11 dicembre 2008

Presa in giro universale dei diritti dell'uomo

Di Fausto Carioti

L'assemblea dell'Onu è controllata dal G77, il gruppo di 130 Paesi ritenuti “in via di sviluppo”, che comprende l’intero “Who’s who” delle peggiori dittature del pianeta: Iran, Siria, Pakistan, Corea del Nord, Cuba… Queste nazioni rappresentano la larghissima maggioranza dei membri dell’organizzazione e, votando in blocco, tengono in pugno l’assemblea. La posizione di leadership nel G77 appartiene agli stati arabo-musulmani, che hanno così un mezzo efficace per orientare a loro favore qualunque decisione debba essere presa a maggioranza.

E questo spiega pure perché il curriculum in materia di diritti umani dell'Onu sia così aberrante. Anche lasciando perdere le patologie del sistema, che certo non sono eccezioni (chessò: gli stupri dei caschi blu in Congo e Sudan), gli organismi dell'Onu riescono a fare schifo anche quando si muovono secondo le regole. Tipo la Commissione Onu per i diritti umani, che come scrisse il New York Times era composta da «alcuni dei regimi del modo più impegnati a violare questi diritti» (tanto che ha dovuto dichiarare fallimento per indegnità politica e morale nel 2006), la cui unica unica preoccupazione era quella di condannare Israele qualunque cosa facesse. Oppure la Commissione per lo Status delle Donne, tra i cui membri figurano stati islamici nei quali la lapidazione delle adultere, le mutilazioni genitali femminili e il divieto alle donne di guidare un’automobile sono prassi corrente.

O, ancora, la Unfpa (United nation population fund), l’agenzia Onu che ha per scopo la diffusione del controllo delle nascite. Dispone di un bilancio da 6 miliardi di dollari, con il quale interviene in 140 Paesi. Gli Stati Uniti le tolsero i finanziamenti dopo che questa aveva appoggiato la politica cinese di riduzione delle nascite. Politica che il libro "Contro il cristianesimo - L’Onu e l’Unione europea come nuova ideologia", scritto da Eugenia Roccella, Lucetta Scaraffia e Assuntina Morresi, descrive così: «Dopo il primo figlio alla donna viene imposto l’inserimento di uno Iud, Intra uterine device (la spirale, ndr), e, se rimane ancora incinta, è costretta ad abortire». Per chi sgarra sono previsti «distruzione della casa, totale isolamento sociale, talvolta uccisione dei neonati; più spesso i bambini nati contro la legge sono sottratti alle famiglie e abbandonati negli orfanotrofi». Di tutto questo, ricorda il libro, la Unfpa è stata complice: ha «fortemente contribuito a finanziare la politica coercitiva cinese, le ha garantito supporti tecnici e ha collaborato fornendo le proprie competenze, per esempio nell’organizzazione e nell’analisi dei dati. Ma, peggio di tutto, non ha mai denunciato i responsabili di questa gigantesca violazione dei diritti umani, anzi li ha coperti fin quando è stato possibile».[leggi tutto]

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