Maria tu mi sostieni fin da piccolino, dammi forza e illuminami sempre, mio faro di luce
27 luglio 2007
Funerali religiosi per Nuvoli. Mons. Sgreccia: è stata una scelta giusta
26 luglio 2007
Lo stato di sofferenza della famiglia
Attualmente, una madre single che lavora 16 ore a settimana, al netto dei crediti d’imposta, guadagna 487 sterline a settimana (726,6 euro), ha spiegato Field. Per contro, una famiglia con due genitori, a reddito minimo, deve lavorare 116 ore per guadagnare la stessa cifra, in quanto il sistema fiscale non prevede esenzioni per il secondo adulto.
Gli effetti negativi di un simile sistema sulle famiglie sono stati confermati dai dati pubblicati qualche mese fa dal British Office for National Statistics (ONS). Secondo un servizio dell’11 aprile, pubblicato sul quotidiano Independent, il 24% dei bambini in Gran Bretagna ha vissuto, nel 2006, con un solo genitore, rispetto al 22% del 2001.
Questi bambini vivono solitamente in abitazioni in affitto e in condizioni “indecorose”, secondo l’ONS.
Il rapporto dell’ONS ha inoltre rilevato che sin dal 1971 la percentuale delle persone che vivono in famiglie tradizionali, composte da coppie con figli a carico, è crollata dal 52% al 37% della popolazione. Per contro, la percentuale delle persone che vivono insieme, ma senza figli, è aumentata dal 19% al 25%. [leggi tutto]
24 luglio 2007
Obblighi senza reciprocità
I Cus, ipotesi bislacca. Un atto a senso unico
Dai Dico ai Cus (Contratti di Unione Solidale) cambia il nome ma
non la sostanza: proprio mentre si afferma di voler eliminare le
discriminazioni verso i conviventi, in realtà la vera
discriminazione colpisce i coniugi. Infatti essi si assumono dei
doveri inderogabili, la cui trasgressione è sanzionata, talora
anche penalmente.
Per esempio gli obblighi di curarsi reciprocamente, di educare il
figlio anche se è «solo» del coniuge e non è proprio, di
contribuire alle necessità della famiglia, di versare gli
alimenti in caso di separazione o di divorzio, di coabitare.
Per limitarci solo all'obbligo di coabitazione, i coniugi non
possono lasciarsi da un momento all'altro senza conseguenze: se
uno dei due abbandona il tetto coniugale, può essergli addebitata
la separazione, il che può precludere l'assegno di mantenimento.
Invece nei Cus i conviventi non hanno nemmeno l'obbligo della
coabitazione e viene menzionato in modo molto generico solo il
dovere di aiutarsi reciprocamente e di contribuire alle necessità
della vita, ma con la clausola che "il contratto di unione
solidale può prevedere i tempi e i modi dell'attuazione" dei
doveri.
Quindi, non solo i coniugi hanno molti più doveri, ma hanno
inoltre degli obblighi definiti, diversamente dai conviventi che,
nei Cus mantengono un'autonomia molto ampia rispetto ai doveri.
Insomma, i conviventi, coi Cus, hanno diversi diritti, per
esempio il trasferimento di sede per i lavoratori, il diritto di
succedere nel contratto di locazione per l'alloggio comune,
quello di ereditare automaticamente (se sono passati nove anni
dalla registrazione del Cus) e quello di percepire (dopo il
riordino della normativa previdenziale) la pensione di
reversibilità.
Pertanto, se lo Stato istituisse i Cus, attuerebbe un atto
giuridico a senso unico, perché si assumerebbe degli obblighi nei
confronti dei conviventi, quando questi ultimi non se ne assumono
nessuno o quasi. E riconoscerebbe loro i diritti che abbiamo
menzionato, senza esigere in cambio i doveri che invece chiede ai
coniugi di assolvere.
Né si può parlare di discriminazione verso i conviventi in merito
ad alcuni diritti reclamati per i conviventi e contenuti nei Cus
(quello di prendere decisioni di carattere sanitario in favore
del convivente o quello di succedergli nel contratto di
locazione), dato che (Avvenire lo ha documentato varie volte)
essi sono già oggi garantiti dal nostro ordinamento.
Ma con la differenza (rispetto ai Cus) che essi sono attualmente
concessi ai singoli e non alle coppie, perché fino ad oggi lo
Stato ha conferito uno status speciale al matrimonio, laddove
invece i Cus li assegnerebbero alle coppie conviventi,
«avvicinandole» a quelle sposate.
Oltre che per quanto detto finora, contrapporsi ai Cus non
significa discriminare i conviventi: discriminare significa
trattare in modo diverso cose uguali.
Dunque è vero che ogni singolo uomo deve avere gli stessi
diritti; ma ci sono giustamente differenze nei diritti
particolari, legate alle funzioni delle persone (per esempio, un
parlamentare ha il diritto di votare le leggi, un semplice
cittadino no).
Ciò significa che le relazioni interpersonali devono essere
trattate dallo Stato in modo diverso quando sono tra loro
diverse.
Ora, la relazione dei conviventi è diversa da quella dei coniugi,
per lo meno perché i conviventi non si assumono le responsabilità
e gli obblighi a cui i coniugi si impegnano.
di Giacomo Samek Lodovici
(C) Avvenire 15 luglio 2007
18 luglio 2007
In coma, conteso tra Italia e Svizzera
Antonio Trotta, 39enne italiano di Albizzate (VA), ma domiciliato in Svizzera, due anni fa resta in coma a seguito di un incidente verificatosi in territorio svizzero.
L'ospedale ticinese che lo ospita è orientato ad interrompere le cure parlando di "trattamenti ritenuti futili in medicina intensiva o addirittura atteggiamenti di accanimento terapeutico, senza possibilità reale di guarigione o raggiungimento di una qualità di vita accettabile".
I genitori di Antonio non sono di questa idea e vorrebbero assisterlo con una terapia riabilitativa, consigliati anche da degli esperti italiani, secondo i quali il paziente "è indubbiamente sveglio ed estremamente recettivo nei confronti di stimoli affettivi con importante valenza emotiva". [leggi tutto]
17 luglio 2007
16 luglio 2007
Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
La Tradizione racconta che già prima del Cristianesimo, sul Monte Carmelo (Karmel = giardino-paradiso di Dio) si ritiravano degli eremiti, vicino alla fontana del profeta Elia, poi gli eremiti proseguirono ad abitarvi anche dopo l’avvento del cristianesimo e verso il 93 un gruppo di essi che si chiamarono poi ”Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo”, costruirono una cappella dedicata alla Vergine, sempre vicino alla fontana di Elia.
Si iniziò così un culto verso Maria, il più bel fiore di quel giardino di Dio, che divenne la ‘Stella Polare, la Stella Maris’ del popolo cristiano. E sul Carmelo che è una catena montuosa che si estende dal golfo di Haifa sul Mediterraneo, fino alla pianura di Esdrelon, richiamato più volte nella Sacra Scrittura per la sua vegetazione, bellezza e fecondità, continuarono a vivere gli eremiti, finché nella seconda metà del sec. XII, giunsero alcuni pellegrini occidentali, probabilmente al seguito delle ultime crociate del secolo; proseguendo il secolare culto mariano esistente, si unirono in un Ordine religioso fondato in onore della Vergine, alla quale i suddetti religiosi si professavano particolarmente legati.
L’Ordine non ebbe quindi un fondatore vero e proprio, anche se considera il profeta Elia come suo patriarca e modello; il patriarca di Gerusalemme s. Alberto Avogadro (1206-1214), originario dell’Italia, dettò una ‘Regola di vita’, approvata nel 1226 da papa Onorio III.
Costretti a lasciare la Palestina a causa dell’invasione saracena, i monaci Carmelitani, come ormai si chiamavano, fuggirono in Occidente, dove fondarono diversi monasteri: Messina e Marsiglia nel 1238; Kent in Inghilterra nel 1242; Pisa nel 1249; Parigi nel 1254, diffondendo il culto di Colei che: “le è stata data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron” (Is 35,2).
Il 16 luglio del 1251 la Vergine circondata da angeli e con il Bambino in braccio, apparve al primo Padre Generale dell’Ordine, beato Simone Stock, al quale diede lo ‘scapolare’ col ‘privilegio sabatino’, che consiste nella promessa della salvezza dall’inferno, per coloro che lo indossano e la sollecita liberazione dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte. [leggi tutto]
Darfur, arabi nelle terre degli africani
ROMA
Oltre 30.000 arabi provenienti da Ciad e Niger hanno attraversto negli ultimi due mesi il confine con la regione sudanese del Darfur, carichi dei loro beni e con i loro greggi al seguito, per insediarsi nei villaggi abbandonati negli ultimi anni di guerra dalle tribù africane. Stando a un rapporto interno dell’Onu, ottenuto dall’Independent, si tratta di uno spostamento «senza precedenti», in una regione dove gli arabi sono pastori nomadi in continua ricerca di nuovi pascoli, che potrebbe avvalorare la tesi di quanti ritengono che il governo di Khartoum stia cercando di ripopolare l’area. Soprattutto in vista delle elezioni in programma tra due anni.
Un funzionario dell’Onu ha parlato di un processo «apparentemente ben programmato», sottolineando che si tratta di un trasferimento «molto consistente». «Non abbiamo mai visto così tante persone arrivare finora nel Darfur occidentale», ha aggiunto. L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) ha inviato alla fine di maggio una propria squadra al confine con il Ciad per intervistare i nuovi arrivati e stabilire se si trattasse di persone in fuga dai combattimenti in corso nel paese vicino. Ma sono stati pochi quelli che hanno chiesto assistenza. «La maggior parte di loro sono stati sistemati dagli arabi sudanesi negli ex villaggi degli sfollati e più o meno invitati a rimanere», ha detto un funzionario Onu. I nuovi arrivati hanno anche ricevuto cittadinanza e documenti d’identità sudanesi. [leggi tutto]
13 luglio 2007
Socci e il Concilio Vaticano II
Anche Paolo VI, promulgando la Costituzione conciliare Lumen Gentium, dichiarava: “questa promulgazione nulla veramente cambia della dottrina tradizionale. Ciò che Cristo volle, vogliamo noi pure. Ciò che era resta. Ciò che la Chiesa per secoli insegnò, noi insegniamo parimenti”.
Il tesoro della Chiesa infatti è il suo “depositum fidei”, la rivelazione portata da Cristo, Dio fatto uomo, e il compito assoluto dei pastori è conservare quel “deposito”. Non possono disporne a piacimento o cambiarlo, ma devono custodirlo intatto a costo della propria stessa vita. [leggi tutto]
12 luglio 2007
Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale
Thomas E. Woods, Jr., giovane storico americano, nel suo nuovo saggio Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale, smonta pezzo dopo pezzo tutto l'edificio di falsità messo su dalle correnti illuministiche radicali, secondo cui il cattolicesimo, prevalente soprattutto nell'epoca medievale, sarebbe stato portatore di oscurantismo e regresso. Al contrario, egli mette bene in evidenza come lo stesso cattolicesimo e la Chiesa cattolica romana siano stati i massimi fautori e protagonisti del fiorire della civiltà europea e poi di quella insediatasi nelle Americhe in coincidenza con le nuove scoperte geografiche. Occorre allora fare piazza pulita delle bugie fattesi sistema ad opera della sinistra laicista ed anticlericale oggi ancora culturalmente egemone, la quale pretende di continuare ad imporre la propria visione ideologica e menzognera di un Medioevo contrassegnato solo da barbarie e «secoli bui» a causa del cattolicesimo, dopo il quale sarebbe sopravvenuto un illuminismo ed una secolarizzazione portatrici di vera luce, progresso, pace ed eguaglianza, frutto appunto della messa da parte della religione. Un simile quadro tanto in voga nell'approccio culturale della sinistra non corrisponde a verità. E' vero semmai il contrario. [leggi tutto]
11 luglio 2007
Fuga dal mondo? (monachesimo)
E' questo quello che il Concilio Vaticano II ha chiamato l'errore e la tragedia del nostro tempo. Recuperare l'integralità della fede e del progetto di vita che da essa nasce e testimoniarlo lietamente nel mondo davanti alla libertà degli uomini, è questa la grande responsabilità dell'oggi e del domani della Chiesa.
Il progetto laicista sulla storia e sul mondo ha mostrato i suoi equivoci ed ha fallito; nel vuoto delle ideologie che è anche luogo di attese e di speranze, la fede può e deve tornare ad essere la proposta di vita autentica e di civiltà per l'uomo. [leggi tutto]
09 luglio 2007
Delegazione italiana in missione in Darfur
Una delegazione della Commissione esteri della Camera parte per una missione in Sudan con l’intento di constatare la gravità della situazione di crisi nella regione del Darfur. Questa iniziativa segue l’audizione di alcune settimane fa a Montecitorio di Ong internazionali, tra cui Oxfam, International Crisis Group e la Caritas, che hanno lanciato l’allarme dell’aggravamento delle condizioni dei campi profughi e della sicurezza nella regione.
La delegazione parlamentare, guidata dal presidente della commissione Umberto Ranieri, è composta dai deputati Tana De Zulueta, Ramon Mantovani e Marco Zacchera.
La missione si svolge alla vigilia della conferenza internazionale sul Darfur che le Nazioni Unite e l’Unione africana hanno convocato congiuntamente in Libia per il 15 e il 16 luglio, a cui è stata invitata anche l’Unione europea. [leggi tutto]
06 luglio 2007
Le bugie della Turco e i catastrofisti battuti
Tutti i commenti si appuntano sulla piccola riduzione di gravidanze: ecco, l'avevamo detto che sarebbe successo, e ora cambiamo la legge. Peccato che quella piccola percentuale anneghi nella voragine di un immenso buco nero: la mancanza di informazioni su circa la metà delle gravidanze. Le coppie infatti tendono a sfuggire al follow up, cioè ai controlli dopo i trattamenti, e del 47,8% delle gravidanze non si sa più niente. Un po' per la voglia di rimuovere l'idea di un figlio concepito in provetta, un po' per evitare viaggi e spostamenti, le mamme non tornano nei centri dove sono state sottoposte alla fecondazione assistita. Manca quindi all'appello la metà dei dati necessari a formulare qualunque ipotesi fondata, e sarebbe onesto avvertire che non si può arrivare a nessuna conclusione certa. Invece si parla di «correlazione» tra l'aumento di gravidanze finite male e l'obbligo di impiantare tutti gli embrioni (al massimo 3) contenuto nella legge. Mentre, come la Turco certamente sa, la legge non obbliga affatto a impiantare 3 embrioni: sono i medici che non si allineano alla tendenza internazionale, che è quella di impiantare un unico embrione per volta, magari congelando gli ovociti. Come si fa a stabilire correlazioni, per spiegare aumenti percentuali minimi, quando si possiede solo una metà delle informazioni? Nella relazione per la verità si accenna al problema che, secondo gli stessi estensori, rende impossibile «dare informazioni significative sulla sicurezza delle tecniche e sui loro esiti», ma quando, nell'introduzione, si traccia il bilancio della legge i dubbi e le cautele spariscono. Ieri il ministro Turco, dopo aver lodato il rigore e lo scrupolo con cui l'Istituto Superiore di Sanità ha raccolto ed elaborato i dati disponibili, si è augurata che «tutte le parti si misurino su quei dati, ne valutino il rigore, e a partire da quei dati il Parlamento valuti che fare». Siamo assolutamente d'accordo: purché lo si faccia con onestà, tenendo conto di quello che i dati effettivamente dicono, e soprattutto di quello che non dicono.[leggi tutto]
05 luglio 2007
Attuazione della legge 40: una lettura ideologica dei dati
Commenti alla relazione al Parlamento del Ministro della Salute
Questo lunedì il Ministro della Salute Livia Turco ha inoltrato ai Presidenti del Senato Franco Marini e della Camera Fausto Bertinotti la relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 40/2004 che regolamenta la procreazione medicalmente assistita (Pma).
Dai dati emerge un aumento nel numero dei centri per la procreazione assistita, così come dei trattamenti e delle donne che vi si sottopongono, e una diminuzione in percentuale dell'efficacia dei trattamenti stessi.
Nel 2005, le pazienti trattate sono state 27.254, contro le 17.125 del 2003, le percentuali di gravidanze sono passate dal 24,8% del 2003 al 21,2% del 2005, con una riduzione di 3,6 punti percentuali.
Ciononostante le donne che hanno fatto ricorso alla fecondazione in vitro (FIV) sono passate da 17.000 a 27.000; la FIV ha prodotto 6.200 gravidanze nel 2005 contro le 4.800 nel 2003. [leggi tutto]
04 luglio 2007
Salviamo i cristiani
Roma 4 Luglio 2007 Piazza SS Apostoli ore 21:00
PADRE BOSSI LIBERO!
Appello per una "Manifestazione nazionale contro l'esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, per la libertà religiosa nel mondo "
Dopo aver ascoltato e fatto nostro l' "accorato appello" del Papa Benedetto XVI ad agire per porre fine alle "critiche condizioni in cui si trovano le comunità cristiane", abbiamo deciso di promuovere una "Manifestazione nazionale contro l'esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente , per la libertà religiosa nel mondo". Noi non possiamo più continuare ad assistere inermi alle barbarie che stanno costringendo milioni di cristiani negli Stati arabi, musulmani e altrove nel mondo a fuggire dalle loro case e dai loro paesi. Al contempo noi denunciamo le violenze contro i religiosi e i fedeli cristiani che pagano con la vita l'impegno e la fedeltà a testimoniare la propria fede. La presenza dei cristiani si va assottigliando sempre più: dalla prima guerra mondiale circa 10 milioni di cristiani sono stati costretti a emigrare dal Medio Oriente. Una fuga simile alla cacciata degli ebrei sefarditi che, da un milione prima della nascita dello Stato di Israele, si sono ridotti a 5 mila. Invitiamo pertanto tutti gli uomini di buona volontà , al di là della loro fede, etnia e cultura, partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà mercoledì 4 luglio a Piazza Santi Apostoli a Roma alle ore 21. Sarà una grande manifestazione per la vita, la dignità e la libertà dei cristiani e per il riscatto dell'insieme della nostra civiltà umana.
Per aderire all'appello e alla manifestazione inviare email agli indirizzi info@salviamoicristiani.com o salviamoicristiani@gmail.com oppure telefonando al numero 338 7113421
03 luglio 2007
La Cina oscura la lettera del Papa diffusa su Internet
Per tutta risposta la lettera è stata oscurata dai siti web. Lo ha comunicato l'agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere, Asianews, che ha raccolto le proteste dei sacerdoti e dei fedeli cinesi.
Secondo quanto riportato dall'agenzia del Pime, alcuni rappresentanti del governo cinese avrebbero imposto ai sacerdoti che gestiscono i portali cattolici ad eliminare la pubblicazione. Secondo una fonte dell'agenzia vaticana "questo episodio conferma come sia vero quanto il Papa scrive sulla mancanza per la Chiesa in Cina della piena libertà religiosa". Inoltre, dalla Cina è impossibile connettersi al sito internet della Santa Sede.
Nonostante la censura governativa, il testo papale è in ogni caso giunto alle comunità cattoliche cinesi via fax, portato a mano oppure scaricato da internet grazie ad alcuni siti civetta.
Intervista a Loretta Napoleoni, esperta di terrorismo
"Più che parlare di Al Qaeda, come era prima dell'undici settembre e cioè l'organizzazione verticale controllata da Osama Billaden, io parlerei più dell'Alqaedismo, questa nuova ideologia antimperialista che oramai ha preso piede non solamente in Inghilterra ma direi un pò in tutto il mondo."