05 dicembre 2008

Non si combatte l’handicap eliminando i disabili

“le metodologie sulla salute riproduttiva, di cui agli artt.23/b e 25/a della Convenzione, possono dare adito all'applicazione dell'aborto selettivo, promuovendo la contraccezione abortiva, le limitazioni delle nascite, l’irresponsabilità nei rapporti sessuali, le sterilizzazioni. Tutte misure che offendono la dignità della persona”.

“Inoltre – ha continuato Previte – la pianificazione familiare, come contemplata dalla ‘Convenzione’, è in netto contrasto con l’articolo 10 dove ‘viene garantito il diritto inalienabile alla vita’, con l'articolo 15 ‘dove nessuno dovrà essere sottoposto ad esperimenti medici scientifici’ e con l'articolo 16 dove si protegge ‘ogni forma di sfruttamento, violenza od abuso’”.

“Se non si rifiutano esplicitamente pratiche quali l’aborto, la sterilizzazione e l’eutanasia – ha sottolineato – potrebbe verificarsi la possibilità che tutti i disabili, specie quelli psichici potrebbero correre il rischio di essere sterilizzati o subire forme di eutanasia onde frenare la diffusione di handicap genetici. Così ci troveremmo di fronte alla negazione del diritto alla vita, un diritto fondamentale dell'umanità”.[leggi tutto]

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