13 febbraio 2008

Pressioni su Cina da Spielberg e Save Darfur

LOS ANGELES/WASHINGTON (Reuters) - Il regista e premio Oscar Steven Spielberg si è dimesso da consigliere artistico delle Olimpiadi 2008 di Pechino in polemica con la politica della Cina sul conflitto in Darfur.
"Ho deciso di annunciare formalmente la fine del mio impegno come uno dei consulenti artistici stranieri per la cerimonia di apertura e di chiusura dei Giochi Olimpici di Pechino", ha spiegato il cineasta in un comunicato, "Il governo del Sudan ha la maggior parte della responsabilità di questi crimini in corso ma la Comunità internazionale, e in particolare la Cina, dovrebbe fare di più per mettere fine alle sofferenze" sopportate dagli abitanti del Darfur.
"Ritengo che la mia coscienza non mi consenta di continuare come se nulla fosse", ha detto Spielberg in un comunicato diffuso ieri sera "A questo punto, il mio tempo e la mia energia devono essere spesi non per le cerimonie olimpiche, ma per fare tutto quel che posso per contribuire a porre fine agli indicibili crimini contro l'umanità che continuano in Darfur", ha aggiunto il regista.
Nel frattempo, un gruppo composto da vincitori del premio Nobel ha inviato una lettera al presidente cinese Hu Jintao per chiedere di fare pressione sul Sudan – alleato di Pechino – affinché interrompa le atrocità nella regione. Come partner economico-militare e membro del Consiglio di Sicurezza Onu, scrivono, “la Cina, che ospiterà le prossime Olimpiadi, ha l’opportunità e la responsabilità di contribuire per la pace in Darfur”.
La Cina è accusata di coprire diplomaticamente il regime di Khartoum, che si oppone all'invio di una forza di pace internazionale in Darfur.
Pechino si è sempre opposta, ponendo anche il veto, ad ogni intervento della comunità internazionale nella regione: qui, sostiene, è in corso una ribellione di cui si deve fare carico il governo legittimamente eletto.
Negli ultimi 6 anni Pechino è stato il principale sostenitore del governo sudanese, comprando il 70% delle esportazioni di Khartoum e vendendo armi e forniture militari. Il Sudan è il Paese estero in cui la Cina ha maggiori investimenti; circa 10mila cinesi lavorano nel paese. La Cina ha investito 1,6 milioni di miliardi di euro in Sudan, costruendo pozzi petroliferi, 600 km di oleodotti, raffinerie e porti.
Ad aprile, Spielberg aveva scritto al presidente cinese Hu Jintao per protestare contro il coinvolgimento della Cina in Sudan e chiedere un incontro, ma non aveva ottenuto risposta.
L'ambasciata cinese non ha per il momento commentato la notizia. Ma a gennaio il quotidiano del partito comunista cinese, e il ministero degli Esteri di Pechino, avevano detto che la Cina non accetterà pressioni da parte di gruppi che cercano di usare le Olimpiadi 2008 per far cambiare la politica del paese.

'Italians for Darfur' ha ricordato che la Cina, almeno a parole, si e' impegnata a intervenire per fermare le violenze in Darfur. Pechino ha sempre dato sostegno al Sudan, Paese da cui ottiene petrolio, ma ora pur di evitare che le prossime Olimpiadi siano l'occasione per rimproverarle complicita' nella guerra in Darfur, potrebbe assumere un impegno piu' forte nei confronti della comunita' internazionale". 'Italians for Darfur' e l'associazione dei rifugiati darfuriani in Italia hanno manifestato a Roma e Milano, in contemporanea con altre 20 citta' del mondo, nell'ambito della giornata di mobilitazione per il Darfur promossa dalla Save Darfur Coalition. per chiedere alla Cina di "usare l'influenza politica ed economica che esercita sul Sudan per giungere al piu' presto alla fine del conflitto", come si legge in una nota dell'associazione italiana. Inoltre, continua il comunicato, "si chiede al governo cinese di rilanciare la missione dell'inviato speciale per il Darfur, Lui Giujin, che a maggio, pur non ottenendo risultati immediati, aveva avviato un dialogo con i vertici di Khartum". Volontari italiani e rifugiati, che indossavano t-shirt con lo slogan ''Stop blood in Darfur'', hanno distribuito, materiale informativo sul conflitto e una lettera aperta indirizzata agli ambasciatori di Cina e Sudan vicino alle sedi diplomatiche dei due paesi.
Inoltre, il 24 febbraio, data vicina all'anniversario dell'inizio del conflitto, all'Auditorium Parco della musica di Roma si svolgera' un evento, a apartire dalle 18, cui parteciperanno, tra gli altri, Monica Guerritore, Fiorella Mannoia e Mariella Nava. Alla serata hanno aderito Amnesty, la Tavola della Pace, la Comunita' ebraica e l'Unione giovani ebrei d'Italia

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