11 ottobre 2007

Si scrive Myanmar, si pronuncia Cina

Dal 1990 a oggi la Birmania ha acquistato un potente protettore nella Cina comunista, oggi tornata alla ribalta come grande potenza e bisognosa di avere uno sbocco sull'Oceano indiano. Un testimone oculare un anno fa circa mi scriveva: «I militari stanno costringendo i contadini a coltivare l'oppio per loro e fanno della Birmania il maggior esportatore del mondo... Oggi la Cina rifornisce i militari di armi per ripagare i legni pregiati, i minerali, il gas e il petrolio; costruiscono strade, ci inondano dei loro prodotti».
I cinesi sono già in Birmania, "colonizzano" alcune regioni tribali di confine che sono autonome. Ne ho visitato una nel 2002, con la loro piccola capitale Mong Lar invasa dai cinesi: scritte cinesi, taxi cinesi, moneta cinese, ristoranti cinesi, lavori cinesi che modernizzano la città con palazzi mai visti da quelle parti, canalizzano l'acqua, assicurano elettricità e acqua corrente. È facile capire perché Cina e Russia si oppongono alle sanzioni decretate dall'Onu. Oltre all'interesse economico e strategico di queste due potenze c'è il fatto, di cui assolutamente non si parla, che il colpo di stato che il 2 marzo 1962 ha portato le forze armate al potere assoluto non era fatto solo da "militari", ma da militari "socialisti", cioè in pratica "comunisti", che si ispiravano ai modelli di sviluppo della Russia staliniana e della Cina maoista. L'hanno dimostrato subito quando hanno varato in quell'anno 1962 il Lanzin, cioè "la via birmana al socialismo", un socialismo "ispirato al buddhismo", anche se poi di buddhista non ha assolutamente nulla. Nel "Programma" del Lanzin, tra le idee di base da cui partire per una società nuova, si legge: «Al posto di dio (minuscolo) bisogna mettere l'uomo, che è l'essere supremo... La filosofia del nostro partito è una dottrina puramente mondana e umana. Essa non è una religione... La storia dell'umanità è non solo storia di nazioni e di guerre, ma anche di lotta di classe. Il socialismo intende mettere fine a questo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. L'ideale del socialismo è una società prospera, ricca, fondata sulla giustizia. Non c'è posto per la carità. Noi faremo di tutto, con metodi appropriati, per eliminare atti e opere di falsa carità e assistenza sociale. Lo stato pensa a tutto. Nutrire ed educare i figli dei lavoratori sarà esclusiva responsabilità dello stato, quando ci saranno abbastanza risorse economiche. L'attività di imprese sociali fondate sul diritto di proprietà privata è contro natura e non fa che sfociare in antagonismi sociali. La proprietà dei mezzi di produzione deve essere sociale... Un'azione può essere considerata come retta, morale, solo quando serve agli interessi dei lavoratori. Per un uomo, lavorare tutta la vita per il benessere dei suoi concittadini e per quello dell'umanità in spirito di fratellanza è il "Programma delle Beatitudini" per la Società dell'Unione Birmana». [leggi tutto]

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