Mercoledì 14 febbraio a Roma, Medici senza Frontiere ha presentato il rapporto annuale sulle crisi dimenticate, con un interessante analisi dello spazio dedicato da quotidiani, periodici e telegiornali italiani alle crisi umanitarie. Sono intervenuti Gianfranco De Maio (Direttore della comunicazione di MSF), Andrea Pontiroli (Ufficio stampa di MSF) e Mirella Marchese (Osservatorio di Pavia). De Maio ha illustrato una nuova iniziativa di MSF: “Dimmi di più” una newsletter per conoscere chi c'è dietro a guerre e povertà e chiedere ai direttori di quotidiani e TG un'informazione che sia più completa su questi temi. A questo riguardo Andrea Pontiroli e Mirella Marchese hanno illustrato l’attenzione dedicato nel 2006 da giornali e televisioni alle crisi umanitarie.
Per quanto riguarda la stampa gli articoli inerenti a tematiche e contesti geografici relativi a crisi umanitarie sono stati classificati in relazione alla testata di pubblicazione
Osservando le tabelle 2 e 3, salta all’occhio il primato della stampa cattolica, Avvenire e Famiglia Cristiana, quanto ad attenzione alle tematiche umanitarie. Per quanto riguarda i quotidiani, Avvenire ha il maggior numero assoluto di uscite (2035) Tra i periodici, Famiglia Cristiana, Panorama, L’Espresso e Il Venerdì di Repubblica sono i più attenti alle crisi umanitarie. Se si considerano solo gli articoli veri e propri, Famiglia Cristiana (137) è al primo posto, seguita da Panorama (109), L’Espresso (97) e Il Venerdì di Repubblica (62).
Si è poi proceduto a un confronto tra i primi dieci quotidiani, ovvero quelli più attenti alle crisi umanitarie in generale, e tra i tredici periodici pesi in considerazione, in base all’effettiva copertura delle “crisi dimenticate”.
Osservando le tabelle 4 e 5, si può notare come,tra i dieci quotidiani, il più attento alle crisi dimenticate risulta essere Avvenire, seguito, a distanza, da Il Manifesto. Tra i periodici, i più sensibili alle “crisi dimenticate” risultano essere Famiglia Cristiana, L’Espresso e Panorama.
Per quanto riguarda in particolare il Sudan e il Darfur il rapporto evidenzia che una nuova escalation di violenza da parte di tutti i gruppi armati nei confronti della popolazione civile e degli operatori umanitari ha ulteriormente peggiorato la situazione in Darfur. Due milioni di persone sono costrette a vivere nei campi sfollati, in condizioni di vita estremamente precarie, mentre il peggioramento delle condizioni di sicurezza da diversi mesi a questa parte (con numerosi attacchi alle organizzazioni umanitarie) ha reso di fatto impossibile l’accesso ad alcune popolazioni. La stampa italiana ha dedicato al Sudan, in particolare al Darfur, 255 articoli (di cui ben 93 si limitavano a trafiletti o brevi), ma meno della metà analizzano specificamente le condizioni di vita della popolazione, le cause del conflitto e le violenze nei confronti dei civili. Leggermente più numerosi sono gli articoli riconducibili al dibattito internazionale e in particolare al dibattito sull’invio di una forza ONU. Infine, molti articoli (48) analizzano le dinamiche degli aiuti italiani al paese, confermando una certa tendenza da parte dei media nazionali a parlare di contesti di crisi solo laddove riconducibili a eventi e / o personaggi italiani.
Per quanto riguarda i network televisivi nel confronto tra Rai e Mediaset, il network che risulta aver dedicato più notizie a eventi/contesti di crisi nel corso del 2006 è la Rai. I principali notiziari del servizio pubblico hanno dedicato il 13,4% delle loro notizie complessive (titoli esclusi) alle Crisi, così come intese in questo rapporto, mentre Mediaset nel 2006 ha messo in onda il 7,9% di “notizie Crisi”.
Un confronto più articolato ci viene consentito dal dato per rete (Tabella 3). Se consideriamo i dati aggregati per le singole reti, si vede come Rai Tre, con il 16,2% delle notizie, è l’emittente che dedica un maggior numero di servizi a eventi e situazioni di crisi, seguita da Rai Uno con il 13,4% e da Rai Due con l’11,2%.Le reti Mediaset, come già osservato nella distribuzione per network, fanno registrare valori più bassi, con una differenza minima nel dato che riguarda Rete 4 e Canale 5, rispettivamente il 9,5% e il 9,2%, e con Studio Aperto fanalino di coda con il 5,5% di servizi dedicati alle Crisi.
Oltre alla top ten individuata da Médicins Sans Frontières, MSF Italia ha voluto volgere la sua attenzione ad altri contesti di crisi considerati dimenticati, in particolare l’Angola, il Ciad e il Darfur. L’attenzione dei principali tg italiani nel corso del 2006 su questi tre contesti si è così focalizzata: Angola 3 notizie, di cui 1 sul colera, 1 sull'uccisione di un missionario e 1 sullo sminamento.
Ciad 3 notizie, di cui 1 anticipazione di un TG2 Dossier dedicato alla guerra civile, 1 notizia sugli scontri tra ribelli e forze governative e 1 sui disordini e sull'apprensione per gli italiani che risiedono nel paese.
Darfur 12 notizie che vertono sulla malaria (1 sola), la fame, e in buona parte sul genocidio. Si dà anche visibilità alle iniziative dei volontari/delle agenzie che si impegnano per il paese.
A breve pubblicherò anche il video della presentazione.
Maria tu mi sostieni fin da piccolino, dammi forza e illuminami sempre, mio faro di luce
15 febbraio 2007
08 febbraio 2007
STORIA DI TERESA BENEDETTA
Ringrazio Assuntina Morresi per avermi segnalato questa storia nella sua newsletter. Difficile descrivere le emozioni che mi ha lasciato, quello che posso dire è che dopo averla letta tutta fino in fondo griderete forte con gli occhi lucidi: “Grazie a Dio”.
STORIA DI TERESA BENEDETTA
Mi chiamo Elisabetta, sono sposata da quindici anni con Goffredo ed insieme abbiamo avuto nove figli, di cui quattro in cielo e cinque viventi.
Posso dire che il Signore in quindici anni di matrimonio ci ha sempre sostenuti, protetti ed affiancati, ma nell’ultima gravidanza si è manifestato a noi e ai nostri figli veramente con “braccio potente”.
A luglio del 2002 ci trovavamo in vacanza al mare, quando trascorsa la prima settimana ho incominciato ad avere il sospetto di essere di nuovo incinta.
Velocemente ho fatto il test di gravidanza, ed ho potuto verificare che non mi ero sbagliata.
L’idea di poter abbracciare di nuovo un altro bambino mi riempiva di gioia, ma quella di dover aspettare nove mesi mi rattristava, perché nelle precedenti gravidanze avevo avuto sempre minacce di aborto; pensare di dover di nuovo mettermi in poltrona non mi piaceva affatto.
Dato che stavo al mare, ho incominciato a star ferma sotto l’ombrellone. Mio marito, che ama leggere i libri dei santi, presso la biblioteca comunale aveva preso un libro che raccontava la storia di Edith Stein, un’ebrea convertita al cristianesimo che è morta nei campi di concentramento ad Auschwitz.
Come potete immaginare, storia molto “allegra” e “divertente” che avrei voluto tranquillamente evitare di conoscere, ma mio marito ogni tanto mi riferiva qualche fatto accaduto nella vita di questa santa.
Per cui mi è rimata impressa in mente la foto della stessa vestita da suora che stava sulla copertina del libro. [leggi tutto]
STORIA DI TERESA BENEDETTA
Mi chiamo Elisabetta, sono sposata da quindici anni con Goffredo ed insieme abbiamo avuto nove figli, di cui quattro in cielo e cinque viventi.
Posso dire che il Signore in quindici anni di matrimonio ci ha sempre sostenuti, protetti ed affiancati, ma nell’ultima gravidanza si è manifestato a noi e ai nostri figli veramente con “braccio potente”.
A luglio del 2002 ci trovavamo in vacanza al mare, quando trascorsa la prima settimana ho incominciato ad avere il sospetto di essere di nuovo incinta.
Velocemente ho fatto il test di gravidanza, ed ho potuto verificare che non mi ero sbagliata.
L’idea di poter abbracciare di nuovo un altro bambino mi riempiva di gioia, ma quella di dover aspettare nove mesi mi rattristava, perché nelle precedenti gravidanze avevo avuto sempre minacce di aborto; pensare di dover di nuovo mettermi in poltrona non mi piaceva affatto.
Dato che stavo al mare, ho incominciato a star ferma sotto l’ombrellone. Mio marito, che ama leggere i libri dei santi, presso la biblioteca comunale aveva preso un libro che raccontava la storia di Edith Stein, un’ebrea convertita al cristianesimo che è morta nei campi di concentramento ad Auschwitz.
Come potete immaginare, storia molto “allegra” e “divertente” che avrei voluto tranquillamente evitare di conoscere, ma mio marito ogni tanto mi riferiva qualche fatto accaduto nella vita di questa santa.
Per cui mi è rimata impressa in mente la foto della stessa vestita da suora che stava sulla copertina del libro. [leggi tutto]
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