I giochi sono tutti già fatti, dopo le elezioni grande coalizione e ministro degli esteri del PD (D’Alema o Fassino) figura indispensabile per mantenere i rapporti idilliaci con il dittatore venezuelano Chavez e permettere all’Eni di portare avanti un progetto molto importante sul più grande giacimento petrolifero del mondo.
L'Eni infatti rientra in Venezuela nell' upstream petrolifero con un accordo siglato appena ieri con la locale azienda di Stato: la Petróleos de Venezuela Sa, o Pdvsa.
I due gruppi costituiranno una società a capitale misto, al 40% dell'Eni e al 60% della Pdvsa, per lo sfruttamento di un'area di 670 chilometri quadrati (il blocco petrolifero Junin 5) nella cosiddetta faja dell'Orinoco, la fascia del fiume Orinoco che contiene il più grande deposito al mondo di idrocarburi pesanti, stimato nel suo insieme in 1.300 miliardi di barili di olio.
La missione in Venezuela del ministro degli Esteri Massimo D'Alema rientra nell'ambito del miglioramento delle relazioni politiche nel subcontinente, e in particolare dal sottosegretario Donato Di Santo, che ha effettuato molti viaggi nell'area. D'Alema, che ha parlato con la stampa dopo un incontro con il ministro degli Esteri venezuelano, ha sottolineato di voler «esprimere la soddisfazione per un accordo di cooperazione che assume un grande rilievo e che è per noi un risultato molto positivo e incoraggiante». Oltre alla “diplomazia economica” che ha caratterizzato una missione parallela a quella dell’Eni insomma, il responsabile della Farnesina ha voluto ribadire ancora una volta la rinnovata attenzione dell’Italia nei confronti del sub-continente, dopo anni di lacune e disinteresse. Basti pensare che erano diciassette anni che un ministro degli Esteri italiano non si faceva vedere a Caracas. E poi, tra un colloquio e l’altro, il vice premier non ha voluto mancare di fare un salto al pantheon di Simon Bolivar, “il liberatore” assurto a padre ideale della repubblica chavista. Non c'è dubbio che da queste parti più di qualcuno avrà apprezzato.
Il prossimo appuntamento, guarda caso poche settimane dopo le nuove elezioni politiche in Italia, è previsto per i primi giorni di maggio. Quindi tutti al voto con i due maggiori partiti già predisposti alla grande spartizione. Sondaggi attuali cominciano ad abituare gli italiani all’idea del pareggio, in realtà non sarà proprio così, i dati delle scorse elezioni indicano che Berlusconi vincerebbe in Senato con meno di dieci seggi di vantaggio, questa “esigua” maggioranza gli basterà per fingersi costretto alla grande coalizione con Veltroni e l’assegnazione al PD di alcuni ministeri tra cui sicuramente quello degli Esteri, con grande soddisfazione di Chavez ovviamente, il quale continuerà a stringere la mano e farsi fotografare anche in futuro con un ministro degli esteri italiano di sinistra.
La firma tra Eni e Pdvsa avrà come effetto quello di spiazzare ExxonMobil, la major rimasta fuori. Proprio nei giorni scorsi la tensione tra ExxonMobil e Pdvsa è salita alle stelle e Rafael Ramirez, ministro dell'Energia venezuelano, oltre che presidente della stessa Pdvsa, ha dichiarato al Parlamento venezuelano che «Exxon sta lavorando apertamente per fare guerra al governo di Chavez, e ha l'appoggio del Dipartimento di Stato di Washington».
La tensione è molto alta dopo che un tribunale inglese ha consentito a ExxonMobil di congelare dei beni di proprietà di Pdvsa, negli Stati Uniti. La risposta di Caracas non si è fatta attendere: Chavez ha ordinato che nei prossimi mesi si sospenda l'invio di greggio venezuelano negli Stati Uniti. Da qui accuse reciproche: secondo gli Stati Uniti quella di Chavez è una partita persa dato che il fabbisogno energetico americana dipende solo per il 10% da Caracas. I fornitori più importanti sono Arabia Saudita, Messico e Canada. Mentre Caracas ha risposto dicendo che il petrolio destinato agli Stati Uniti ha già nuovi destinatari.
6 commenti:
bel post!
ciao!
Mauro
Ciao Mauro come stai? Mi dispiace di essere un pò sparito, ma da quando mia moglie ha cominciato a lavorare non ho più tempo per potermi inpegnare attivamente in niente altro che lavoro e famiglia... seguo comunque con l'interesse di sempre le vostre iniziative sulla mailing-list di Italian Blogs for Darfur, siete encomiabili come sempre.
Un abbraccio a te, Antonella e Sharon
a presto Fabio
Ciao!
Se mi dai un indirizzo di posta elettronica ti invio delle interessanti osservazioni che mi è un po' difficile sintetizzare in un commento nel mio blog a proposito delle elezioni.
Pare che la situazione non sia così facile e immediata.
Mamma mia! che Dio ci assista!
Ciao Anna, dobbiamo veramente pregare che Dio ci assista, l'esito del voto non solo in Italia ma anche domenica in Spagna deciderà il futuro della impostazione politica che prenderà piede in Europa.
Eccoti il mio indirizzo email:
f.iacopini@libero.it
uhm...umilmente allora mi aggiungo alle preghiere...e magari ci aggiungiamo una crocetta ben messa sulla prossima scheda ;)
idle
Idle la mia preghiera è perchè Dio ci assista nonostante l'esito del voto, scontato in Spagna con la vittoria di Zapatero e secondo me scontato anche in Italia con la grande coalizione laicista.
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