11 maggio 2006

Il nuovo Consiglio Onu per i diritti umani: “un organismo inutile”


La presenza di Cina, Arabia Saudita, Pakistan, Russia nel nuovo organismo non fa sperare in una difesa dei diritti umani. Il parere del prof. V. E. Parsi, docente di politica internazionale presso l’Università cattolica di Milano.


Roma (AsiaNews) – “Un organismo inutile”: così l’esperto di politica internazionale Vittorio Emanuele Parsi, in un’intervista ad AsiaNews, definisce il neonato Consiglio Onu per i diritti umani. Varato ieri, esso sembra già impossibilitato a diffondere una cultura per il rispetto dei diritti umani nel mondo. Il motivo è che fra i 47 membri del nuovo organismo sono stati eletti paesi come la Cina, il Pakistan, la Russia, l’Arabia Saudita e Cuba.

Il nuovo Consiglio, che avrà base a Ginevra, sostituisce la Commissione Onu per i diritti umani, screditata per avere al suo interno - e perfino come capi - rappresentanti di paesi che non rispettano la Carta Onu dei diritti umani.

Il nuovo organismo si basa sulla rappresentanza regionale e sulla popolazione. Esso dà 13 seggi all’Asia; 13 all’Africa; 8 all’America Latina e caraibica; 6 all’Europa dell’Est; 7 all’Europa occidentale e ad altri (inclusi Usa, Canada, Israele). Il Consiglio si incontrerà per la prima volta il 19 giugno.

Ecco l’intervista che il prof. V. Emanuele Parsi, ordinario di politica internazionale presso l’Università cattolica di Milano, ha rilasciato ad AsiaNews.

Come si pensa di applicare i diritti umani in questo modo?

La Commissione di prima era squalificata perché non era mai riuscita a influenzare la politica degli stati, ma quasi certamente questo Consiglio segnerà la stasi completa sui diritti umani.

Le critiche fatte finora alla precedente commissione sono vere: che i diritti umani sono usati per motivi economici, come strumento delle grandi potenze (e infatti non si è mai riusciti a condannare una qualche potenza sui diritti umani); ecc.. Ma il criterio di affidare tutto alla rappresentanza regionale e alla popolazione svaluta i diritti umani e rende il loro concetto molto relativo.

In che senso?

Perché il nuovo criterio mette alla pari i paesi dove i diritti umani sono rispettati, con quelli dove ci sono dittature e violazioni. In questo modo si scredita tutto il Consiglio.

I diritti umani non sono più un valore universale?

In questi anni si è molto discusso fra coloro che affermano l’universalità dei diritti umani e chi invece sottolinea che i diritti umani sono influenzati dalle culture locali e dai ritmi storici. Su questo occorreva aprire un dibattito, tenendo alcuni punti fermi e sentendo le ragioni di uno e dell’altro. Invece, con il nuovo Consiglio, non vi sarà discussione: ognuno resta giustificato nella sua idea e ogni stato potrà applicare a suo piacimento i diritti umani.

Quale futuro ci aspetta?

Il nuovo Consiglio è un organismo inutile: quelli che sostengono i diritti umani non hanno possibilità di influenzare la politica degli altri. È l’errore di mettere tutto ai voti e di basarsi su rappresentatività numeriche. Se un gruppo soffre di violazione ai diritti umani in Pakistan, come potrà appellarsi al Consiglio, dove è presente il Pakistan?

Se uno deve denunciare violazioni ai diritti umani cosa deve fare?

Sappiamo che sarà inutile appellarsi a questo Consiglio. Ci si può sempre appellare al segretario generale e all’Assemblea.

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