04 gennaio 2007

Il dogma di Welby e il dogma di Saddam

A cavallo di Natale sono state compiute le due esecuzioni più eclatanti del 2006.Welby è stato giustiziato dal noto medico Mario Riccio con il bene placito del vuoto legislativo dello stato italiano. Saddam è stato giustiziato da un anonimo boia, secondo la sentenza di legge della cosiddetta “democrazia irachena”. Chi condanna entrambe le esecuzioni dimostra logica e coerenza a dispetto delle religioni ideologiche, chi invece ne rifiuta una sola e applaude l’altra dimostra tutta l’ipocrisia di chi riesce a piangere da un occhio solo, professando folli dogmi ideologici senza un minimo di razionalità.

Già perché se è ipocrita chi afferma contemporaneamente che l’eutanasia è inumana e invece è giusta la condanna a Saddam, tanto più lo è anche chi afferma l’esatto contrario e cioè che è giusto concedere il diritto all’eutanasia e allo stesso tempo dice no alla pena di morte. Per questi ultimi sembra che esista un dogma contro la morte e quindi a favore della sacralità della vita ma solo finchè non subentra un secondo dogma laicista apparentemente più importante: quello della libertà individuale. Infatti secondo tale comandamento relativista nel caso di eutanasia e aborto la liberta individuale prevale sulla sacralità della propria vita o di quella dell’individuo portato in grembo.

Non pensiate comunque che quello della libertà individuale sia il dogma più importante di questo delirio laicista, infatti per questa nuova religione ideologica anche la libertà individuale passa in secondo piano quando un regime dittatoriale la opprime. A detta di questi nuovi profeti, metà politici e metà new-age, nessuno può intervenire per rovesciare una dittatura, perché in questo caso prevale un altro dogma laicista, quello del pacifismo verso i paesi con cui si fanno affari economici.Cerchiamo quindi di ricapitolare questi nuovi comandamenti con un ragionamento che è a dir poco contorto:

1) non può essere ucciso nessuno anche se feroce dittatore

2) deve essere ucciso qualcuno se la sentenza arriva dalla libertà dell’individuo

3) anche se tale libertà individuale fosse negata con violenza da un feroce dittatore non gli si potrebbe dichiarare guerra e ucciderlo, a meno che non sia lui stesso a decidere di morire oppure sua madre durante i primi mesi del concepimento.

Sembrano le regole di morra cinese, il gioco di forbice, carta e sasso. Invece purtroppo non è uno stupido gioco, ma il nuovo irrazionale codice dogmatico della dittatura relativista.

5 commenti:

BLOG NEWS ha detto...

Ciao grazie per avere visitato il mio blog ho fatto un post tutto per te e ti ho risposto nel mio blog.Io sono a favore dell'eutanasia :solo nel caso che sia un malato terminale,quindi ha davanti a se una vita di sofferrenza,cosciente,come welby,di quello che stà facendo.Mentre alla pena di morte sono contrario altrimenti che democrazia è ciao

Anonimo ha detto...

Uno ha il sacrosanto diritto di toglersi la vita se si trova in condizioni vegetative.
Mentre Saddam ha subito un esecuzione per tutti i dolori causati dalla sua tirannia, giusto farlo morire come una bestia.

pequenito ha detto...

@blognews
Ciao Ago, sono d'accordo con te sulla pena di morte, sull'eutanasia invece come avrai capito la penso in modo diverso. Se bisogna preservare la vita di un feroce assassino perchè comunque riconosciamo a quella vita la dignità di essere vissuta e non possiamo assumerci la responsabilità di ucciderlo, allora tanto più dobbiamo mostrare le stesse accortezze e la stessa coerenza anche per la vita di un malato nelle condizioni di Welby.

@anonimo
sei il benvenuto, chiunque tu sia (meglio se ti firmi la prossima volta così è più semplice risponderti). Il tuo punto di vista è molto singolare e fuori dagli schemi comuni. Mostra un apparente coerenza (nell'uccidere sia Welby che Saddam) che però per me è un pò difficile da capire. Se tu riesci a valutare 2 casi su due per cui una vita non debba essere vissuta immagino che tu sia anche a favore dell'aborto, quindi tre omicidi su tre a cui tu acconsentiresti, solo in determinati casi ovviamente. Ti faccio notare che anche Saddam avrà deciso della morte di molte persone basandosi su delle sue valutazioni personali, che a lui saranno sembrate giuste come a te possono sembrare giuste le tue. Tu e Saddam con motivazioni diverse fate il medesimo ragionamento di fondo e cioè questo:"Quella persona è giusto che venga uccisa". La motivazione che per te è giusta potrebbe essere sbagliata per altri. Questo "sbagliato per altri" mi sembra un motivo più che sufficiente per non uccidere. Questo vale anche quando gli altri sono la Terry Schiavo di turno, il figlio non voluto di turno o il dittatore imprigionato di turno.

BLOG NEWS ha detto...

Ciao io invece l'eutanasia non la vedo come un omicidio,sempre e solo se chi la chiede lo ha fatto da lucido,il brutto è che tanta gente se ne potrebbe approfittare . Cosa ne pensi del testamento biologico del mitico dottore Umberto Veronesi?

pequenito ha detto...

Ago dal tuo punto di vista etico e morale l'eutanasia non è un omicidio, pero se vai all'essenza dell'atto da compiere si tratta tecnicamente di togliere la vita ad un'altra persona. Se poi vogliamo trovare delle situazioni estreme, per giustificare l'uccisione di una persona, come abbiamo fatto con l'aborto, allora finiremo come dicevi tu con gente che se ne approfitta.

Che diresti se introducessero la pena di morte con la scusa dei casi estremi tipo Erba? La verità è che non siamo capaci di gestire soluzioni estreme applicandole solo a casi estremi senza degenerare.

Il testamento biologico lo vedo come un modo per cascare in questo vortice di soluzioni estreme incontrovertibili. Veronesi è un ottimo oncologo, ma quando sconfina in giudizi etici e scientifici non mi trova quasi mai daccordo.