20 aprile 2009

QUELLO CHE NESSUNO DICE SU TERREMOTO E CRISI ECONOMICA

Da “Libero” 15 aprile 2009 di Antonio Socci

Qualche anno fa i cinesi si sono posti il problema di capire quali fossero stati le radici del grande sviluppo e del grande benessere che, nel corso dei secoli, è fiorito in Occidente e che è dilagato poi in tutto il mondo. I cinesi hanno interpellato gli esperti e l’Accademia delle scienze sociali della Repubblica popolare cinese, sebbene comunista, nel 2002 è arrivata a queste clamorose conclusioni: “Una delle cose che ci è stato chiesto di indagare era che cosa spiegasse il successo, anzi, la superiorità dell’Occidente su tutto il mondo. Abbiamo studiato tutto ciò che è stato possibile dal punto di vista storico, politico, economico e culturale.

Inizialmente abbiamo pensato che la causa fosse che avevate cannoni più potenti dei nostri. Poi abbiamo pensato che fosse perché avevate il sistema politico migliore. Poi ci siamo concentrati sul vostro sistema economico. Ma negli ultimi vent’anni abbiamo compreso che il cuore della vostra cultura è la vostra religione: il cristianesimo. Questa è la ragione per cui l’Occidente è stato così potente. Il fondamento morale cristiano della vita sociale e culturale è ciò che ha reso possibile la comparsa del capitalismo e poi la riuscita transizione alla politica democratica. Su questo non abbiamo alcun dubbio”.

La controprova è evidente: quando l’Europa ha violentemente abbandonato il cristianesimo, con le ideologie anticristiane del XX secolo, ha segato il ramo su cui stava seduta e si è buttata nel baratro e nella rovina. La stessa attuale crisi finanziaria ha ragioni morali, è stata provocata dalla secolarizzazione cioè dalla sostituzione di una vera moralità con la religione del profitto ad ogni costo, la religione del pescecane: Usura, Lussuria e Potere.

Tutto questo dovrebbe far riflettere l’establishment che domina i media, sempre così animato da ostilità anticristiana. Dovrebbe riflettere chi indica come traguardi di civiltà quelle battaglie radicali che spazzano via i valori umani insegnatici dal cristianesimo (la sacralità della vita, la famiglia naturale, la sessualità fra uomo e donna). E anche coloro che di fronte al terremoto non hanno trovato di meglio che proporre di sottrarre alla Chiesa le offerte ad essa devolute dagli italiani con l’otto per mille. Sono così tanti nel nostro sistema gli sperperi, i ladrocini e le regalìe che se vogliamo trovare i fondi per la ricostruzione davvero non manca dove cercarli. Evitando di assestare un colpo sulla Chiesa, dopo che il terremoto lo ha assestato sulle “99 chiese” dell’Aquila. Anche perché il sistema dell’otto per mille e prima della congrua è nato come parziale risarcimento dei colossali espropri compiuti contro la Chiesa dallo stato risorgimentale. La Chiesa, prima dell’enorme confisca, viveva tranquillamente con quei fondi e quelle proprietà che nel corso dei secoli le erano state donate dai suoi figli. Essa è un mare, diceva il Manzoni, che redistribuisce ciò che i fiumi gli portano. [leggi tutto]

17 aprile 2009

Global Day for Darfur


Iniziativa a Roma il 19 aprile


Anche quest’anno si celebra in tutto il mondo il ‘Global Day for Darfur’, dedicato alla crisi in atto nella regione sudanese dal febbraio 2003 e che dal 2007 viene ricordata anche in Italia, grazie all'impegno di ‘Italians for Darfur’, associazione Onlus di cui fanno parte giornalisti, operatori umanitari ed esponenti della società civile.
Testimonial della campagna Monica Guerritore.
Quest'anno il Global day for Darfur ha una valenza ancor più importante. visto l'inasprimento della situazione sul campo e il rischio di peggioramento del conflitto dopo i recenti avvenimenti con conseguenze disastrose sul piano umanitario.
Per questo la Giornata per il Darfur del 2009, che in Italia si terrà al Colosseo, a partire dalle 10, sarà dedicata alla raccolta di fondi per la realizzazione del centro pediatrico di Emergency a Nyala, nel sud Darfur. All'iniziativa sono collegati un libro e una mostra 'Volti e colori del Darfur', allestita nella piazza antistante il monumento e inaugurata il 19 aprile, i cui proventi saranno destinati al progetto.
Alla giornata di mobilitazione - diretta a sostenere la forza di pace autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ancora stenta ad entrare nel pieno delle sue funzioni, e a ribadire la richiesta di un forte intervento della diplomazia internazionale affinché si ponga termine ai massacri perpetrati in Darfur - hanno aderito Amnesty International, Articolo 21, Tavola della Pace, Comunità ebraica, Ugei, Bené Berith giovani, Events for rights, Non c'è pace senza giustizia e molte altre associazioni che si occupano di diritti umani.
Il conflitto in Darfur, nell’arco di sei anni, ha provocato (stime Onu) tra i 200 e i 300.000 morti e ha costretto almeno due milioni e mezzo di persone alla fuga, destinandole ad una vita da sfollati sia all'interno del Sudan, sia nei campi profughi in Ciad, circostanza che di fatto ha allargato il conflitto anche a questo paese confinante.
A complicare la situazione l'espulsione di 13 organizzazioni decisa dal presidente del Sudan, Omar al Bashir, all'indomani dell'emissione nei suoi confronti del mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l'umanità. La popolazione del Darfur è rimasta, così, senza assistenza e le poche Ong rimaste a operare sul campo hanno enormi difficoltà a coprire tutte le aree della regione. Ecco perché l'azione di Emergency è di fondamentale importanza. Il nostro sostegno al progetto per il centro pediatrico a Nyala è totale e chiediamo anche il vostro aiuto.



Antonella Napoli
Presidente di Italians for Darfur

10 aprile 2009