19 marzo 2007

12/5 "Più Famiglia" in piazza S. Giovanni a Roma


ROMA - Sabato 12 maggio: è questa la data del Family day, la giornata della mobilitazione cattolica per la famiglia. La scelta del mese di maggio, che a qualcuno potrebbe sembrare troppo lontana, non è affatto casuale: infatti, tra la Pasqua e il ponte del 25 il mese di aprile sembra «inutilizzabile» e così i movimenti, anche per prendersi il tempo necessario a mobilitare più di centomila persone da portare in piazza, hanno scelto maggio. Un appuntamento che sottolineerebbe, nelle intenzioni degli organizzatori del Family day, l'universalità e la laicità dell'iniziativa del cattolicesimo italiano. Al punto che già negli anni scorsi il Forum delle associazioni familiari aveva proposto che venisse istituzionalizzata come festività nazionale. La metà di maggio avrebbe anche il vantaggio di tenere il Family day al riparo dalla concorrenza mediatica (nonché dal rischio di strumentalizzazione politica) delle elezioni amministrative e, in particolare, del ballottaggio. Il 24 e il 25 maggio, inoltre, si svolgerà a Firenze una conferenza promossa dal Governo per varare un piano nazionale per la famiglia.
La notizia, è stata ufficializzata da Daniele Nardi, il portavoce del Forum delle Associazioni Familiari. I rappresentanti delle associazioni cattoliche - da Azione cattolica a Comunione e liberazione, dalle Acli a Rinnovamento nello Spirito, da Sant’Egidio ai Neocatecumenali - hanno anche approvato un manifesto a sostegno della famiglia che comincia con le parole “Il bene della famiglia è il bene del Paese”. Scopo primario della convocazione - arrivata nei giorni scorsi ai vertici dei movimenti - è l'approvazione della bozza del Manifesto stilata da un gruppo ristretto di giuristi capitanati da Giuseppe D'Agostino, il quale ha fatto capire che la macchina organizzativa è pronta per entrare in azione a pieno regime: «Il testo del manifesto è già stato mandato in giro agli altri colleghi - ha spiegato -. Domani (oggi, n.d.r.) si apporteranno, come si prevede, eventuali aggiustamenti e inserimenti. Il Manifesto deve tenere conto delle sensibilità diverse esistenti tra i movimenti». Ma cosa c’è scritto nella bozza del documento? Il testo, particolarmente sobrio, ribadisce che la famiglia è un bene «umano universale», non «specificamente religioso». Va da sé che la difesa della cellula fondamentale della società spetta a tutti «gli uomini di buona volontà». Trasversalmente. Il giurista cattolico non ha mancato di richiamare alla mente la Carta: «I riferimenti alla Costituzione, all'articolo 29, sono di una chiarezza cristallina. La famiglia è una ed è formata da un padre, una madre e dei figli. Ha ragione Cacciari quando dice che dietro ai Dico c'è solo un obiettivo ideologico, vale a dire il riconoscimento del matrimonio omosessuale». E la Cei? Dalle retrovie, i vertici della Conferenza Episcopale Italiana vedono di buon occhio la manifestazione di piazza San Giovanni anche se preferiscono lasciare il campo libero ai laici ai quali spetta l'organizzazione del «Family day». Il neo-presidente dell’Episcopatoa Cei, monsignor Angelo Bagnasco, in una intervista a Famiglia Cristiana aveva messo in luce che le «manifestazioni pacifiche e rispettose, per affermare pacificamente le proprie convinzioni, qualunque esse siano, costituiscono il sale della democrazia. Ma, ripeto, ci si deve comportare in modo assolutamente sereno e non aggressivo, senza portare in piazza uno stile da guerra fredda».
La manifestazione si intitolerà «Più famiglia» e si svolgerà nel pomeriggio del 12 maggio a piazza San Giovanni a Roma. La coreografia ipotizzata è un'allegra invasione di palloncini e passeggini in piazza San Giovanni, a Roma, all'insegna ovviamente della difesa della famiglia.
“Speriamo di riempire piazza San Giovanni”. E’ questo l’auspicio del presidente del Forum delle famiglie Giovanni Giacobbe.
“La nostra sarà una manifestazione laica di promozione della famiglia - ha scandito Giacobbe, auspicando la presenza di almeno centomila persone in piazza - il manifesto che abbiamo approvato oggi sulla famiglia ha dei richiami espliciti agli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione e la nostra posizione è una posizione laica di ancoraggio alla Costituzione”. Per il presidente del Forum delle associazioni familiari «non si tratta di una manifestazione spettacolare, ma di una occasione per chiedere politiche a sostegno della famiglia».
Giacobbe precisa inoltre che «il family day non è una risposta né alla manifestazione gay di piazza Farnese e nemmeno al ddl sui Dico. La famiglia - ha aggiunto - è una e una soltanto ed è un valore universale». Alla domanda se il family day è stato incoraggiato anche dal Vaticano, Giacobbe ha risposto: «Non c'è nessun intervento diretto ma siamo lieti se la nostra azione incontrerà l'appoggio anche del Papa». Infine il presidente del Forum ha escluso la partecipazione di vescovi e in questo ha sottolineato che si tratta di una «manifestazione diversa da quella avvenuta in Spagna» perché «non è una questione politica, il Governo non c'entra nulla; la nostra azione - ha concluso - propone la difesa della famiglia».
Ieri, davanti a Benedetto XVI in visita al carcere minorile di Casal del Marmo, il Guardasigilli Clemente Mastella (che nei giorni scorsi aveva annunciato la sua partecipazione ad un eventuale Family day) aveva parlato proprio della famiglia come “pietra angolare della società, niente affatto superata da una malintesa modernità e soprattutto valore comune tra Stato e Chiesa”.
Poi, ritornando più tardi sulla questione Dico, durante il pomeriggio di ‘Domenica In’ Mastella aveva addirittura rilanciato l’ultimatum: “Se il Governo dovesse porre la fiducia sul disegno di legge sulle coppie di fatto, ma mi pare non lo faccia, io voterei contro e mi dimetterei per motivi di coerenza”.

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