Stava a guardare il cielo con le stelle… Le guardava e pensava...
Immaginava di essere il raggio di luce di quelle stelle. Dopo quindici miliardi di anni arrivava sulla terra. L’immagine che portava era di quindici miliardi di anni fa. Era come se quei quindici miliardi di anni non fossero passati per lui, raggio di luce.
Lui non era invecchiato. Era l’immagine della nascita di quelle stelle. Forse erano già morte nel frattempo, ma lui aveva ancora con sé il momento della nascita. Il tempo era passato per noi quaggiù ad aspettare quindici miliardi di anni e per le stelle lassù in cielo, ma non per lui, raggio di luce. Lui era contemporaneo alla nascita delle stelle e contemporaneo a noi. Per questa sua dote consentiva pure a noi di essere contemporanei ad un passato di quindici miliardi di anni.
Il tempo passava per tutti, allora, tranne che per la luce.
La luce era la più libera delle creature. L’unico essere libero dal tempo.
Guardava le stelle e pensava...
L’universo era immenso. Ed era immerso nel tempo. Eppure era trafitto, trapunto, attraversato in tutti i sensi e in tutte le direzioni da una creatura, la luce, che era libera dal tempo. Un universo temporale cucito con un filo senza tempo…
Il tempo scorreva per chi stava al punto di partenza e al punto di arrivo, ma non per la luce in viaggio. E probabilmente neppure sarebbe scorso per chi fosse riuscito a salire su di un raggio di luce e a viaggiare con lui alla sua velocità…
Esisteva allora una doppia qualità di tempo: quello materiale, che tanto per intenderci è misurato dagli orologi, e quello spirituale, di cui si ricordava un’affascinante definizione di s. Agostino: «estensione dell’anima». Era di questo secondo tempo che voleva penetrare il segreto…
Cercava l’assoluto, e la risposta ora poteva venirgli solo dal contatto con l’assoluto, penetrando nel segreto di Dio.
Quel brandello di tempo di contemplazione era l’occasione che aveva per trovare la chiave del problema. Ma non era una cosa che poteva scoprire col cercare, frutto della sua intelligenza e perspicacia.
Era una cosa che poteva soltanto chiedere con umiltà e pazienza, fintanto che la sua anima fosse diventata tanto fine, «spirituale», da decifrare la risposta che l’amore di Dio gli rivelava.
Allora, e solo allora, avrebbe capito…
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Maria tu mi sostieni fin da piccolino, dammi forza e illuminami sempre, mio faro di luce
07 luglio 2009
AMNESTY A UNIONE AFRICANA, SDEGNO PER DIFESA BASHIR
(AGI/AFP) - Londra, 4 lug. - Duro attacco di Amnesty International all'Unione africana che ha deciso di opporsi al mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale dell'Aja contro Omar al Bashir, il presidente sudanese accusato di crimini di guerra e contro l'umanita'. La mancanza di cooperazione da parte degli Stati dell'Unione africana "dimostra disprezzo per coloro che hanno sofferto in Darfur di evidenti violazioni dei diritti umani e rende l'Unione africana lo zimbello della comunita' internazionale", ha affermato il direttore della programma Africa di Amnesty, Erwin van der Borght. "Sostenendo una persona ricercata, accusata di crimini di guerra e contro l'umanita', si mina la credibilita' di Stati che hanno aderito allo statuto di Roma, e l'Unione africana ne e' piena", ha affermato van der Borght. Trenta Stati africani hanno firmato lo statuto di Roma che nel 1998 diede vita alla Corte Penale internazionale dell'Aja. La presa di posizione di Amnesty arriva poche ore dopo la decisione dell'Unione africana di non cooperare per l'arresto di Bashir chiedendo nuovamente alle Nazioni Unite di rimandare il caso. La decisione dell'Ua, presa nel corso dell'ultimo summit a Sirte, in Libia, permette a Bashir di viaggiare liberamente in tutto il continente africano senza il rischio di essere arrestato. Il testo e' stato sostenuto dal leader libico Muammar Gheddafi, attuale presidente di turno dell'Ua, che ha attaccato la Corte dell'Aja sostenendo che rappresenti il "terrorismo del nuovo mondo".
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