Maria tu mi sostieni fin da piccolino, dammi forza e illuminami sempre, mio faro di luce
24 dicembre 2009
17 novembre 2009
Il progetto ateistico
Tratto da Tracce
Il filo conduttore di molti fenomeni determinanti il XIX e il XX secolo, a prima vista così diversi e addirittura in contrapposizione, è proprio il tentativo di creare una società senza Dio. Una società autosufficiente nella quale l'uomo trovi la sua definitiva espressione. Se si riesce a costruire sulla terra una società che, essendo programmaticamente e violentemente senza Dio, assicura la piena espressione della vita umana, si dimostra che l'uomo basta a se stesso e non ha bisogno di Dio. Avendo sostituito ad una concezione della vita personale come appartenenza una concezione intesa come potere, si deve dimostrare che l'uomo è autosufficiente. Ciò è possibile solo coinvolgendo gli uomini nella costruzione di un progetto che si pretenda definitivo. La condizione per tale costruzione è l'eliminazione del passato, e quindi la lotta alla Chiesa che lo incarna.
L'espressione "separazione della Chiesa dallo Stato" è soggetta ad un equivoco grave. Fino alla rivoluzione francese non c'è stata nessuna unificazione fra Chiesa e Stato. Vi può essere stata un'unificazione contingente, ma, sul piano della concezione, è sempre valsa la distinzione di papa Gelasio (V secolo) secondo la quale esistono due ordini, quello religioso e quello politico, il primo dei quali esercita una supremazia di carattere morale e spirituale (non di carattere politico).
Secondo questa distinzione, la dimensione religiosa dell'esistenza, cioè la libertà di coscienza, non può essere assoggettata allo Stato, in quanto è più grande di esso; la Chiesa, da parte sua, quando interviene nelle vicende politiche, non lo fa per esprimere valutazioni di carattere politico, bensì per difendere una concezione religiosa e morale che la vita politica ha messo in discussione.
Anche oggi, nella nostra società, quando l'autorità ecclesiale si rivolge ai cattolici per formare la coscienza viene per questo accusata di ingerenza nella vita dello Stato; sopravvive una concezione assolutistica secondo cui lo Stato, in ultima istanza, deve formare le coscienze.
Questa convinzione si cala dentro orientamenti di pensiero che sembrano i più radicalmente diversi, da quello comunista a quello fascista, e ne costituisce, al di là delle differenze, un elemento unitario. Da questo punto di vista essi sono, in sostanza, diverse sfaccettature di un unico fenomeno.
La logica è sempre la stessa: lo Stato finisce per essere non l'insieme delle condizioni che permettono alla varietà delle forme sociali, culturali e politiche di esprimersi, ma una centrale culturale, ideologica e politica. [leggi tutto]
13 novembre 2009
L’Universo dal Big Bang a Dio
L’universo ha bisogno di noi? John Barrow, 53 anni, astrofisico di fama internazionale e docente a Cambridge, ha una sola risposta: SI. E giustifica la sua idea con una teoria fisica che concilia la scienza e la fede, il Big Bang e Dio.
Barrowvuole trovare una risposta scientifica alla domanda fondamentale che l’uomo si è posto da sempre:”Perché esistiamo?” Una domanda che fino a ora ha trovato numerose risposte, ma o esclusivamente materialistiche (il Big Bang e la casualità) o esclusivamente di fede(Dio creatore).
Per la maggior parte degli scienziati credenti, religione e scienza possono coesistere, ma separate, senza che nessuno spieghi le ragioni dell’altra. Barrow va oltre questa convivenza da “separati in casa”, e ha sviluppato una teoria scientifica che giustifica la presenza dell’uomo in un universo regolato solo da leggi fisiche, nel quale l’uomo ha sempre avuto un ruolo marginale, casuale, sicuramente non indispensabile. Invece per lo scienziato inglese non è necessariamente così.
E se non siamo qui per caso, qualcuno deve averlo voluto.
Barrow, autore di oltre 400 articoli scientifici e di 18 libri per il grande pubblico tradotti in 27 lingue, proprio per le sue ricerche al confine tra Dio e il Big Bang ha appena vinto il premio Templeton, che assegna ogni anno 1,6 milioni di dollari (il più sostanzioso premio al mondo) a chi fornisce “contributi eccezionali all’avanzamento della conoscenza nel mondo spirituale e nei rapporti tra religione e scienza” .
Un premio visto però, da molti ricercatori con diffidenza e ironia, atteggiamenti che testimoniano la tensione esistente tra il mondo scientifico e quello religioso, tra la ricerca razionale e la fede.
Barrow non è mai stato turbato dalle reazioni dei suoi colleghi.
Con il suo stile tipicamente inglese, calmo, pacato e determinato, continua le sue ricerche scientifiche sul rapporto tra vita, universo e conoscenza umana.
In questo campo è nato il suo fondamentale lavoro sul principio antropico, una controversa teoria che spiega i più profondi misteri dell’universo, collegandoli all’esistenza stessa dell’uomo.
Le più avanzate ricerche cosmologiche dimostrano come le caratteristiche che rendono il nostro universo adatto alla vita siano in realtà estremamente improbabili da realizzare. Tali che nessuno scienziato scommetterebbe mai sulla formazione di un universo come il nostro.
Eppure, nonostante le probabilità avverse, noi siamo qui.
Quindi, dice Barrow, nello studio delle leggi che regolano il cosmo e per capire perché, tra tutti gli universi possibili, si sia sviluppato proprio il nostro,, così particolare, non si può prescindere dal fatto che noi esistiamo. Potrebbe essere una questione di pura fortuna, ma questa è solo una delle risposte possibili.
Una seconda attribuisce all’uomo un ruolo attivo nella determinazione delle leggi dell’universo..
Lo afferma la stessa fisica quantistica, secondo la quale ogni fenomeno fisico avviene solo se c’è qualcuno ad osservarlo.
Oppure, ancora, potrebbe essere valida la risposta religiosa, e l’uomo sarebbe davvero un essere privilegiato messo al centro di un universo creato a sua misura.
Al di là delle infinite discussioni tra fede e scienza, Barrow, con il suo principio antropico, ha lanciato ai cosmologi di tutto il mondo una sfida: trovare la ragione scientifica della nostra presenza nel cosmo.
Oppure, spiegare perché, tra tutti gli universi possibili, si è sviluppato proprio il nostro.
Una sfida razionale che la scienza non può non cogliere.
Il principio antropico e la fede di Barrow
Di Roberto Trotta, astrofisico dell’Università di Oxford
Professor Barrow, lei è famoso per il suo lavoro sul principio antropico. Di cosa si tratta esattamente?
- Le leggi della Natura, come noi le conosciamo, permettono l’esistenza di molti universi differenti, che si distinguono l’uno dall’altro per il fatto di avere avuto inizio in condizioni solo leggermente diverse.
Secondo questa teoria, chiamata “inflazione eterna”, in ogni punto dello spazio potrebbe nascere un nuovo sub-universo. Ogni sub-universo si espanderebbe molto velocemente e costituirebbe una bolla all’interno della quale le costanti della natura (per esempio, la costante di gravità o la velocità della luce, ndr) potrebbero essere differenti da quelle del nostro universo.
Il cosmo che conosciamo sarebbe in effetti una sola di queste bolle. Ma la generazione delle bolle, e anche del nostro universo, ha un aspetto casuale dovuto al fatto che segue le leggi della fisica quantistica. Nella meccanica quantistica, infatti, le leggi fisiche sono probabilistiche, e quindi legate al caso. Possono solo fornire la probabilità e non la certezza che un certo fenomeno si verifichi.
Tra gli universi possibili, il nostro è eccezionale, perché è adatto alla vita. Il principio antropico è un modo di interpretare questo fatto straordinario, e spiegare scientificamente la nostra stessa esistenza nell’universo.
Come può una teoria scientifica giustificare la presenza di vita intelligente nel cosmo?
- La domanda che dobbiamo porci è: “quale probabilità di esistere ha un universo che abbia determinate proprietà, per esempio l’esistenza di forme di vita in grado di osservarlo? “
Consideriamo per esempio la costante cosmologica, detta Lambda, che indica la densità dell’energia oscura presente nell’universo e il cui valore è stato determinato solo sperimentalmente.
Possiamo ipotizzare che esista una teoria in grado di determinare in maniera precisa il valore di tale costante. Purtroppo al momento non disponiamo di tale teoria e, per quanto ne sappiamo, può anche darsi che la quantità di energia oscura presente nel nostro universo, pari al settanta per cento dell’universo stesso, sia semplicemente il risultato di un processo casuale.
Se però Lambda avesse un valore più grande di quello che effettivamente osserviamo, allora non ci potrebbe essere la vita come noi la conosciamo.
Nelle leggi della fisica oggi utilizzate per descrivere il cosmo, infatti, ci sono degli elementi casuali.
Un altro per esempio è rappresentato dall’asimmetria tra materia e antimateria. Il nostro universo è costituito da materia, e non da antimateria. E questo è il risultato di un processo casuale, che avrebbe potuto dare anche un esito diverso.
Dal punto di vista statistico, il nostro universo, fatto di materia, e dove Lambda ha il valore che effettivamente osserviamo, ha una bassa probabilità di esistere.
Altri universi, più probabili, sarebbero però del tutto impossibili da osservare, per il semplice fatto che le condizioni al loro interno non permetterebbero affatto l’evoluzione della vita.
Il principio antropico introduce la certezza che noi esistiamo nel calcolo delle probabilità dell’esistenza del nostro universo.
Secondo molti suoi colleghi, il principio antropico è solo una scorciatoia per aggirare la nostra ignoranza delle leggi fondamentali della natura. Come ribatte?
- Ancora non sappiamo come le varie leggi della natura siano scaturite da un’origine comune, fossero cioè unificate quando l’universo ha avuto inizio. E’ certo però che in futuro faremo ulteriori passi lungo la strada della loro unificazione. E secondo me il principio antropico è una parte fondamentale e irrinunciabile di questo processo. Non si può fare a meno dei principi della fisica quantistica, che determinano solo la probabilità che accada un fenomeno. E in fisica quantistica la presenza di un osservatore, cioè dell’uomo, è necessaria alla determinazione delle leggi fisiche, quindi della struttura dell’universo.
Non si rischia di scivolare nella filosofia, senza alcuna possibilità di verifica scientifica?
- La cosmologia è unica tra le scienze, perché non è possibile fare esperimenti, ma solo raccogliere osservazioni e cercare correlazioni fra di esse. Se, per esempio, una certa teoria predice che le galassie più massicce devono essere più blu, i cosmologi per provarla non possono fare altro che osservare un gran numero di galassie e verificare se effettivamente quelli più massicce sono più blu. Si tratta di un surrogato del metodo sperimentale, il quale richiederebbe di creare apposta in laboratorio una galassia massiccia e osservare se effettivamente sia blu.
Cosa che chiaramente non possiamo fare in pratica!
Il principio antropico rimane per me una parte fondamentale della nostra indagine sul cosmo, perché lega la nostra esistenza, i limiti della nostra indagine scientifica, alle caratteristiche che effettivamente osserviamo nell’universo che viviamo.
Trovo straordinario che l’universo sia così semplice che noi riusciamo capirlo e interpretarlo.
L’universo è molto più semplice del cervello umano, o persino della società umana”
Il principio antropico ha una forte connotazione religiosa. Da scienziato, come concilia la prospettiva spirituale con l’indagine razionale del cosmo?
- Molti dei recenti sviluppi nella scienza hanno avuto un forte impatto culturale e suscitato un grande interesse da parte di teologi e filosofi. Questo è particolarmente vero nel campo della cosmologia, perché in un certo senso si occupa di un progetto sovraumano.
Gli eventi cosmologici procedono molto lentamente e si sviluppano su enormi scale spaziali e temporali, dimensioni che li rendono fisicamente intoccabili, inattaccabili dall’influsso umano.
In confronto, tutta la biologia è un processo estremamente complesso e molto più disordinato.
Esiste una lunga tradizione di ispirazione reciproca tra il pensiero religioso e la ricerca astronomica.
Quando la scienza arriva a porsi domande fondamentali, come la nascita dell’universo, si crea una profonda risonanza con il pensiero religioso.
Quali sono, secondo lei, i rapporti tra scienza e fede?
- Penso che un approccio maturo permetta di riconoscere che entrambi gli aspetti sono importanti. Sono contrario a una materializzazione della scienza, del tipo sostenuto, per esempio, dal biologo Richard Dawkins. Si slitta nell’ideologia, che quando diventa fondamentalista è estremamente insoddisfacente, sia nell’ambito religioso che in quello scientifico.
Lei è una persona religiosa?
- Direi che sono una persona con una forte prospettiva religiosa, che però non è in contrasto con la mia attività di scienziato.
27 ottobre 2009
Gesù e Salvatore
06 ottobre 2009
Un master plan per la via Francigena
L'operazione, se le parole hanno un senso, non è semplice dato che il Master Plan individua in parallelo e talvolta intersecato con quello a piedi, un percorso per le macchine da utilizzare al minimo come "by-pass". In ogni modo almeno in alcuni tratti all'impatto zero ci si potrà davvero avvicinare.
«Da tempo - ha dichiarato l'assessore al Turismo Paolo Cocchi - la Regione Toscana ha assunto come priorità cultural-turistica la valorizzazione di un itinerario che attraversa da nord a sud il suo territorio, toccando la Toscana più medievale, immerso in un paesaggio di straordinario fascino che niente ha da invidiare al più celebre Cammino di Santiago. Un itinerario che può veramente, per bellezza e capacità di evocazione, essere preso come paradigma del nuovo modo di viaggiare slow, facendo del viaggio - a piedi, a cavallo, in bici o anche in macchina - un viaggio interiore, un percorso dello spirito, religioso o laico che sia, che arricchisce la storia e l'esperienza personale».
Al piano stanno lavorando da due mesi Regione, province e comuni per definire entro il 30 settembre un quadro complessivo e cantierabile degli interventi necessari per poi trasferire ai comuni interessati i finanziamenti regionali per le realizzazioni. Tre milioni saranno destinati alla realizzazione di segnaletica, arredo urbano, restauri e messa in sicurezza dei percorsi, attrezzature delle aree di sosta e punti di informazione secondo le modalità e la scelta dei materiali prevista nel Master Plan, secondo le caratteristiche ambientali e storiche delle diverse zone della Toscana.
«In termini di sviluppo economico sostenibile - ha continuato Cocchi - la Francigena ha tutte le potenzialità per divenire un formidabile volano per il turismo. Per poter competere con l'omologo Cammino di Santiago, che vede transitare ogni anno centinaia di migliaia di pellegrini-turisti-escursionisti, è però necessario che il percorso sia ben segnalato, a partire dalla grande viabilità fino al percorso escursionistico, percorribile in sicurezza, attrezzato con punti di sosta, informazione e accoglienza e con strutture ricettive adatte ai pellegrini e ai turisti slow. Questi interventi di carattere generale daranno omogeneità al percorso». Il metodo di lavoro adottato dalla Regione, sarà proposto dalla Toscana, che è capofila del progetto interregionale "Via Francigena", anche alle altre Regioni che fanno parte del progetto per realizzare una Via Francigena italiana.
21 settembre 2009
15 settembre 2009
Mariologia
Nella tradizione degli Ortodossi e anche dei Cattolici, alcune immagini bizantine della Vergine Maria sono addirittura attribuite a S. Luca, l'evangelista. Una trentina di COPIE di questo ritratto lucano di Maria si trova a Roma (cf. Martigny, Dict. des antiq. chrét., Paris, 1877, p. 792). Agostino però afferma che non ci è tramandato e dato di sapere la vera immagien della Vergine (de Trinit. VIII, 5, P.L., XLII, 952).
St Ignazio di Antiochia (50-98 (o 117) d.C.) scrive agli Efesini (capitoli XVIII-XIX), ancora in tempi apostolici (ovvero quando gli apostoli, o alcuni di loro, erano ancora vivi), dove spiega loro la connessione tra i misteri della vita di nostro signore Gesù Cristo e i misteri della vita di Maria vergine (come la nascita verginale e la annunziazione).
Della venerazione di Maria ne parla già S. Ireneo (II secolo, nato tra il 115 e il 125 d.C.), discepolo di Policarpo (64-155 d.C.) che fu discepolo diretto di Giovanni Apostolo l'Evangelista. S. Ireneo già nella metà del II secolo sulla venerazione di Maria vergine (adv. haer., V, 17, P.G. VIII, 1175)
La lettera sub-apostolica "Epistola ad Diognetum", di autore sconosciuto ma che fa riferimento al vangelo e alle lettere Paoline, di Giovanni e di Pietro, parla di Maria come la anti-tesi di Eva. La lettera fu scritta tra il 250 e il 300 d.C. (anche se alcuni la collocano anche al 170 d.C.)
S. Giustino (100-130 d.C.) e Tertulliano (ca. 160-ca. 225 d.C.) parlano entrambi estensivamente su Maria e la vita di questa.
Molti altri Padri della Chiesa parlano di venerazione Mariana, tra cui S. Agostino, S. Jerome, S. Giovanni Damasceno, etc, etc...
S. Agostino (354-430 d.C.) in particolare parla di hyperdulia ('dulia' è venerazione ed onore rivolti ad un santo, contrapposto a 'latria' adorazione dovuta a Dio solo) ovvero la speciale venerazione che va offerta a Maria vergina (De Civ. Dei, X, ii, 1)
Dagli scritti, sia della Sacra Scrittura (in particolare gli Atti degli Apostoli e le lettere Paoline) che quelli dei Padri della Chiesa dei primi secoli, si può supporre, quasi con certezza, che la venerazione della beata vergine Maria era già presente al tempo degli apostoli.
11 settembre 2009
NEVER FORGET
FIREFIGHTER'S PRAYER
When I'm called to duty God wherever flames may rage
grant me the strength to save a life whatever be its age
Help me to embrace a little child before it is too late
or save an older person from the horror of that fate
Enable me to be alert to hear the weakest shout
and quickly and efficiently put the fire out
I want to fill my calling Lord and give the best in me
to guard my every neighbor and protect his property
And if according to your will I am to lose my life
God bless with your protecting hand my children and my wife
from FDNY LODD Memorial
01 agosto 2009
Trentino coast to coast
il viaggio che sognavo da mesi finalmente oggi è iniziato,mia moglie sulla microbike, io e i bimbi sulla gazelle cabby con kit microbike.
Partenza da villabassa dove lasciamo la macchina, scarichiamo le bici e partiamo sulla ciclabile direzione brunico, la pista è stupenda viaggiamo con il sole in faccia e il sorriso stampato di chi sta facendo la vacanza perfetta, ma dopo soli quattro km sulla prima salitA di rilievo... [leggi tutto]
07 luglio 2009
DOVE FINISCE IL TEMPO
Immaginava di essere il raggio di luce di quelle stelle. Dopo quindici miliardi di anni arrivava sulla terra. L’immagine che portava era di quindici miliardi di anni fa. Era come se quei quindici miliardi di anni non fossero passati per lui, raggio di luce.
Lui non era invecchiato. Era l’immagine della nascita di quelle stelle. Forse erano già morte nel frattempo, ma lui aveva ancora con sé il momento della nascita. Il tempo era passato per noi quaggiù ad aspettare quindici miliardi di anni e per le stelle lassù in cielo, ma non per lui, raggio di luce. Lui era contemporaneo alla nascita delle stelle e contemporaneo a noi. Per questa sua dote consentiva pure a noi di essere contemporanei ad un passato di quindici miliardi di anni.
Il tempo passava per tutti, allora, tranne che per la luce.
La luce era la più libera delle creature. L’unico essere libero dal tempo.
Guardava le stelle e pensava...
L’universo era immenso. Ed era immerso nel tempo. Eppure era trafitto, trapunto, attraversato in tutti i sensi e in tutte le direzioni da una creatura, la luce, che era libera dal tempo. Un universo temporale cucito con un filo senza tempo…
Il tempo scorreva per chi stava al punto di partenza e al punto di arrivo, ma non per la luce in viaggio. E probabilmente neppure sarebbe scorso per chi fosse riuscito a salire su di un raggio di luce e a viaggiare con lui alla sua velocità…
Esisteva allora una doppia qualità di tempo: quello materiale, che tanto per intenderci è misurato dagli orologi, e quello spirituale, di cui si ricordava un’affascinante definizione di s. Agostino: «estensione dell’anima». Era di questo secondo tempo che voleva penetrare il segreto…
Cercava l’assoluto, e la risposta ora poteva venirgli solo dal contatto con l’assoluto, penetrando nel segreto di Dio.
Quel brandello di tempo di contemplazione era l’occasione che aveva per trovare la chiave del problema. Ma non era una cosa che poteva scoprire col cercare, frutto della sua intelligenza e perspicacia.
Era una cosa che poteva soltanto chiedere con umiltà e pazienza, fintanto che la sua anima fosse diventata tanto fine, «spirituale», da decifrare la risposta che l’amore di Dio gli rivelava.
Allora, e solo allora, avrebbe capito…
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AMNESTY A UNIONE AFRICANA, SDEGNO PER DIFESA BASHIR
23 giugno 2009
Iran: Onu troppo prudente e tardivo
22 giugno 2009
Iran: vergogna ONU
Dopo il Rwanda, dopo Srebrenica, dopo la Birmania, dopo il Darfur e dopo tutte le volte che l'ONU si è girato dall'altra parte rispetto al Diritto, dal Congo alla Somalia passando per gli ultimi fatti accaduti in Perù, pensavamo di aver visto tutto. Ci sbagliavamo.
Il silenzio a cui assistiamo in questi giorni da parte delle Nazioni Unite su quanto sta avvenendo in Iran assomiglia molto di più ad un assenso piuttosto che ad un vero e proprio disinteresse. Qualcuno ha definito questo comportamento come l'ennesima dimostrazione di impotenza del Palazzo di Vetro, ma questa volta non concordo con questa analisi, perché almeno una dichiarazione, magari di forma, ciclostilata e magari inascoltata, tutti se l'aspettavano. Invece no, questa volta è un silenzio complice. Una vergogna.
Ma il silenzio-assenso delle Nazioni Unite su quanto sta avvenendo in Iran ha toccato il fondo ieri a Teheran, quando decine di migliaia di manifestanti sono andati a protestare per l'immobilità del più grande organismo mondiale, davanti alla sua rappresentanza di Teheran, accolti non dai rappresentanti strapagati dell'ONU ma da centinaia di poliziotti in tenuta anti-sommossa che naturalmente non hanno mancato di far sentire la risposta delle Nazioni Unite a suon di manganellate sui poveri ragazzi ingenui che ancora credono che l'ONU sia un organismo soprannazionale, imparziale e deputato a far mantenere e far rispettare il Diritto. [leggi tutto]
Buono-scuola, troppo bello per essere vero
...Se si vuole davvero riformare il sistema scolastico occorre dare il buono a tutte le famiglie, non solo a quelle più povere. In questo modo si metterebbero in concorrenza tra loro tutti gli istituti, sia che a gestirli siano le amministrazioni locali, il governo, imprese private, enti no-profit o ordini religiosi. Così i migliori istituti andrebbero avanti, i peggiori innalzerebbero i loro standard o chiuderebbero i battenti.
Proprio questo è il timore diffuso nella sinistra italiana: che le scuole statali non siano in grado di reggere la concorrenza ad armi pari con gli altri istituti, e che a pagarne il prezzo siano gli insegnanti di Stato. I quali, in certi ambienti, contano molto più degli alunni. La Cgil accusa infatti la Gelmini di voler «distruggere la scuola pubblica per far posto alle private». Mentre per il Pd, dove malgrado le ripetizioni serali sono ancora all’Abc del libero mercato, l’intento del ministro è quello di «realizzare quel dualismo nell’istruzione (scuole di serie A e scuole di serie B) che in Italia non si è mai attuato». Il che è pura ipocrisia, visto che è il sistema attuale ad essere classista ed antidemocratico. Oggi le famiglie abbienti, che possono permettersi la libertà di scegliere tra più istituti, iscrivono i figli alle scuole migliori, mentre per tutte le altre famiglie la scelta è obbligata. Il buono-scuola, invece, darebbe libertà di scelta a tutte. E a guadagnarci, ovviamente, sarebbe chi oggi questa libertà non ce l’ha.
Persino Antonio Gramsci aveva capito che la scuola libera sarebbe stato un potente fattore di mobilità sociale. Nel 1918 scriveva: «Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera, della scuola lasciata all’iniziativa privata e ai Comuni. La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola è indipendente dal controllo dello Stato». Novant’anni dopo, davanti alla scuola la sinistra italiana si rivela più statalista di allora. [leggi tutto]
05 giugno 2009
11 maggio 2009
Caritas Italiana e 5 per mille
Nei diversi modelli di dichiarazione (Cud, 730, Unico) occorre:
1. firmare nel riquadro "sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni" (il primo dei 4 appositamente previsti),
2. indicare il codice fiscale di Caritas Italiana: 80102590587
20 aprile 2009
QUELLO CHE NESSUNO DICE SU TERREMOTO E CRISI ECONOMICA
Qualche anno fa i cinesi si sono posti il problema di capire quali fossero stati le radici del grande sviluppo e del grande benessere che, nel corso dei secoli, è fiorito in Occidente e che è dilagato poi in tutto il mondo. I cinesi hanno interpellato gli esperti e l’Accademia delle scienze sociali della Repubblica popolare cinese, sebbene comunista, nel 2002 è arrivata a queste clamorose conclusioni: “Una delle cose che ci è stato chiesto di indagare era che cosa spiegasse il successo, anzi, la superiorità dell’Occidente su tutto il mondo. Abbiamo studiato tutto ciò che è stato possibile dal punto di vista storico, politico, economico e culturale.
Inizialmente abbiamo pensato che la causa fosse che avevate cannoni più potenti dei nostri. Poi abbiamo pensato che fosse perché avevate il sistema politico migliore. Poi ci siamo concentrati sul vostro sistema economico. Ma negli ultimi vent’anni abbiamo compreso che il cuore della vostra cultura è la vostra religione: il cristianesimo. Questa è la ragione per cui l’Occidente è stato così potente. Il fondamento morale cristiano della vita sociale e culturale è ciò che ha reso possibile la comparsa del capitalismo e poi la riuscita transizione alla politica democratica. Su questo non abbiamo alcun dubbio”.
La controprova è evidente: quando l’Europa ha violentemente abbandonato il cristianesimo, con le ideologie anticristiane del XX secolo, ha segato il ramo su cui stava seduta e si è buttata nel baratro e nella rovina. La stessa attuale crisi finanziaria ha ragioni morali, è stata provocata dalla secolarizzazione cioè dalla sostituzione di una vera moralità con la religione del profitto ad ogni costo, la religione del pescecane: Usura, Lussuria e Potere.
Tutto questo dovrebbe far riflettere l’establishment che domina i media, sempre così animato da ostilità anticristiana. Dovrebbe riflettere chi indica come traguardi di civiltà quelle battaglie radicali che spazzano via i valori umani insegnatici dal cristianesimo (la sacralità della vita, la famiglia naturale, la sessualità fra uomo e donna). E anche coloro che di fronte al terremoto non hanno trovato di meglio che proporre di sottrarre alla Chiesa le offerte ad essa devolute dagli italiani con l’otto per mille. Sono così tanti nel nostro sistema gli sperperi, i ladrocini e le regalìe che se vogliamo trovare i fondi per la ricostruzione davvero non manca dove cercarli. Evitando di assestare un colpo sulla Chiesa, dopo che il terremoto lo ha assestato sulle “99 chiese” dell’Aquila. Anche perché il sistema dell’otto per mille e prima della congrua è nato come parziale risarcimento dei colossali espropri compiuti contro la Chiesa dallo stato risorgimentale. La Chiesa, prima dell’enorme confisca, viveva tranquillamente con quei fondi e quelle proprietà che nel corso dei secoli le erano state donate dai suoi figli. Essa è un mare, diceva il Manzoni, che redistribuisce ciò che i fiumi gli portano. [leggi tutto]
17 aprile 2009
Global Day for Darfur
Iniziativa a Roma il 19 aprile
Anche quest’anno si celebra in tutto il mondo il ‘Global Day for Darfur’, dedicato alla crisi in atto nella regione sudanese dal febbraio 2003 e che dal 2007 viene ricordata anche in Italia, grazie all'impegno di ‘Italians for Darfur’, associazione Onlus di cui fanno parte giornalisti, operatori umanitari ed esponenti della società civile.
Testimonial della campagna Monica Guerritore.
Quest'anno il Global day for Darfur ha una valenza ancor più importante. visto l'inasprimento della situazione sul campo e il rischio di peggioramento del conflitto dopo i recenti avvenimenti con conseguenze disastrose sul piano umanitario.
Per questo la Giornata per il Darfur del 2009, che in Italia si terrà al Colosseo, a partire dalle 10, sarà dedicata alla raccolta di fondi per la realizzazione del centro pediatrico di Emergency a Nyala, nel sud Darfur. All'iniziativa sono collegati un libro e una mostra 'Volti e colori del Darfur', allestita nella piazza antistante il monumento e inaugurata il 19 aprile, i cui proventi saranno destinati al progetto.
Alla giornata di mobilitazione - diretta a sostenere la forza di pace autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ancora stenta ad entrare nel pieno delle sue funzioni, e a ribadire la richiesta di un forte intervento della diplomazia internazionale affinché si ponga termine ai massacri perpetrati in Darfur - hanno aderito Amnesty International, Articolo 21, Tavola della Pace, Comunità ebraica, Ugei, Bené Berith giovani, Events for rights, Non c'è pace senza giustizia e molte altre associazioni che si occupano di diritti umani.
Il conflitto in Darfur, nell’arco di sei anni, ha provocato (stime Onu) tra i 200 e i 300.000 morti e ha costretto almeno due milioni e mezzo di persone alla fuga, destinandole ad una vita da sfollati sia all'interno del Sudan, sia nei campi profughi in Ciad, circostanza che di fatto ha allargato il conflitto anche a questo paese confinante.
A complicare la situazione l'espulsione di 13 organizzazioni decisa dal presidente del Sudan, Omar al Bashir, all'indomani dell'emissione nei suoi confronti del mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l'umanità. La popolazione del Darfur è rimasta, così, senza assistenza e le poche Ong rimaste a operare sul campo hanno enormi difficoltà a coprire tutte le aree della regione. Ecco perché l'azione di Emergency è di fondamentale importanza. Il nostro sostegno al progetto per il centro pediatrico a Nyala è totale e chiediamo anche il vostro aiuto.
Antonella Napoli
Presidente di Italians for Darfur
10 aprile 2009
18 marzo 2009
13 marzo 2009
La lettera del Papa? Una lezione di vero ecumenismo!
Senz’altro non è solo una pur utile e necessaria ricerca teologica su come il pre e il post Concilio vanno d’accordo: le cito alcune parole del discorso tenuto presso il Monastero di Santa Francesca Romana a Tor de' Specchi il 9 marzo 2009; mi hanno impressionato due frasi: “Il cuore di Maria è il chiostro dove la Parola continua a parlare nel silenzio, e al tempo stesso è la fornace di una carità che spinge a gesti coraggiosi” e “le pareti di questi ambienti sono decorate da immagini della vita di lei, a dimostrare che il vero edificio che Dio ama costruire è la vita dei santi.”
Se chiederemo la grazia di essere generati santi nel Cuore di Maria, allora il nostro cuore avrà quella trasparenza per saper vivere da buoni cristiani, senza neppur sospettare contraddizione tra il passato e il presente della vita della Chiesa. [leggi tutto]
12 marzo 2009
Mauro D'Ascanio sequestrato in Darfur
Il rapimento - L'agenzia delle Nazioni unite Unamid, attraverso un comunicato, ha spiegato che la scorsa notte, intorno alle ore 21, uomini armati non identificati hanno fermato il convoglio su cui procedevano gli operatori a una ventina di chilometri da Saraf el Umra, 200 chilometri a ovest della città di El Fasher, capoluogo del Darfur settentrionale. Hanno rapito sei persone dello staff, di cui tre internazionali - un medico italiano, un coordinatore medico francese e un'infermiera canadese - e tre nazionali dalla sede di Msf-B Saraf Omra. Un nazionale è stato rilasciato alle ore 22. Gli altri due sono stati invece liberati intorno a mezzogiorno. La zona del sequestro, alle porte del massiccio montuoso del Djabel Marra, vede la presenza di tutti i gruppi coinvolti nel conflitto in corso in Darfur dal febbraio del 2003, oltre a dare, di quando in quando, ospitalità (dato che rappresenta l’unica area montuosa in un vasto territorio semi-desertico e pianeggiante) anche ad alcune formazioni armate attive nel confinante Ciad o agruppi di predoni e contrabbandieri.
La notizia giunge dopo che il presidente sudanese Bashir aveva espulso dieci ONG dal Darfur - tra cui le sezioni MSF di Francia e Olanda - in risposta al mandato di cattura per crimini di guerra emesso dal tribunale internazionale dell'Aja nei confronti proprio di Bashir che aveva giustificato l'atto di espulsione come una ‘protezione' per gli operatoti non potendo essere garantita loro l'incolumità in una regione già molto martoriata. In realtà Msf, Save the Children e Oxfam erano accusate da Bashir di aver collaborato con gli investigatori del tribunale internazionale, ma le ong espulse dal paese hanno negato qualsiasi rapporto con la Corte Penale. Inoltre la sezione belga di Msf in Darfur non era stata colpita da ordine d'espulsione da parte del governo di Khartum. Lo ha spiegato Sergio Cecchini, portavoce di Msf Italia, sottolineando che "mentre nei giorni scorsi erano arrivati gli ordini d'espulsione dalla regione alle sezioni francese e olandese, quelle belga, spagnola e svizzera avevano continuato a lavorare in attesa di istruzioni dal governo sudanese".
Giusto un giorno prima l'organizzazione MSF ha presentato a Roma il "Rapporto sulle crisi dimenticate", secondo cui Darfur e Sudan, Zimbabwe, Somalia e Myanmar sono le situazioni umanitarie più ignorate dai media italiani nel 2008. "Oltre a portare soccorso alle persone in difficoltà, il nostro obiettivo è anche quello di denunciare quanto l'azione umanitaria viene ostacolata e supportare i mezzi di comunicazione nel diffondere informazioni precise su ciò che avviene in certi contesti» ha detto Kosta Moschochoritis, direttore generale della sezione italiana. Sono circa 200 i medici italiani che partono ogni anno con le sezioni internazionali di Msf.
10 marzo 2009
Il Concilio che i media divisero fra “conservatori” e “progressisti"
La comprensione del Concilio per la maggior parte dei cattolici avvenne tramite due fonti. Una di queste furono i mass-media laici i quali riferirono del Vaticano II come se non ci fossero interventi del Magistero anteriori al Vaticano II. Così i cattolici poterono leggere resoconti sul Concilio basati sullo schema dei mass-media: conservatori contro progressisti. L’altra fonte erano le Messe le prediche nelle parrocchie. Immediatamente dopo il Concilio ci furono in numerose parrocchie, comunità religiose e seminari esperimenti liturgici e traduzioni in lingua volgare non approvate che enfatizzavano la rottura. Alcuni teologi che dissentivano dagli insegnamenti della Chiesa, per esempio dall’Humanae vitae e dall'Ordinatio sacerdotalis, favorirono la nozione di rottura, specialmente da quando tale dissenso venne diffuso massicciamente nei mass- media con poco o nessun contenuto teologico serio.
Ma grazie ai vigorosi insegnamenti dei papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e al fatto che nel post-Concilio sorsero molti istituti e organizzazioni sia religiosi che laici, una genuina recezione del Vaticano II è andata continuamente crescendo nel corso dei decenni passati. Molti cattolici si sono resi conto di ciò che il Concilio ha veramente insegnato e come il dissenso dottrinale e morale oscuri la mente e corrompa la vita. La verità della fede cattolica è il Signore vivente, Gesù Cristo, e noi siamo membri della grande comunione dei santi. La gioia, la bellezza, la sapienza e la santità del vangelo nella Chiesa sono testimoniate nella vita di tanti santi nel corso dei secoli e fino ai giorni nostri, per esempio in padre Pio e in madre Teresa di Calcutta.
Questo è il contesto nel quale, come ha detto papa Benedetto, la recezione genuina del Concilio Vaticano II ha saldamente guadagnato terreno. La letteratura teologica si sta applicando sempre più in una lettura delle riforme del Vaticano II all’interno della tradizione bimillenaria della Chiesa. In maniera crescente teologi cattolici, seguendo l’esempio dei Papi, stanno affrontando la sfida del terzo millennio in vista di integrare la scienza contemporanea della natura, le scienze umane e l’arte nella sapienza e nella santità del cattolicesimo – i «vetera novis augere et perficere» del programma leonino. Non c’è solamente il nostro volume sul Vaticano II, ma sta uscendo una traduzione inglese del libro dell’arcivescovo Agostino Marchetto: Il Concilio Ecumenico Vaticano II (Città del Vaticano, 2005). Questo libro offre un’accurata analisti storica e teologica dei fatti del Vaticano II, non nelle categorie drammatiche e retoriche di conservatori contro progressisti, ma in sereni e dettagliati giudizi scientifici, sia positivi che negativi, riguardanti gli avvenimenti del Vaticano II. Questo libro presenta i documenti del Concilio non solo nelle tensioni e dibattiti e nelle varie bozze durante la loro redazione, ma mostra anche come questi dibattiti hanno condotto a documenti che hanno saputo individuare le riforme necessarie per rimanere fedeli alla bimillenaria tradizione dottrinale e teologica della Chiesa. [leggi tutto]
10 febbraio 2009
Vivere...!
"Vivere…! Siamo stati creati per l’Eternità. Noi, che viviamo di fede, speranza e carità, sappiamo che questa parola vita, che portiamo impressa nell’anima, è il termine saporoso, il premio glorioso per il quale siamo stati creati, mediante il quale, partecipando di Dio, saremo beati per tutta l’Eternità.
Tu che senti necessità di vivere, che vai cercando i piaceri, la felicità che solo in Dio si trova, vivi di speranza nella verità che la fede ti presenta, e vedrai che si andrà accendendo nel tuo essere un amore che ti farà vivere una vita che né la morte naturale ne il tempo potranno toglierti.
Il tempo è un regalo che l’Amore Infinito fa all’uomo affinché possa guadagnare la Vita eterna; è la prova che deve dimostrare a Dio l’amore che la creatura deve al suo Creatore. Per questo cerca di vivere senza sprecare un minuto, perché non sai quando verrà il Padre di famiglie a prendere la tua anima." [leggi tutto]
05 febbraio 2009
Si salverà Eluana o Napolitano?
Ma se il decreto dovesse essere approvato dal governo la questione si complicherebbe. E non poco. Un intervento del governo, infatti - come ha dichiarato stamane anche l’avvocato degli Englaro - bloccherebbe l’esecuzione della sentenza, poiché – ha detto Campeis - “non si può far commettere un reato ai medici” e aprirebbe un vulnus profondissimo sul piano istituzionale. L’ultima parola, infatti, non spetterebbe né al governo né al parlamento ma al presidente della Repubblica. È lui, infatti che dovrebbe firmare (o non firmare) il decreto, assumendosi la responsabilità piena e ultima di decidere delle sorti di Eluana. Tutto da definire, dunque. E non è escluso che proprio la delicata posizione in cui si verrebbe a trovare il presidente della Repubblica nel caso in cui l’esecutivo decida di decretare d’urgenza, induca alla fine il governo a pensare che il sacrificio di Eluana è un prezzo istituzionale, alto, altissimo, ma necessario, da pagare.[leggi tutto]
26 gennaio 2009
50 dall'annuncio del Concilio Vaticano II
Il papa qualche tempo fa a tale riguardo disse: "c' è stata «difficoltà» nella «ricezione» (accettazione e applicazione) del Concilio perché «due ermeneutiche contrarie si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro: l' una ha causato confusione, l' altra, silenziosamente ma sempre più visibilmente, ha portato e porta frutti». Le due scuole le ha descritte così: «Da una parte esiste un' interpretazione che vorrei chiamare "ermeneutica della discontinuità e della rottura"; essa non di rado si è potuta avvalere della simpatia dei mass media e anche di una parte della teologia moderna. Dall' altra parte c' è l' "ermeneutica della riforma", del rinnovamento nella continuità dell' unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato. L' ermeneutica della discontinuità rischia di finire in una rottura tra Chiesa preconciliare e Chiesa postconciliare».