

La festa è rimandata a sabato prossimo con parenti e amici, siete tutti invitati!
Maria tu mi sostieni fin da piccolino, dammi forza e illuminami sempre, mio faro di luce
AFRICA/SUDAN - Accordo tra governo sudanese e una delle fazioni della guerriglia per assicurare condizioni di sicurezza nel Darfur. Si tratta ancora per l’invio di una forza internazionale nella regione
"Nel suo istante immutabile di vita divina, Dio fa dentro di se –fare che in lui è essere- tre cose: contemplarsi, esprimersi ed amarsi; e ciò lo fa in tale perfezione che ciascuna di queste attività è persona, e per questo Dio è Tre in persone e Uno in essenza."
MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIAFesta del 'Magnificat', la Visitazione prolunga ed espande la gioia messianica della salvezza. Maria, arca della nuova alleanza, è 'teofora' e viene salutata da Elisabetta come Madre del Signore. La Visitazione è l'incontro fra la giovane madre, Maria, l'ancella del Signore, e l'anziana Elisabetta simbolo degli aspettanti di Israele. La premura affettuosa di Maria, con il suo cammino frettoloso, esprime insieme al gesto di carità anche l'annunzio che i tempi si sono compiuti. Giovanni che sussulta nel grembo materno inizia già la sua missione di Precursore. Il calendario liturgico tiene conto della narrazione evangelica che colloca la Visitazione entro i tre mesi fra l'Annunciazione e al nascita del Battista. (Mess. Rom.)
Dopo l'annuncio dell'Angelo, Maria si mette in viaggio frettolosamente" dice S. Luca) per far visita alla cugina Elisabetta e prestarle servizio. Aggregandosi probabilmente ad una carovana di pellegrini che si recano a Gerusalemme, attraversa la Samaria e raggiunge Ain-Karim, in Giudea, dove abita la famiglia di Zaccaria. E’ facile immaginare quali sentimenti pervadano il suo animo alla meditazione del mistero annunciatole dall'angelo. Sono sentimenti di umile riconoscenza verso la grandezza e la bontà di Dio, che Maria esprimerà alla presenza della cugina con l'inno del Magnificat, l'espressione "dell'amore gioioso che canta e loda l'amato" (S. Bernardino da Siena): "La mia anima esalta il Signore, e trasale di gioia il mio spirito...".
La presenza del Verbo incarnato in Maria è causa di grazia per Elisabetta che, ispirata, avverte i grandi misteri operanti nella giovane cugina, la sua dignità di Madre di Dio, la sua fede nella parola divina e la santificazione del precursore, che esulta di gioia nel seno della madre. Maria rimane presso Elisabetta fino alla nascita di Giovanni Battista, attendendo probabilmente altri otto giorni per il rito dell'imposizione del nome. Accettando questo computo del periodo trascorso presso la cugina Elisabetta, la festa della Visitazione, di origine francescana (i frati minori la celebravano già nel 1263), veniva celebrata il 2 luglio, cioè al termine della visita di Maria. Sarebbe stato più logico collocarne la memoria dopo il 25 marzo, festa dell'Annunciazione, ma si volle evitare che cadesse nel periodo quaresimale.
La festa venne poi estesa a,tutta la Chiesa latina da papa Urbano VI per propiziare con la intercessione di Maria la pace e l'unità dei cristiani divisi dal grande scisma di Occidente. Il sinodo di Basilea, nella sessione del 10 luglio 1441, confermò la festività della Visitazione, dapprima non accettata dagli Stati che parteggiavano per l'antipapa.
L'attuale calendario liturgico, non tenendo conto della cronologia suggerita dall'episodio evangelico, ha abbandonato la data tradizionale del 2 luglio (anticamente la Visitazione veniva commemorata anche in altre date) per fissarne la memoria all'ultimo giorno di maggio, quale coronamento del mese che la devozione popolare consacra al culto particolare della Vergine.
"Nell'Incarnazione - commentava S. Francesco di Sales - Maria si umilia confessando di essere la serva del Signore... Ma Maria non si indugia ad umiliarsi davanti a Dio perchè sa che carità e umiltà non sono perfette se non passano da Dio al prossimo. Non è possibile amare Dio che non vediamo, se non amiamo gli uomini che vediamo. Questa parte si compie nella Visitazione".
Autore: Piero Bargellini
VESCOVI, SIATE VICINI AI SACERDOTI; TRADIZIONE CRISTIANA RICCHEZZA PER L'ITALIA
18/05/2006
di Emanuela Melchiorre - 2 maggio 2006
La Cina, per soddisfare il suo crescente fabbisogno energetico, conduce una politica di approvvigionamento di grandi dimensioni che sembra, però, eccedere certi parametri di riferimento come il Pil e la domanda di petrolio, essendo questi dati correlati. I paesi ai quali si rivolge sono retti prevalentemente da regimi dittatoriali e condannati internazionalmente per le loro sistematiche violazioni dei diritti umani. Sono gli stessi dati delle dogane cinesi che confermano la spiccata propensione per le dittature.
Tra i primi dieci esportatori mondiali di petrolio ci sono paesi dove la democrazia è matura, come la Norvegia, il Canada e il Regno Unito. La Cina ha scelto, invece, di approvvigionarsi presso paesi notoriamente non democratici e condannati dall'opinione pubblica internazionale, come l'Angola, l'Iran, il Sudan, il Congo Brazzaville e la Guinea Equatoriale.
La politica di approvvigionamento energetico cinese passa per diverse vie. La Cina non soltanto si rivolge direttamente al mercato, acquistando quantità crescenti di petrolio, ma, per accaparrarsi quote di produzione, attiva diversi canali. Poiché dispone di grande liquidità, Pechino sta investendo generosamente e senza troppi scrupoli nei paesi africani, eleggendo l'Africa a territorio di caccia ideale per i suoi approvvigionamenti. Ultimo in ordine di tempo è l'investimento massiccio che il Dragone ha lanciato in Nigeria. In questo paese ha stanziato quattro miliardi di dollari per la costruzione di varie infrastrutture in cambio di licenze di sfruttamento di giacimenti petroliferi. La Cina acquisterà, inoltre, la quota di controllo della grande raffineria di Kaduna, che attualmente è una struttura inefficiente e non copre ancora il fabbisogno nazionale di benzina. Inoltre, Pechino si impegnerà a costruire una centrale elettrica ed una ferrovia.
Come contropartita di quote di produzione di petrolio, la Cina offre anche armi e «coperture diplomatiche» a diversi paesi, primo fra tutti il Sudan, che è una delle nuove frontiere dell'oro nero, retta da un regime che si macchia di uno dei più gravi crimini contro l'umanità, quello del Darfur. La produzione sudanese ammonta a 500 mila barili al giorno. Grazie al finanziamento cinese, che dal 1990 ha raggiunto la cifra di otto miliardi di dollari, la produzione cresce a ritmi sostenuti, tanto da arrivare a 650 mila barili al giorno. Il 70% delle esportazioni sudanesi sono dirette in Cina, rendendo il paese una sorta di monopsonio energetico, cioè un monopolista dal lato della domanda. In cambio di petrolio, Khartoum chiede discrezione diplomatica, infrastrutture e armamenti. Da tempo la Cina è accusata, infatti, di vendere elicotteri militari, mine e armi leggere, seguendo la cinica logica del «business is business».
Il dossier nucleare iraniano si è trascinato per anni grazie anche alle pressioni e le minacce di veto della Cina e della Russia. Infatti l'Iran, terzo fornitore di petrolio della Cina, costituisce una grande opportunità per Pechino, per la sua posizione geografica e per l'assenza di concorrenza delle compagnie americane dovuta alle sanzioni Usa, e può ottenere quote di produzione in cambio di sostegno diplomatico. Inoltre sono stati siglati intese e contratti miliardari per la fornitura di gas naturale.
L'Angola è da oltre un anno il secondo fornitore di petrolio cinese. Pechino ha concesso un prestito a tasso agevolato di 2,5 miliardi di dollari in cambio di petrolio e garantisce una certa «discrezione» a livello diplomatico. Infatti l'Angola mal tollera le richieste di maggiore trasparenza mosse dal Fondo Monetario Internazionale.
Non stupisce, infine, che in cima alla classifica delle nazioni che approvvigionano la Cina ci sia anche l'Arabia Saudita, che, sebbene sia per alcuni versi filoccidentale, è comunque ascrivibile tra le petrodittature dei nostri tempi.
Emanuela Melchiorre