Governo Prodi, dieci anni dopo |
“Tutto a posto”. Così Prodi si è rivolto ai giornalisti che lo attendevano a piazza Santi Apostoli, sede dell’Unione, mentre a piedi si recava al Quirinale per sciogliere la riserva e presentare al capo dello Stato, Napolitano, la lista dei ministri. E così poco dopo le dodici del 17 maggio è nato il secondo governo Prodi che si è insediato esattamente a 10 anni di distanza dal primo, “ma oggi non è venerdì...” aveva chiosato il presidente del Consiglio incaricato, scherzando sulla data. GOVERNO IN PILLOLE. Sei ministri donna ma solo una, Livia Turco, in un dicastero che conta, le altre tutte senza portafoglio. Due vicepremier: Massimo D'Alema, che ha anche la delega agli Esteri, e Francesco Rutelli (Beni Culturali), che assicureranno il sostegno dei due partiti maggiori della coalizione, Ds e Margherita. E, per il resto, tutto - o quasi - come previsto: nove incarichi alla Quercia, sette alla Margherita (due a prodiani), uno rispettivamente a Udeur, Rosa nel pugno, Prc, Verdi, Italia dei valori e Pdci. E infine, tre personalità di alto profilo, che possono essere considerate in "quota Prodi": Tommaso Padoa Schioppa all'Economia, Giuliano Amato agli Interni, Paolo De Castro alle Politiche agricole. Tutti i partiti dell’Unione hanno almeno un rappresentante. Scongiurato il rischio “appoggio esterno” brandito, nelle trattative, da Clemente Mastella e Oliviero Di liberto. La lista PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: Romano Prodi. VICEPRESIDENTI DEL CONSIGLIO: Massimo D'Alema e Francesco Rutelli. MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO: Vannino Chiti (Rapporti parlamento e riforme), Luigi Nicolais (Funzione pubblica e innovazione), Linda Lanzillotta (affari regionali), Emma Bonino (politiche comunitarie), Giulio Santagata (attuazione del programma), Barbara Pollastrini (pari opportunità), Giovanna Meandri (politiche giovanili e sport) e Rosy Bindi (famiglia). MINISTRI CON PORTAFOGLIO: Affari Esteri: Massimo D'Alema. Beni Culturali e Turismo: Francesco Rutelli. Interno: Giuliano Amato. Giustizia: Clemente Mastella. Difesa: Arturo Parisi. Economia e Finanze: Tommaso Padoa Schioppa. Sviluppo Economico: Pierluigi Bersani. Infrastrutture: Antonio Di Pietro. Politiche Agricole e Forestali: Paolo De Castro. Istruzione: Beppe Fioroni. Salute: Livia Turco. Comunicazioni: Paolo Gentiloni. Università e Ricerca: Fabio Mussi. Lavoro: Cesare Damiano. Solidarietà Sociale: Paolo Ferrero. Ambiente e Tutela del Territorio: Alfonso Pecoraro Scanio. Trasporti: Alessandro Bianchi. GEOGRAFIA DEL GOVERNO. Per quanto riguarda la rappresentanza geografica, il governo Prodi ha un solo ministro lombardo (Barbara Pollastrini) e uno veneto (Tommaso Padoa Schioppa). Nessun ministro siciliano. Lazio e Piemonte fanno la parte del leone: sei ministri il Lazio (D'Alema, Rutelli, Gentiloni, Fioroni, Bianchi, Melandri) e cinque il Piemonte (Bonino, Ferrero, Damiano, Amato e Turco); la Campania ha quattro ministri (Mastella, Pecoraro, Nicolais); l'Emilia Romagna tre (Prodi, Bersani, Santagata); la Toscana tre (Chiti, Bindi, Mussi); ; il Molise uno (Di Pietro); la Calabria uno (Lanzillotta); ; la Puglia uno (De Castro) e la Sardegna uno (Parisi). |
Maria tu mi sostieni fin da piccolino, dammi forza e illuminami sempre, mio faro di luce
17 maggio 2006
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