Roma, 12 mar. (Apcom) - Il comandante di circa 20.000 miliziani arabi janjaweed (diavoli a cavallo, ndr), attivi nella regione sudanese del Darfur, ammette di ricevere le armi dal governo di Khartoum e di prendere ordini direttamente dal Presidente sudanese Omar al Bashir. "Tutte le apparecchiature che abbiamo, da dove pensi che arrivino? Credi che cadano magicamente dal cielo? Appartengono al governo", ammette Mohammed Hamdan in un'intervista rilasciata alla televisione britannica Channel 4 e riportata oggi dal Daily Telegraph.
Le milizie janjaweed sono accusate dei peggiori crimini commessi nella regione sudanese dall'inizio del conflitto, nel febbraio 2003, che ha causato finora almeno 200.000 morti e oltre 2,5 milioni di profughi e sfollati. Al Bashir ha sempre negato ogni legame con i miliziani, definendoli "ladri e banditi". Hamdan ha parlato con l'emittente britannica nel suo campo nel Darfur del Sud, Um al Qura, accanto a una Toyota Land Cruise dotata di mitragliatrice e uomini armati di mortai, armi anti-aeree e Kalashnikov: "Le armi, le autovetture, tutto quello che vedi, lo riceviamo dal governo".
Hamdan, 31 anni, afferma inoltre di ricevere ordini direttamente dal Presidente sudanese. Il leader arabo precisa di averlo incontrato due volte nel settembre 2006: "Ci chiesero un incontro. Due siti erano caduti sotto il controllo dei ribelli: Un Sidir e Kiryari (nel Darfur del Nord). Dopo la loro caduta, ci chiesero, naturalmente in quanto parte delle forze armate, di andare nelle zone settentrionali. Chiedemmo delle attrezzature che sono queste che vedi ora. Loro ci rifornirono di autovetture e armi, così noi andammo a nord". Il leader janjaweed precisa che i due incontri si svolsero alla presenza del ministro della Difesa, Abdul Rahim Mohammed Hussein: "Uno degli incontri con il Presidente si svolse nella sua abitazione, mentre il secondo si tenne nel quartier generale delle forze armate".
I primi contatti con il governo di Khartoum risalgono però al 2003, quando scoppiò il conflitto. Hamdam afferma di essere stato arruolato proprio per combattere i ribelli: "C'era una chiamata generale alle armi, in tutto il Sudan, dopo lo scoppio della ribellione. Dopo fu il governo sudanese a venire da noi". Secondo il suo racconto, l'esercito "ci mandò degli ufficiali per arruolarci e addestrarci". Hamdan venne addestrato in un campo a ovest di Nyala, la capitale provinciale del Darfur del Sud, insieme ai militari. A riprova di quanto affermato, il leader janjaweed mostra il suo tesserino militare, con su scritto 'Identità degli ufficiali e dei soldati, Commissione delle forze armate per l'intelligence e la sicurezza', seguito dal numero di identificazione, una fotografia e un ologramma delle insegne militari sudanesi. Hamdan respinge infatti l'etichetta di janjaweed, senza però smentire le atrocità che gli altri combattenti arabi hanno commesso in Darfur.
"Abbiamo solo combattuto contro i ribelli - precisa parlando per sè - infatti, ci sono state volte che abbiamo ricevuto l'ordine di prendere parte a operazioni nelle aree civili". Ma Hamdan precisa di essersi rifiutato di obbedire a questi ordini, anche se c'è chi lo smentisce. Una squadra di osservatori inviata dall'Unione africana nella regione sudanese ha scritto in un rapporto che Hamdan era uno dei tre leader janjaweed che guidarono un attacco al villaggio di Adwah il 30 novembre 2004, in cui vennero uccisi oltre 200 civili e le donne picchiate e stuprate.
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