Maria tu mi sostieni fin da piccolino, dammi forza e illuminami sempre, mio faro di luce
29 agosto 2006
La nuova tecnica di prelievo delle cellule non salva gli embrioni.
Dal Corriere della Sera del 27-8-2006
Accuse alla prestigiosa rivista scientifica
Staminali, falsa la svolta di «Nature»
La nuova tecnica di prelievo delle cellule non salva gli embrioni.
ROMA — È forse destinato ad allungarsi il già nutrito elenco di false scoperte scientifiche. L'ultimo caso è clamoroso e riguarda un annuncio che pochi giorni fa ha fatto il giro del mondo. La creazione di linee di staminali ottenute con una tecnica nuova e senza distruggere embrioni nei laboratori dell'Advanced Cell Technology (Act), società privata con sede a Worcester. La ricerca anticipata da Nature in versione elettronica ha acceso gli entusiasmi di chi già prevedeva la risoluzione dei dilemmi etici sull'uso degli embrioni umani come sorgenti di cellule bambine.
A gettare ombra sul presunto scoop scientifico le obiezioni rilanciate per email dal leader degli attivisti americani Pro Life, Richard Doerflinger. Che ha contestato in tre punti i risultati di Robert Lanza, primo firmatario del lavoro, sostenendo che il suo gruppo ha mistificato i dati e che cioè, a leggere tra le righe, nessuno degli embrioni è sopravvissuto agli esperimenti. Particolare chiave che invece il comunicato iniziale con cui Nature ha anticipato la notizia non aveva evidenziato facendo intendere il contrario e autorizzando i media mondiali ad annunciare in prima pagina la rivoluzione. Sia lo studio uscito il 24 agosto sia il comunicato seguente parlavano della possibilità di non danneggiare gli embrioni sottoposti alla biopsia per il prelievo della cellula. Alle critiche dell'esponente della Conferenza statunitense dei vescovi cattolici ha risposto a distanza di pochi giorni lo stesso Lanza sempre sulle pagine online della rivista, iniziativa inusuale, ammettendo apertamente che gli embrioni «did not remain intact», non sono rimasti intatti e che la vera novità consisteva nel fatto di aver ottenuto staminali non da un grumo di cellule ma da un singolo blastomero, ovvero da una sola di esse.
Se così è davvero andata, diverse figure hanno giocato la loro parte in questa presunta farsa scientifica. Non solo Robert Lanza, nome di prestigio, staminalista di indiscusse capacità che tra l'altro ha scritto i volumi sulle Stem Cells, vera e propria bibbia per gli uomini di laboratorio. Ma anche gli stessi editorialisti di Nature che non più di qualche settimana fa avevano lanciato l'allarme sulle ricerche «taroccate» e sull'intraprendenza dei ricercatori bugiardi come Woo Suik hwang, il coreano autore della balla più celebre: la clonazione di staminali da cellule adulte. Gli unici vantaggi dell'ultimo pasticcio per il momento non sono di ordine etico ma economico. Dopo l'anteprima di Nature le azioni dell'Act devono essere volate alle stelle. Nella sua email Doerflinger ha contestato anche l'uso non appropriato delle foto unite all'articolo del gruppo americano. Angelo Vescovi, San Raffaele, è scandalizzato: «Di sicuro in quest'affare molti hanno voluto fare i furbi. Non so se c'è stato dolo o è stata una involontaria mancanza di chiarezza. Ma certo se le cose stanno così e gli embrioni non sono preservati la ricerca non meritava di comparire su Nature perché non aggiunge molto a quello che già si sapeva». Carlo Alberto Redi invece difende Lanza: «Non paragoniamolo per favore a Hwang. È un vero maestro, escludo che possa avere interessi mercantili e che sia autore di un broglio».
Margherita De Bac
27 agosto 2006
24 agosto 2006
I veri laici dialogano con la fede
Della laicità ci sono due versioni. Una sostiene che la religione deve essere separata dalla politica, e perciò la Chiesa deve essere separata dallo Stato. L’altra sostiene che la politica, e perciò lo Stato, deve essere gestita secondo criteri soltanto profani. Sembrano due versioni simili, ma non lo sono. Benché entrambe partano dalla distinzione tra «sfera pubblica» e «sfera privata», la concepiscono in modo diverso. Nella prima versione, la sfera pubblica è una libera arena in cui tutte le professioni religiose sono libere di giocare un ruolo. Nella seconda versione, la sfera pubblica è invece uno spazio vuoto in cui a nessuna professione religiosa è consentito di esprimersi. Di conseguenza, la prima versione consente che la politica sia orientata dalla religione. La seconda versione no: per essa qualunque elemento religioso trasferito nella vita politica è - come dicono i nostri laici - un’interferenza inammissibile.Per distinguerle e intenderci, conviene chiamare queste due versioni con nomi diversi. Diciamo allora che la prima versione è quella americana, in cui vale la socializzazione della religione come diritto delle varie comunità dei credenti ad esprimersi nella vita politica. La seconda versione è quella francese, in cui vale invece la privatizzazione della religione, o il suo confinamento nel «ghetto della soggettività», come si espresse a suo tempo il cardinale Ratzinger. Sempre nel tentativo di usare parole appropriate, possiamo dire che la prima versione è quella laica, la seconda è quella laicista. È mia opinione che il modello laicista francese abbia ormai conquistato l’Europa. È inoltre mia opinione che questo laicismo scavi, anche in Italia, nel tessuto della nostra tradizione come una malattia devastante. [leggi tutto]
23 agosto 2006
DARFUR: APPELLO UE, "RISPETTARE CESSATE IL FUOCO"
L'alto rappresentante europeo per la Politica estera, Javier Solana, ha incaricato il suo rappresentante speciale per il Sudan, Pekka Haavisto, di recarsi nel Paese la prossima settimana per cercare di "evitare una recrudescenza della violenza" in Darfur. Solana si e' detto "profondamente preoccupato" per l'aggravarsi della situazione nella tormentata regione occidentale del Sudan, e si e' appellato a tutte le parti coinvolte affinche' "sia rispettato l'accordo per il cessate il fuoco" siglato lo scorso 5 maggio.
Il capo della diplomazia europea ha ribadito che il governo di Khartum "dovrebbe aprire i negoziati ai gruppi ribelli che non hanno firmato l'accordo di pace e che questi ultimi dovrebbero aderirvi".
Solana ha anche ricordato che "la Ue sostiene pienamente gli sforzi dell'Unione africana e delle Nazioni Unite per conseguire una transazione positiva, senza la quale nessuna soluzione realista alla crisi in Darfur e' possibile".
Nell'incontro di maggio tra i delegati del governo e il piu' grande gruppo ribelle della martoriata regione, il Movimento di liberazione del Sudan (Slm), solo una delle tre fazioni che lo compongono, quella guidata da Minni Arcua Minnawi, ha accettato i termini dell'accordo.
Il conflitto in Darfur ha provocato in tre anni piu' di 200mila morti e almeno 2 milioni di sfollati. I ribelli della regione presero le armi nel 2003 accusando Khartum di discriminazione verso gli africani neri residenti in Darfur. In risposta agli attacchi ribelli, le milizie arabe filogovernative Janjaweed lanciarono una campagna di massacri e atrocita' in Darfur. (AGI)
Il capo della diplomazia europea ha ribadito che il governo di Khartum "dovrebbe aprire i negoziati ai gruppi ribelli che non hanno firmato l'accordo di pace e che questi ultimi dovrebbero aderirvi".
Solana ha anche ricordato che "la Ue sostiene pienamente gli sforzi dell'Unione africana e delle Nazioni Unite per conseguire una transazione positiva, senza la quale nessuna soluzione realista alla crisi in Darfur e' possibile".
Nell'incontro di maggio tra i delegati del governo e il piu' grande gruppo ribelle della martoriata regione, il Movimento di liberazione del Sudan (Slm), solo una delle tre fazioni che lo compongono, quella guidata da Minni Arcua Minnawi, ha accettato i termini dell'accordo.
Il conflitto in Darfur ha provocato in tre anni piu' di 200mila morti e almeno 2 milioni di sfollati. I ribelli della regione presero le armi nel 2003 accusando Khartum di discriminazione verso gli africani neri residenti in Darfur. In risposta agli attacchi ribelli, le milizie arabe filogovernative Janjaweed lanciarono una campagna di massacri e atrocita' in Darfur. (AGI)
20 agosto 2006
Non distogliere gli occhi da Maria
...Il Pontefice ha quindi concluso il suo discorso richiamando uno dei consigli più famosi di san Bernardo, la cui profonda devozione per la Vergine Maria gli valse il titolo di “Dottore mariano”.
“‘Nell’ondeggiare delle vicende di questo mondo, più che camminare per terra hai l’impressione di essere sballottato tra i marosi e le tempeste; non distogliere gli occhi dal fulgore di questa stella, se non vuoi essere inghiottito dalle onde… Guarda la stella, invoca Maria…’”.
“Se Lei ti protegge non hai paura, se Lei ti guida non ti affatichi, se Lei ti è propizia giungi alla meta’”, ha detto infine. [leggi tutto]
15 agosto 2006
L'Arca dell'Alleanza
San Luca, nel Vangelo ora ascoltato, con diversi accenni fa capire che Maria è la vera Arca dell'Alleanza, che il mistero del Tempio – l’inabitazione di Dio qui in terra – è adempiuto in Maria. In Maria realmente abita Dio, diventa presente qui in terra. Maria diventa la sua tenda. Quello che desiderano tutte le culture – che cioè Dio abiti tra di noi – si realizza qui. Sant’Agostino dice: "Prima di concepire il Signore nel corpo, lo aveva già concepito nell’anima". Aveva dato al Signore lo spazio della sua anima e così è divenuta realmente il vero Tempio dove Dio si è incarnato, è divenuto presente su questa terra. E così, essendo la dimora di Dio in terra, in lei è già preparata la sua dimora eterna, è già preparata questa dimora per sempre. E questo è tutto il contenuto del dogma dell’Assunzione di Maria alla gloria del cielo in corpo e anima, espresso qui in queste parole. Maria è "beata" perché è divenuta – totalmente, con corpo e anima e per sempre – la dimora del Signore. Se questo è vero, Maria non solamente, non semplicemente ci invita all’ammirazione, alla venerazione, ma ci guida, mostra la strada della vita a noi, ci mostra come noi possiamo divenire beati, trovare la strada della felicità. [leggi tutto]
09 agosto 2006
MARIA, MODELLO DI OGNI DONNA
Maria di Nazaret vista da Edith Stein
Attraverso la madre Edith Stein aveva conosciuto le grandi eroine di Israele: Debora, Giuditta, Ester e Maria, la sorella di Mosè. Però questa mai le parlò di Maria di Nazaret, la Madre di Gesù. E a Maria, la più grande donna ebrea, Edith giunge soltanto dopo la conversione.
Ebbene, è contemplando la condotta di Maria che Edith risolve tutti i problemi della donna: “Edith si sforza costantemente di orientare lo sguardo della donna verso il suo purissimo ideale, verso Maria, che è insieme schiava e madre. Parla di lei, non partendo da un punto di vista speculativo, dogmatico, ma come qualcuno che ha sperimentato l’amicizia di questa Madre ammirabile. (...). In Maria brilla in un modo chiarissimo questa maternità spirituale disinteressata e amabile. Per questo motivo Edith sceglie Maria come... per proporre alla donna un appoggio fermo in qualsiasi professione in cui si possa trovare” (Madre Teresa).
Per Edith Maria è “la” Donna autenticamente liberata, emancipata da ogni schiavitù, archetipo e modello di ogni donna. Ci troviamo certo nell’ordine “della grazia”, però esso non distrugge l’ordine della natura, ma lo suppone, lo perfeziona e lo eleva, non dal di fuori, ma partendo dall’intimo.[leggi tutto]
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