24 ottobre 2006

La storia che si ripete da deumila anni.

Un processo farsa che porta ad un'ingiusta sentenza di morte preceduta da orrende torture, mentre chi si era macchiato di terribili crimini viene incredibilmente liberato.

Tutto questo non è una favola ma è accaduto realmente 1970 anni fa, ed è continuato ad accadere nel corso di due millenni di storia, in modo particolarmente cruento nel secolo scorso.

Ma la lezione del novecento non ci è servita a nulla, la stessa storia accade ancora ai giorni nostri in Indonesia.

"Cristo durante i suoi 33 anni ha vissuto la vita di tutti gli uomini di tutti i tempi" questa frase non è irrazionale, ma verificabile secondo una perfetta logica, per chi provasse per una volta a leggere gli avvenimenti storici con la mente libera da qualsiasi pregiudizio anticattolico.

Janjaweed a cavallo tra film e realtà



Tratto dal film The Constant Gardener - La cospirazione

23 ottobre 2006

Darfur: cacciato l'inviato dell'Onu

(22/10/2006) I ribelli del National Redemption Front hanno accusato le milizie Janjaweed di aver attaccato ieri alcuni villaggi nell'area di Nena, nel Darfur settentrionale, uccidendo numerosi civili e stuprando due ragazze di 16 e 18 anni. Numerose fonti hanno confermato a PeaceReporter l'arrivo nella regione di contingenti armati di Janjaweed e truppe governative, che si teme possano lanciare un'offensiva su larga scala nei confronti dei due gruppi ribelli, unitisi nel Nrf, che lo scorso maggio hanno rifiutato di firmare gli accordi di pace. Secondo l'ultimo rapporto dell'ICG (International Crisis Group) sul Darfur l'ONU, gli Stati Uniti e l'Unione Europea devono, lavorando insieme o separatamente, sanzionare i membri chiave dell'NCP (National Congress Party), partito dominante nel Paese, che sono stati nominati nelle investigazioni promosse dall'ONU per il coinvolgimento nelle atrocità.

La timida ed inefficace missione ONU in Sudan, nata per garantire una pace che è ancora lontana, deve considersi finita. Ne ha sancito la fine oggi il governo sudanese, che non vuole intralci nella sua operazione di pulizia etnica in Darfur. L'inviato ONU Jan Pronk è stato cosi' invitato a fare le valigie e ad andarsene entro 3 giorni.
Pronk ha già avuto problemi con il governo per i suoi commenti sul suo blog. Nell'ultimo aggiornamento, Pronk ha scritto che il morale delle truppe del governo sudanese è basso e i soldati si rifiutano di andare a combattere nel Darfur. Il portavoce del ministero degli Esteri Ali al-Sadig ha detto che Pronk ha tempo fino a mezzogiorno di mercoledì per lasciare il Paese. "La ragione sono le recenti critiche fatte dal signor Pronk sul suo sito internet riguardo alle forze armate sudanesi e al fatto che le autorità del Sudan non starebbero rispettando gli accordi di pace nel Darfur", ha detto al-Sadig. L'annuncio arriva al termine di una visita al ministero di Pronk al quale è stata consegnata una lettera per il Segretario generale delle Nazioni Unite in cui si afferma che la missione Onu in Sudan che si occupa del mantenimento della pace siglata dal governo con l'SPLM (Movimento popolare di liberazione del Sudan) e della questione del Darfur, la regione occidentale del Paese, funestata dai massacri di civili degli scorsi anni) è finita, mentre si sollecita una persona ''più giusta e realista'' quale prossimo inviato speciale del Palazzo di vetro nel paese africano. ''Il governo sudanese sarà pronto a cooperare con qualsiasi rappresentante dell'Onu nominato dal Segretario generale al posto di Pronk'', ha chiarito il portavoce del ministero Ali Sadeq, secondo il quale Pronk è ''andato oltre il suo mandato''. Già nei giorni scorsi lo Stato maggiore sudanese aveva
dichiarato Jan Pronk "persona non grata". Secondo il comando generale dell'esercito del Sudan, il rappresentante del segretario generale dell'Onu Kofi Annan "ha intrapreso una guerra contro le forze armate" e si è "apertamente intromesso negli affari" militari del paese. La presenza di Pronk in Sudan è considerata "una minaccia dal punto di vista militare" dal momento che "influisce negativamente sul lavoro delle forze armate ed è dunque diventato persona non grata".
L'inviato dell'Onu è finito sotto accusa per avere visitato diverse località del Sudan senza il permesso del governo e trattato con i ribelli che combattono l'esercito regolare nella regione occidentale del Darfur. Pronk, inoltre, "avrebbe intrapreso una guerra psicologica" diffondendo "informazioni sbagliate che mettono in dubbio la capacità delle forze armate di mantenere la sicurezza e di difendere il paese". Dietro a tutto questo c'e' pero' l'opposizione di Khartoum alla decisione del Consiglio di sicurezza di inviare i caschi blu in Darfur, dove e' in atto una crisi umanitaria e non si riesce a giungere al cessate il fuoco.
Non ci sono per ora reazioni da parte degli uffici dell'Onu a Khartoum dove si troverebbe Pronk, e non è chiaro se il governo, sotto pressione internazionale perché accetti caschi blù nel Darfur, seguirà l'esercito. Questa misura adottata dal governo sudanese nei confronti dell’inviato dell’Onu, ha generato le reazioni sdegnate da parte della Gran Bretagna, uno dei maggior sostenitori delle risoluzioni ONU contro il governo di Khartoum.

18 ottobre 2006

Darfur: Janjaweed istruiti dal governo

Le milizie Janjaweed in Darfur stanno combattendo con l’aiuto e gli ordini direttamente dal governo sudanese, un uomo che ne ha fatto parte come combattente lo ha detto alla BBC.

Alì ha detto di aver preso parte agli attacchi sui villaggi del Darfur dopo che erano stati bombardati dalla forza aerei sudanese. Egli ha detto di aver visto dei ministri al campo di addestramento per le milizie arabe pro-governative.

Khartoum ha sempre negato ogni collegamento con i Janjaweed che sono stati accusati di crimini di guerra contro i civili in Darfur. Ma un uomo identificato solo con il nome di Alì ha detto ad un programma serale della BBC che ministri sudanesi davano espressamente gli ordini per le attività della sua unità, inclusi stupri e uccisioni di bambini.

“I Janjaweed non prendono decisioni. Gli ordini vengono sempre dal governo” ha detto.“Loro ci davano gli ordini e dicevano che dopo il nostro addestramento ci avrebbero dato armi e munizioni”.

Alì che ora sta chiedendo asilo in Gran Bretagna, ha detto che gli uomini che li addestravano indossavano le uniformi militari sudanesi, aggiungendo che il ministro degli interni Abdul Rahim Muhammad Hussein era un visitatore abituale del campo di addestramento.

Il combattente ha detto che la maggior parte delle vittime erano civili, soprattutto donne ed ha anche parlato di diversi stupri commessi dai Janjaweed. “In qualunque villaggio andavamo e trovavamo resistenza uccidevamo tutti” egli ha detto, ma ha negato di aver personalmente ucciso e stuprato civili.

Hilary Benn, un ministro del governo britannico che ha visitato il Darfur lunedì, ha detto che le prove fornite dall’uomo sono chiaramente molto serie. Khartoum ha sempre negato di dare ordini alle milizie arabe dicendo che il problema in queste regioni ribelli del Darfur è stato esageratamente ingrandito per motivi politici. Dopo una forte pressione internazionale e la minaccia di sanzioni, il governo ha promesso di disarmare i Janjaweed. Ma è ancora lontana la prova che questo disarmo sia stia realmente effettuando.
(BBC)

17 ottobre 2006

Darfur: politici no perditempo

Dopo il cordiale “tè con pasticcini” consumato da Patrizia Sentinelli a Khartoum, finalmente un politico di polso Hilary Benn, alza la voce nella capitale sudanese: “Nel Darfur c'e l'urgente necessita di dislocare una forza Onu” lo ha detto ieri sera a Khartoum il ministro britannico per la cooperazione internazionale, a colloquio con il presidente sudanese Omar el- Beshir. Quest'ultimo oppone resistenza all'ingresso di una forza militare, benche' rientri nelle disposizioni di una risoluzione delle Nazioni Unite, ed e' d'accordo solo su un eventuale rafforzamento delle truppe africane impegnate nella regione teatro della guerra civile.
Inoltre il Sudan ha deplorato oggi la decisione del presidente americano George W. Bush di inasprire le sanzioni contro il governo di Khartoum, definendole "Ingiuste”. In particolare, il decreto firmato da Bush conferma il blocco di tutte le proprietà del governo sudanese negli Stati Uniti imposto il 3 novembre 1997 dall'allora presidente Bill Clinton. Il decreto menziona "le politiche e le azioni del governo del Sudan che violano i diritti dell'uomo, in particolare in Darfur", regione del Sudan devastata dalla guerra civile.Bush ha deciso di aggiungere alle precedenti sanzioni anche l'interdizione di qualsiasi transazione legata all'industria petrolifera e petrolchimica in Sudan, compresi le attività relative ai giacimenti petroliferi, ai gasdotti e agli oleodotti.La decisione sulle sanzioni arriva poche ore dopo che il governo sudanese ha snobbato l'arrivo a Khartoum del nuovo inviato di Bush per il Darfur, Andrew Natsios.
Contemporaneamente, l'International Crisis Group il think-tank con sede a Bruxelles, ha chiesto l'imposizione di un embargo sulle esportazioni di petrolio per il Sudan, a causa del ruolo dell'esercito nella persecuzione delle popolazioni darfurine. Secondo un rapporto dell'International Crisis Group delle Nazioni Unite, incaricato di monitorare la situazione in Darfur, non inviare forze d'interposizione nella regione sudanese equivale a dare 'carta bianca' al governo di Karthum, con il rischio che la crisi umanitaria in atto peggiori irrimediabilmente.

Intanto continuano gli scontri al confine con il Ciad, confine che ormai sembra non esistere più. Sempre più frequenti le accuse vicendevoli di sostegno ai ribelli tra i governi di Sudan e Ciad, che tra aprile e agosto hanno interrotto i rapporti diplomatici.

Per fortuna arriva anche una buona notizia sul fronte orientale del Mar Rosso.

13 ottobre 2006

Darfur: arriva il programma della pupa e il secchione

Peggiora la situazione in Darfur dal punto di vista della guerra e della carestia.
Allarme dal rapporto bimensile della Fao 'Prospettive dei raccolti e situazione alimentare', per il quale "la gia' precaria situazione alimentare in Darfur potrebbe peggiorare ancora se venissero a mancare le condizioni di sicurezza durante il raccolto, previsto per le prossime settimane".
Sul fronte della guerra l’America tuona:"La diplomazia della pazienza e la fiducia nella buona fede di Khartum si sono rivelate un fallimento patente... la comunita' internazionale non puo' fare altro che mettere in atto un piano di sanzioni economiche, legali e di limitate misure militari"
Intanto (la pupa) il vice ministro degli esteri Patrizia Sentinelli è stata a Khartoum, dove ha incassato l’interesse del governo sudanese a un ruolo maggiore dell’Italia nella ricerca di una soluzione negoziale. “Dell’Italia ci fidiamo”, ha detto (il secchione) il ministro degli esteri sudanese Lam Akol, “perché sappiamo che non ha nessuna agenda politica nascosta che la porta qui in Sudan”. Gli interessi economici dell’Italia invece ci sono eccome.

11 ottobre 2006

Darfur: il diavolo è arrivato a cavallo


Brian Steidle, capitano dei marines degli Stati Uniti, ha fatto monitoraggio con l’Unione Africana in Darfur. Egli ha avuto accesso ad aree in cui nessun giornalista poteva penetrare. Questo video è il suo racconto.

Video di George Clooney dal Sudan

08 ottobre 2006

Rue du Bac

Il posto più bello e suggestivo visto a Parigi è sicuramente la Cappella della Medaglia Miracolosa a Rue du Bac. Al numero 140 di questa famosa via parigina vi si trova un luogo sconosciuto a molti ma che racchiude un tesoro spirituale immenso. Qui nel 1830 cominciano le apparizioni mariane dell’epoca moderna, qui come a Lourdes e Fatima si respira un atmosfera di grande spiritualità e devozione, non si tratta solo di suggestione come molti pensano, la vicinanza dell’uomo con Dio in questi posti è palpabilmente forte. Le sensazioni che ho provato non sono facili da descrivere, quindi lascio la parola a Suor Caterina Labouré la veggente che qui ebbe le apparizioni.
"Alle undici e mezzo mi sento chiamare per nome: ‘Suor Labouré! Suor Labouré!’ Svegliatami, guardo dalla parte da dove proveniva la voce, che era dal lato del passaggio del letto. Tiro la tenda e vedo un bambino vestito di bianco, dai quattro ai cinque anni, il quale mi dice: ‘Venite in cappella, la Santa Vergine vi aspetta’. Immediatamente mi viene da pensare: ‘mi sentiranno!’ Ma quel fanciullo mi risponde: ‘State tranquilla: sono le undici e mezzo e tutti dormono profondamente. Venite che vi aspetto’. Mi affrettai a vestirmi e seguii il bambino che era restato in piedi senza spingersi oltre la spalliera del letto.
Il fanciullo mi seguì - o meglio, io seguii lui dovunque passava - tenendosi sempre alla mia sinistra. I lumi erano accesi dappertutto dove noi passavamo, il che mi sorprendeva molto. Rimasi però assai più meravigliata all'ingresso della cappella, quando la porta si aprì, appena il bambino l'ebbe toccata con la punta di un dito. La meraviglia poi fu ancora più completa quando vidi tutte le candele e tutte le torce accese, come alla Messa di mezzanotte. Però non vedevo ancora la Madonna.
Il bambino mi condusse nel presbiterio, accanto alla poltrona del Signor Direttore, dove io mi posi in ginocchio, mentre il bambino rimase tutto il tempo in piedi. Poiché mi sembrava che passasse molto tempo, ogni tanto guardavo per timore che le suore vegliatrici passassero dalla tribuna.
Finalmente giunse il momento. Il fanciullino mi avvertì, dicendomi: ‘Ecco la Santa Vergine, eccola!’. Sentii un rumore, come il fruscio di vesti di seta, venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di San Giuseppe, e vidi la Santa Vergine che venne a posarsi sui gradini dell'altare dal lato del Vangelo. Era la Santa Vergine, ma a me sembrava Sant'Anna, solo il volto non era lo stesso. Io non ero certa se si trattasse della Madonna, ma il bambino mi disse ‘Ecco la Madonna!’.
Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile. Mi sembrava di non riconoscere la Santa Vergine. Fu in quel momento che quel bambino mi parlò, ma non più con voce da bambino, ma come un uomo… Io, guardando la Santissima Vergine, spiccai allora un salto verso di Lei, ed inginocchiatami sui gradini dell'altare, appoggiai le mani sulle ginocchia della Santa Vergine. Quello fu il momento più dolce della mia vita. Dire tutto ciò che provai mi sarebbe impossibile. La Madonna mi spiegò come dovevo comportarmi col mio direttore e parecchie cose che non debbo dire. Mi insegnò il modo di regolarmi nelle mie pene e mostrandomi con la sinistra i piedi dell'altare, mi disse di andarmi a gettare ai piedi dell'altare ad espandervi il mio cuore, aggiungendo che là avrei ricevuto tutti i conforti di cui ho bisogno. La Madonna mi disse: ‘Figlia mia, il Buon Dio vuole incaricarvi di una missione. Essa sarà per voi fonte di molte pene, ma le supererete pensando che sono per la gloria del Buon Dio. Avrete la grazia; dite tutto quanto in voi succede, con semplicità e confidenza. Vedrete certe cose, sarete ispirata nelle vostre preghiere; riferitele a chi è incaricato di guidarvi’.
Io allora chiesi alla Santa Vergine la spiegazione delle cose che mi erano state mostrate (Caterina si riferisce ad alcune visioni avute precedentemente). E la Madonna rispose: ‘I tempi sono cattivi. Gravi sciagure stanno per abbattersi sulla Francia. Il trono sarà rovesciato. Tutto il mondo sarà sconvolto da disgrazie d'ogni specie (la Santa Vergine, dicendo questo aveva l'aspetto molto addolorato). Ma venite ai piedi di questo altare. Qui le grazie saranno sparse sopra tutte le persone che le chiederanno con fiducia e fervore: grandi e piccoli.
Figlia mia, io mi compiaccio di spandere le mie grazie sulla Comunità. Io l'amo molto, ma provo pena. Ci sono degli abusi: la regola non è osservata. Vi è una grande rilassatezza nelle due comunità. Dillo a colui che è incaricato di voi, benché non sia ancora superiore. Egli fra qualche tempo sarà incaricato in modo speciale della Comunità. Egli deve fare tutto il possibile per rimettere la regola in vigore, diteglielo da parte mia. Che egli vegli sulle cattive letture, sulla perdita di tempo e sulle visite. Quando la regola sarà rimessa in vigore, vi sarà una Comunità che verrà ad unirsi alla vostra.
Sopraggiungeranno grandi mali. Il pericolo sarà grande. Ma non temete, la protezione di Dio è sempre là in una maniera particolare e San Vincenzo proteggerà la Comunità. Io stessa sarò con voi, ho sempre vegliato su di voi. Vi accorderò molte grazie. Arriverà un momento in cui il pericolo sarà grande e tutto sembrerà perduto, ma io sarò con voi. Abbiate fiducia. Avrete prove evidenti della mia visita e della protezione di Dio e di quella di San Vincenzo sulle due Comunità.
Ma non sarà lo stesso per le altre comunità. Ci saranno vittime (dicendo questo la Santa Vergine aveva le lacrime agli occhi). Ci saranno vittime nel clero di Parigi: l’Arcivescovo morirà (di nuovo la Madonna versò lacrime). Figlia mia, la Croce sarà disprezzata…Scorrerà il sangue. Apriranno di nuovo il costato di Nostro Signore…(Qui la Santa Vergine non poteva più parlare, un gran dolore le era dipinto sul volto). Figlia Mia,…il mondo intero sarà nell'afflizione’.

Quanto tempo restai con la Madonna, non saprei dirlo. Tutto quello che so è che se ne andò scomparendo come un ombra che svanisce, io mi accorsi solo di qualcosa che si spegneva, e poi solo un’ombra che si dirigeva verso la tribuna, dalla parte da cui era venuta.
Alzatami dai gradini dell'altare, mi accorsi del bambino, là dove l'avevo lasciato, il quale mi disse ‘Se ne è andata!’. Rifacemmo la stessa strada, trovando sempre tutti i lumi accesi e avendo quel bambino sempre alla mia sinistra.
Credo che quel bambino fosse il mio angelo custode, resosi visibile per farmi vedere la Santa Vergine, perché io infatti l'avevo molto pregato di ottenermi un tal favore. Era vestito di bianco e portava con sé una luce miracolosa, ossia era sfolgorante di luce, dell'età dai quattro ai cinque anni.
Tornata a letto, sentii suonare le due e non ripresi più sonno".
La seconda apparizione ebbe luogo nel settembre successivo e la terza, la più importante, il 27 novembre. Suor Caterina era in chiesa e stava meditando quando le apparve la Vergine vestita di bianco. Caterina descrive così la Madonna: "Stava in piedi, la sua veste era di seta e di color bianco aurora... Dal capo le scendeva un velo bianco sino ai piedi. Aveva i capelli spartiti e una specie di cuffia con un merletto di circa tre centimetri di larghezza, leggermente appoggiato sui capelli. Il viso era abbastanza scoperto; i piedi poggiavano sopra un globo, o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che una metà (in seguito Caterina dirà di aver visto anche un serpente di colore verdastro e chiazzato di giallo, sotto i piedi della Vergine).
Le sue mani, elevate all'altezza della cintura, mantenevano in modo naturale un altro globo più piccolo che rappresentava l'universo. Ella aveva gli occhi rivolti al cielo e il suo volto diventò risplendente, mentre presentava il globo a Nostro Signore.
Tutto ad un tratto le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose, le une più belle delle altre, le une più grosse e le altre più piccole, le quali gettavano dei raggi gli uni più belli degli altri, questi raggi partivano dalle pietre preziose; le più grosse mandavano raggi più grandi, e le più piccole raggi meno grandi, sicché tutta se ne riempiva la parte inferiore, e io non vedevo più i suoi piedi...Alcune pietre preziose non mandavano raggi…‘Queste pietre che restano in ombra rappresentano le grazie che ci si dimentica di chiedermi’ mi disse la Vergine.
Mentre io ero intenta a contemplarla, la Santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me e intesi una voce che mi disse queste parole ‘Questo globo che vedete rappresenta tutto il mondo, in particolare la Francia ed ogni singola persona’... E la Vergine Santissima aggiunse ‘Sono il simbolo delle grazie che io spargo sulle persone che me le domandano’…In quel momento… ecco formarsi intorno alla Santissima Vergine un quadro piuttosto ovale, sul quale in alto, a modo di semicerchio dalla mano destra alla sinistra di Maria, si leggevano queste parole scritte a lettere d'oro ‘O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi’.

Allora si fece sentire una voce che mi disse: ‘Fate coniare una medaglia su questo modello. Tutte le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie, specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia’. All'istante mi parve che il quadro si voltasse e io vidi il rovescio della Medaglia. Vi era la lettera M sormontata da una croce senza crocifisso che aveva come base la lettera I. Più sotto poi vi erano due cuori, uno circondato da spine, l'altro trapassato da una spada. Dodici stelle infine circondavano il tutto. Poi tutto scomparve, come qualcosa che si spegne, ed io sono rimasta ripiena non so di che, di buoni sentimenti, di gioia, di consolazione".
Questi simboli della medaglia hanno ovviamente un significato ben preciso: la lettera M è l’iniziale del nome Maria, la lettera I è l’iniziale del nome Iesus (Gesù). Il cuore circondato da spine è quello di Gesù; l'altro, trapassato da una spada, è quello di Maria.
Caterina obbedendo alla richiesta della Madonna di far coniare la medaglia ne parlò con i suoi superiori, ma questi inizialmente non la presero sul serio.
Nel dicembre successivo, nel corso di un’altra apparizione, Caterina ricevette nuovamente l’ordine di far coniare la medaglia, cosa che avvenne due anni dopo, quando l’arcivescovo di Parigi, Monsignor De Quelen, ne diede l’autorizzazione. I primi 1500 esemplari furono coniati il 30 giugno 1832 e i prodigi ottenuti furono subito così numerosi che la medaglia fu detta "miracolosa".