Il presidente sudanese contro le forze dell’Onu. Annan denuncia il pericolo. La strategia della Casa Bianca
L’intransigenza del regime sudanese mette in pericolo un intervento sul Sudan che il presidente americano, George W. Bush, ha sviluppato subito dopo l’11 settembre all’insegna del più corretto multilateralismo con l’Onu e con l’Unione europea, rifuggendo dalla logica dell’intervento militare. Smentendo le analisi della sinistra europea e anche la politica “muscolare” dell’Amministrazione Clinton – che bombardò per due giorni, con risultati risibili, Khartoum dopo gli attentati del 1998 in Kenya e Tanzania – Bush ha sempre agito in Sudan in raccordo stretto con le istituzioni internazionali, puntando soprattutto sulla forza di persuasione degli incentivi economici. E’ stata un’esperienza quinquennale, incentrata sul multilateralismo – che non è certo una “scoperta” odierna dell’Amministrazione americana – e oggi in grande difficoltà. Il Sudan è uno dei centri principali del fondamentalismo e del terrorismo islamico. Il regime militare al potere dal 30 giugno 1989 nacque per imporre la sharia anche alle popolazioni cristiane e animiste (scatenando così una guerra civile), è stato spalleggiato dai Fratelli musulmani e dal fondamentalista Hassan al Turabi, ha ospitato Osama bin Laden, si è alleato con Saddam Hussein e ha anche tentato di costruire una sua “internazionale fondamentalista”.[leggi tutto]
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