Maria tu mi sostieni fin da piccolino, dammi forza e illuminami sempre, mio faro di luce
13 aprile 2007
Video intervista e appello di Suliman
Appello Urgente alla Stampa per il Darfur: uccisi a Khartum dieci uomini del Sudan Liberation Mouvement (SLM) – la situazione è drammatica.
Il 24 marzo 2007 la polizia di Beshir ha ucciso dieci uomini del Sudan Liberation Mouvement (SLM) che si trovavano a Khartum per curarsi di gravi ferite della recente (e non ancora finita) guerra del Darfur ed alloggiavano in un appartamento nel quartiere di Omdurman (vicino a cui si trova un importante ospedale, il più grande ospedale militare del Sudan).
Il tutto era iniziato il giorno prima (23/3/07) quando due poliziotti per ordine del Ministro degli Interni si erano recati davanti al palazzo dove –suddivisi in più appartamenti- abitano diverse decine di militanti dell’SLM, confluiti nella capitale sudanese dopo gli accordi di pace di Abuja del 5 maggio 2006, con lo scopo –come detto sopra- di curarsi. I poliziotti avevano aggredito verbalmente i due militanti che stavano di guardia al caseggiato dicendo loro che persone del Darfur non potevano vivere in un quartiere così benestante e che avrebbero dovuto sgombrare entro 24 ore! Passate le 24 ore, a mezzogiorno del 24 marzo, sono arrivate decine e decine di carri armati (sembra fossero 100, o forse addirittura più di 100; qualcuno ha detto che quel giorno Ondurman sembrava la Somalia) e dopo aver ucciso uno dei due uomini di guardia hanno attaccato l’intero caseggiato radendolo al suolo. Il tragico bilancio di questa vigliacca aggressione (dentro gli appartamenti c’erano uomini feriti, alcuni dei quali impossibilitati a muoversi) è stato di dodici morti, dieci militanti dell’SLM e due poliziotti, e decine e decine di feriti.
Il Presidente dell’SLM, Minni Minnawi, avvertito della strage che era avvenuta, ha subito cercato di mettersi in contatto con il Ministro degli Interni (dal momento che il presidente Beshir si trovava a Ryad per un incontro dei paesi arabi) ma non è stato possibile reperire né il Ministro né alcun altro.
Nei giorni seguenti ci sono state le retate: tutti i militanti dell’SLM -tranne il Presidente suddetto e pochissimi suoi collaboratori- sono stati incarcerati e tenuti dentro per una settimana dopo la quale una parte di loro è stata liberata, ma rimangono ancora in carcere circa 30 persone. Tutte le case del militanti dell’SLM sono state circondate da cordoni di polizia. Fra le persone ancora prive di libertà c’è il portavoce dell’SLM a Khartum, Al-Fadil Al-Tiyani, che si trova in questo momento con una gamba fratturata. Fra i militanti che sono al momento fuori del carcere lasciamo il recapito del Presidente degli studenti del Darfur nell’Università di Khartum, Mohammed ‘Abdurahman: 00249911632500.
Al momento la situazione è molto incerta e pericolosa per i militanti dell’SLM che si trovano a Khartum: quelli che non sono stati colpiti temono per la loro sorte prossima. Dopo questa strage a tradimento la “pace” che era stata stipulata circa otto mesi fa è ormai compromessa per sempre. E nel Darfur stesso la situazione è tragica e in progressivo peggioramento: dal maggio 2006 non è stato fatto assolutamente niente per i! milioni di persone che hanno riparato nei campi del Ciad (circa 400.000 famiglie) né per quelli che si trovano nei campi dentro al territorio stesso del Darfur: nel solo campo di Kalma, vicino a Nyala, ci sono più di 800.000 persone, e poche meno nei due campi vicino alla città di Al Fashir –Abushuk e Zamzam- ; oltre a diversi altri campi più piccoli raccolti intorno alle altre grandi città del Darfur. Degli 8 milioni di abitanti che il Darfur raggiungeva prima della guerra circa 5 milioni si trovano nei campi profughi fuori e dentro il Sudan, o sono espatriati o sono morti. Nei villaggi del Darfur non ancora rasi al suolo dalla violenza janjaweed unita ai bombardamenti non c’è tuttora alcuna sicurezza dal momento che ancora avvengono incursioni da parte degli stessi janjaweed che compiono razzie, violenze e assassinii. E negli stessi campi profughi –sia in Darfur che in Ciad- arrivano anche lì gli orrendi janaweed ad aggredire e violentare le donne che si allontanano per fare legna.
Così stanno le cose, e sono molto gravi. Il mondo non ne parla (c’è stata un’apertura di interesse due anni fa ma è durata poco e poi tutto ha taciuto). La notizia della strage di Ondurman l’ha data solo Al-Jezzira, e nessuna televisione occidentale l’ha ripresa. Io chiedo ai giornalisti italiani che si occupano delle notizie estere che diano ogni mese almeno due notizie sul nostro paese, il Darfur. Lo chiedo come rifugiato che ha avuto asilo politico in Italia nonché come Presidente dell’SLM in Italia e della Comunità Zagawa in Italia. Lo chiedo anche perché l’Italia –fra tutti i paesi d’Europa- è quello con il più alto numero di rifugiati politici provenienti dal nostro martoriato paese. Dò a mia volta la disponibilità ad incontrare il vostro giornale per interviste, approfondimenti, recapiti di persone più informate sulle notizie dell’ultim’ora:
Suliman Ahmed:
cell: 3487937982 e-mail: kois2778@maktoob.com
Fonte: Flipnews
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