sono state le retate: tutti i militanti dell’SLM -tranne il Presidente suddetto e pochissimi suoi collaboratori- sono stati incarcerati e tenuti dentro per una settimana dopo la quale una parte di loro è stata liberata, ma rimangono ancora in carcere circa 30 persone. Tutte le case del militanti dell’SLM sono state circondate da cordoni di polizia. Fra le persone ancora prive di libertà c’è il portavoce dell’SLM a Khartum, Al-Fadil Al-Tiyani, che si trova in questo momento con una gamba fratturata. Fra i militanti che sono al momento fuori del carcere lasciamo il recapito del Presidente degli studenti del Darfur nell’Università di Khartum, Mohammed ‘Abdurahman: 00249911632500.
Al momento la situazione è molto incerta e pericolosa per i militanti dell’SLM che si trovano a Khartum: quelli che non sono stati colpiti temono per la loro sorte prossima. Dopo questa strage a tradimento la “pace” che era stata stipulata circa otto mesi fa è ormai compromessa per sempre. E nel Darfur stesso la situazione è tragica e in progressivo peggioramento: dal maggio 2006 non è stato fatto assolutamente niente per i! milioni di persone che hanno riparato nei campi del Ciad (circa 400.000 famiglie) né per quelli che si trovano nei campi dentro al territorio stesso del Darfur: nel solo campo di Kalma, vicino a Nyala, ci sono più di 800.000 persone, e poche meno nei due campi vicino alla città di Al Fashir –Abushuk e Zamzam- ; oltre a diversi altri campi più piccoli raccolti intorno alle altre grandi città del Darfur. Degli 8 milioni di abitanti che il Darfur raggiungeva prima della guerra circa 5 milioni si trovano nei campi profughi fuori e dentro il Sudan, o sono espatriati o sono morti. Nei villaggi del Darfur non ancora rasi al suolo dalla violenza janjaweed unita ai bombardamenti non c’è tuttora alcuna sicurezza dal momento che ancora avvengono incursioni da parte degli stessi janjaweed che compiono razzie, violenze e assassinii. E negli stessi campi profughi –sia in Darfur che in Ciad- arrivano anche lì gli orrendi janaweed ad aggredire e violentare le donne che si allontanano per fare legna.
Così stanno le cose, e sono molto gravi. Il mondo non ne parla (c’è stata un’apertura di interesse due anni fa ma è durata poco e poi tutto ha taciuto). La notizia della strage di Ondurman l’ha data solo Al-Jezzira, e nessuna televisione occidentale l’ha ripresa. Io chiedo ai giornalisti italiani che si occupano delle notizie estere che diano ogni mese almeno due notizie sul nostro paese, il Darfur. Lo chiedo come rifugiato che ha avuto asilo politico in Italia nonché come Presidente dell’SLM in Italia e della Comunità Zagawa in Italia. Lo chiedo anche perché l’Italia –fra tutti i paesi d’Europa- è quello con il più alto numero di rifugiati politici provenienti dal nostro martoriato paese. Dò a mia volta la disponibilità ad incontrare il vostro giornale per interviste, approfondimenti, recapiti di persone più informate sulle notizie dell’ultim’ora:
Suliman Ahmed:
cell: 3487937982 e-mail: kois2778@maktoob.com

Fonte: Flipnews

PIANETTA (FI), BENE BAYROU "LA CINA RISPETTI L'ONU"


(AGI) - Roma, 12 apr. - Il candidato alle presidenziali Francois Bayrou "ha fatto bene a chiedere il boicottaggio dei giochi di Pechino 2008 nel caso la Cina non riveda le sue posizioni verso il Sudan, che sta perpetrando un genocidio in Darfur".
Lo ha detto il senatore di Forza Italia e segretario della commissione esteri del Senato, Enrico Pianetta, che ha lanciato un appello alla societa' civile e alla politica italiana affinche' si facciano "promotrici di un'azione ferma e decisa verso Pechino e i suoi governanti". "Anche oggi", ha continuato il senatore, "abbiamo letto che in quell'area vi sono sistematici attacchi da parte delle bande armate da Khartum, che bruciano interi villaggi". (AGI)

11 aprile 2007

Mappa delle atrocità nel Darfur


WASHINGTON (Reuters) - Il motore di ricerca Google e l'Holocaust Memorial Museum americano hanno lanciato ieri un progetto di mappatura online per fornire quelle che il museo definisce prove delle atrocità commesse nella regione del Darfur, nel Sudan occidentale.

Oltre 200.000 persone sono state uccise nel Darfur dal 2003 e parte di questa carneficina, definita dagli Stati Uniti il primo genocidio del secolo, è stata monitorata da Google Earth, il servizio di mappatura del motore di ricerca (http://earth.google.com).

Utilizzando immagini ad alta risoluzione, gli utenti possono zoomare sul Darfur per vedere oltre 1.600 villaggi distrutti o danneggiati, fornendo quella che l'Holocaust Museum dice essere una prova del genocidio . Il governo del Sudan nega che questo genocidio sia stato compiuto.

Inoltre, il sistema rende visibili i resti di oltre 100.000 case, scuole, moschee ed altre strutture distrutte dalla milizia janjaweed nel Darfur, dalle forze sudanesi ed altri gruppi.

"Quando si tratta di rispondere di genocidio, la documentazione nel mondo è terribile. Speriamo che questa importante iniziativa con Google renda molto più difficile ignorare chi ha più bisogno di noi", ha detto in una dichiarazione la direttrice dell'Holocaust Museum Sara Bloomfield.

"Crisi nel Darfur" è la prima delle "Iniziative di mappatura di prevenzione genocidi" del museo, che punta a fornire informazioni sui potenziali genocidi in anticipo nella speranza che governi ed altri possano agire tempestivamente per prevenirli.

In questa immagine tratta da Google Earth sono mappati alcuni villaggi distrutti ognuno dei quali è contrassegnato da una fiammella rossa.

Per scaricare dal sito dell'Holocaust Memorial Museum il software che permette di vedere tale mappatura clicca qui.

10 aprile 2007

Messaggio pasquale del Papa: richiamo al Darfur

"Guardo con apprensione alla condizione in cui si trovano non poche regioni dell'Africa: nel Darfur e nei Paesi vicini permane una catastrofica e purtroppo sottovalutata situazione umanitaria; a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo, gli scontri e i saccheggi delle scorse settimane fanno temere per il futuro del processo democratico congolese e per la ricostruzione del Paese; in Somalia la ripresa dei combattimenti allontana la prospettiva della pace e appesantisce la crisi regionale, specialmente per quanto riguarda gli spostamenti della popolazione e il traffico di armi; una grave crisi attanaglia lo Zimbabwe, per la quale i ve scovi del Paese, in un loro recente documento, hanno indicato come unica via di superamento la preghiera e l'impegno condiviso per il bene comune."
[leggi tutto]

03 aprile 2007

La Cina offre al Sudan legami militari più forti.


(BEIJING) - la Cina ed il Sudan hanno accosentito a rinforzare i legami militari, cooperazione a dir poco discutibile tra i due paesi amici, mentre alcune nazioni occidentali cercano l'intervento dell’ONU per fermare il massacro in Darfur. Gli Stati Uniti ed altre nazioni occidentali hanno cercato di pressare il Sudan nell'accettare i peacekeepers delle Nazioni Unite per fermare la violenza nella provincia occidentale, dove le milizie sostenute dal governo stanno combattendo contro le forze ribelli. Le forze dell’Unione Africana non riescono ad arrestare i massacri e domenica scorsa degli uomini armati non identificati hanno ucciso cinque peacekeeper dell’UA.

Purtroppo la Cina, che compra molto petrolio del Sudan e controlla il veto sulle risoluzioni dell’ONU, ha rifiutato l’intervento dei caschi blu senza il permesso di Khartoum. Intanto il ministro della difesa cinese Cao Gangchuan lunedì ha dichiarato:“I rapporti militari fra la Cina ed il Sudan si stanno sviluppando uniformemente a lungo” Cao ha inoltre aggiunto che la Cina vuole sviluppare ulteriormente la cooperazione militare fra i due paesi in ogni sfera. Washington ha lungamente criticato la Cina che come membro permanente del Consiglio di sicurezza non sta usando il suo influsso economico per premere il Sudan affinché permetta lo schieramento delle forze ONU in Darfur. Un'agenzia di U.N. la scorsa settimana ha segnalato che il Sudan è l'obiettivo più grande per l'investimento cinese in Africa.

02 aprile 2007

Verso la santità

Parla la suora miracolata da Giovanni Paolo II. ''Avevo il parkinson e sono guarita''

"È stata come una seconda nascita": con queste parole Marie-Simon-Pierre, la suora francese miracolosamente guarita dal morbo di Parkinson grazie all'intercessione di Giovanni Paolo II ha raccontato la sua esperienza, in una conferenza stampa svoltasi ieri ad 'Etoile a Puyricard, una cittadina vicina ad Aix en Provence. Sorridente, un pò emozionata, la religiosa è uscita oggi allo scoperto dopo che due giorni fa i giornali francesi avevano pubblicato il suo nome, finora tenuto segreto.[leggi tutto]