04 settembre 2006

SUDAN: KHARTUM CHIEDE RITIRO FORZA UNIONE AFRICANA

Il governo del Sudan ha chiesto al contingente dell'Unione africana, dispiegato nel Darfur per monitorare la fragile tregua, di lasciare la regione allo scadere del mandato il 30 settembre. Lo ha reso noto il portavoce del ministero degli Esteri sudanese, Jamal Ibrahim. "Chiediamo loro di andarsene, giacche' hanno lasciato intendere di non essere in grado di continuare la loro missione. Questa e' la decisione definitiva", ha detto il portavoce. Nei giorni scorsi il Consiglio di sicurezza ha approvato l'invio di 'caschi blu' dell'Onu per rilevare il mandato del contingente dell'Unione africana, formalmente non piu' in grado di sostenere i costi della missione nella regione in cui si sta consumando una catastrofe umanitaria. Ma il governo di Khartum ha respinto la decisione del Palazzo di Vetro definendola "illegale".
La guerra civile in Darfur inizio' a febbraio del 2003, quando alcuni gruppi guerriglieri vicini alle comunita' animistiche e cristiane, di etnia non araba, si ribellarono alle autorita' di Khartum. Queste ultime in risposta mobilitarono le milizie filo-arabe e musulmane dei Janjaweed, oggi accusate di uccisioni in massa, stupri, torture e saccheggi.
Ibrahim ha fatto presente che il governo di Khartum non ha gradito l'approvazione data dall'Unione Africana al passaggio delle consegne ai 'caschi blu' delle Nazioni Unite. "A nostro avviso non hanno il diritto di trasferire il loro compito ad altri. Siamo noi che decidiamo se l'Unione Africana puo' continuare o meno la missione", ha detto il portavoce nel sottolineare che il governo e' ancora impegnato al rispetto degli accordi di pace sottoscritto lo scorso maggio soltanto da una delle tre fazioni ribelli che hanno accettato di negoziare. Quell'accordo e' stato respinto da decine di migliaia di abitanti del Darfur e non sono mancati attacchi alla forza africana giudicata non piu' imparziale. Ibrahim ha detto anche che il governo applichera' il suo piano per il Darfur sottoposto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che prevede, tra l'altro, l'invio di 10.500 uomini dell'esercito governativo nella regione. (AGI)

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